Diretta social “on the road” per il sindaco Alessandro Canelli. Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 1° luglio, il primo cittadino ha tenuto il suo ormai tradizionale appuntamento online con i novaresi, questa volta non dal suo ufficio ma all’aperto, insieme alla sua vice e assessore al Commercio Marina Chiarelli. Alle loro spalle l’edificio che per oltre mezzo secolo ha ospitato il Moi, il mercato ortofrutticolo all’ingrosso e che proprio ieri ha chiuso definitivamente i battenti. Pochi minuti per spiegare il punto di vista dell’amministrazione di fronte a una decisione che ha scatenato nei giorni precedenti la dura reazione da parte dei pochi operatori che ancora usufruivano della struttura.
«L’edificio che ha ospitato il Moi versava in condizioni davvero fatiscenti ed era oramai inagibile – ha detto sostanzialmente Canelli – Ma non è stato un fulmine a ciel sereno». Quella del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta è una storia che va di pari in passo con quella dell’ultimo mezzo secolo della città, tradizionale punto di riferimento per la vendita dei grossisti ai colleghi negozianti al dettaglio. E’ arrivato a ospitare sino agli anni ’80 anche diverse decine di operatori, ma con il trascorrere degli anni, «l’avanzare della grande distribuzione e la diffusione della multicanalità nell’approvvigionamento, la sua attività è andata via via scemando. Oggi i mercati all’ingrosso sono in crisi in tutta italia, ma quello che più conta qui a Novara è che la struttura stessa è divenuta fatiscente perché nel corso degli anni non sono mai stati eseguiti interventi manutentivi». Anzi, Canelli ha voluto aggiungere che Palazzo Cabrino aveva ricevuto diverse segnalazioni in proposito e che continuare a utilizzare la struttura avrebbe comportato situazioni di pericolo per tutti: operatori, fornitori e clienti. Senza dimenticare anche problematiche dal punto di vistas igienico – sanitario.
«Tra il 2014 e il ’15 – ha detto ancora – erano rimasti sette operatori, numero ulteriormente ridotto all’inizio dell’anno quando è scaduto il contratto. Questi ultimi ci hanno poi chiesto una progroga di tre mesi che, in accordo con il dirigente, abbiamo concesso, realizzando piccoli interventi. A fine marzo il Comune, sempre su loro richiesta, ha consentito ulteriori novanta giorni», ma con il 30 giugno è arrivato lo stop definitivo, «dal parte del dirigente, che ha dichiarato la struttura inagibile nell’interesse di tutti, a partire dagli stessi operatori».
«Da quando ci siamo insediati – ha aggiunto Marina Chiarelli – molteplici sono stati gli incontri con gli operatori del Moi. C’è stato anche un tentativo di accompagnamernto verso una soluzione condivisa, ma ognuno ha fatto delle scelte individuali. In ogni caso quello della chiusura non è stata una decisione giunta dall’oggi al domani, ma giunta la temine di un percorso».