«Non mi candido in Regione, resto a fare il sindaco». È la prima volta che il primo cittadino di Novara, il leghista Alessandro Canelli, affronta questo argomento in modo così diretto. L’ha fatto ieri sera al castello visconteo sforzesco, all’evento aperto alla città organizzato dal giornale La Stampa.
In un chiacchierata di un quarto d’ora con il caporedattore Carlo Bologna, durante la quale sono stati toccati diversi temi dalla logistica al Prg, dall’aumento della popolazione al futuro della città fino al nuovo ospedale, alla domanda diretta: «Come vede un suo scatto in avanti da Novara a Torino?», Canelli ha risposto senza esitare: «Non mi candido, resto qui, il lavoro va terminato. Mi spiace per chi avrebbe voluto mandarmi via, ma credo che ci siano ancora una serie di argomenti da affrontare».
Un’affermazione che, così pronunciata, sgombrerebbe il campo da qualsiasi dubbio non solo rispetto alla candidatura di Canelli alle prossime regionali di giugno, ma anche a una sua eventuale nomina da assessore esterno, voce che da tempo circola con insistenza.
Devozione verso il proprio ruolo ricoperto ormai da quasi otto anni o incastri partitici che hanno in serbo per lui scatti in avanti ben più lunghi dell’ex capitale Torino?