A segnalare per primo la cosa è stato il “Codacons Lombardia”: l’ex parrocchiale di Veveri dedicata a San Maiolo, situata nell’arteria principale della frazione e riconoscibile a distanza per il caratteristico campanile, è sempre più in rovina e nei giorni scorsi si sono registrate le cadute di mattoni e di parti dell’intonaco sulla strada. “L’incolumità delle persone dei passanti è a rischio – ha scritto tra l’altro in un comunicato l’organizzazione di tutela dei consumatori – Bisogna aspettare che qualcuno si faccia male per intervenire?”.
I problemi legati alla “cappella” di San Maiolo (così viene definita dai veveresi) sono antichi di oltre mezzo secolo, da quando «venne abbandonata nel 1968 – dice l’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Novara Livio Rossetti, “memoria storica” della frazione – in concomitanza con la realizzazione della nuova parrocchia situata quasi di fronte. Chiusa al culto, era stata acquisita da un privato che ne ha adibito una parte in magazzino, ma sono ormai tanti anni che versa nelle attuali condizioni”.
Il primo intervento da parte dell’Amministrazione comunale è stato quello di provvedere a transennare il marciapiede con i nastri colorati per impedire il passaggio dei pedoni, anche se diversi abitanti della zona hanno manifestato ancora una volta preoccupazione per lo stato di sicurezza dell’antico edificio. Il candidato sindaco del Pd Nicola Fonzo, che sabato mattina era presente proprio a Veveri per il suo “tour di ascolto” con i cittadini, si è subito interessato anche di questa criticità presente sul territorio e insieme ai colleghi ha presentato un’interrogazione al sindaco e alla Giunta.
«Abbiamo visto – spiega il capogruppo “dem” Rosano Pirovano – che si è provveduto a delimitare l’area davanti alla chiesa, ma pensiamo che questa soluzione non sia sufficiente. Chiediamo che si provveda il più in fretta possibile alla messa in sicurezza dell’intero edificio, verificare chi sia l’attuale proprietario in modo da intraprendere tutte le eventuali azioni del caso»
La sicurezza dei cittadini prima di tutto, ma anche cercare di recuperare un bene storico del quale nessuno sembra ormai essere interessato.