«Portaci i soldi». Queste le richieste che i due uomini, a più riprese, avevano fatto a un piccolo artigiano di Cameri. Aveva chiesto un prestito a un amico per aprire un finanziamento, dividendosi a metà le rate, ma a un certo punto aveva ricevuto la chiamata di due persone che gli dicono: «Da questo momento in poi i soldi li dai a noi, perché il tuo amico ci è debitore». Lui, per paura, aveva consegnato nel corso dei mesi una somma che ha raggiunto i 40 mila euro.
Per quelle minacce denunciate otto anni fa, nel marzo del 2016, in tribunale i due uomini che avevano preteso i soldi, L.G. e A.S. , di 44 e 52 anni, sono stati condannati rispettivamente a 8 anni di carcere il primo, e a 6 anni il secondo. Il pm aveva chiesto 6 anni e mezzo per entrambi, mentre i difensori avevano chiesto l’assoluzione sostenendo che non vi fossero prove
In base a quanto raccontato dalla vittima, tutto era iniziato con telefonate di richieste di denaro. Facevano riferimento a un misterioso prestito da loro fatto in precedenza, di cui dovevano rientrare dei soldi. Il prestito era stato fatto a un amico dell’artigiano. E gli interlocutori chiedevano a lui di intervenire con le rate che doveva pagare per il finanziamento. Una procedura decisamente inusuale, che il camerese non riusciva nemmeno a spiegarsi, dal momento che lui e il conoscente il debito lo avevano con la banda, non coi due. Col passare dei mesi le richieste erano diventate insistenti e pressanti. In aula l’artigiano ha raccontato di essersi trovato dentro questo meccanismo di rapporti commerciali di debito-credito senza neanche rendersene conto, e di aver pagato perché i due agivano con fare minaccioso, e lui si sentiva in pericolo. Quando non ce l’aveva più fatta a stare dietro ai pagamenti, si era rivolto ai carabinieri della stazione di Galliate.