Cannavacciuolo desaparecido, Ravanelli: «Siamo in un limbo, dall’azienda solo silenzi»

Bistrot chiuso da quattro mesi. Il presidente della Fondazione Teatro Coccia, proprietaria dei locali, commenta la situazione. Anche il Comune non sa cosa accadrà

«Siamo in un limbo. Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni, solo silenzi, e questa situazione è un danno di immagine per la città ma soprattutto per il marchio». Così il presidente della Fondazione Teatro Coccia, Fabio Ravanelli, commenta la chiusura – ormai di quattro mesi e che si ipotizza essere definitiva – del Bistrot Cannavacciuolo situato nei locali di proprietà della Fondazione.

L’ultima dichiarazione ufficiale del gruppo risale all’inizio di febbraio quando ancora parlava di pausa invernale e del fatto che la proprietà stava facendo delle valutazioni su un eventuale cambio di format del locale. Poi più nulla nonostante le sollecitazioni. Il gruppo Cannavacciuolo con il Teatro ha stipulato una convenzione nel 2014 – della durata di 9 anni – a fronte dell’assegnazione del bando per la gestione dei locali. Convenzione che è stata rinnovata a novembre del 2023, valida fino al 2032, e che prevede il versamento da parte del gruppo di un affitto complessivo di 378 mila euro.

«La Fondazione continua a ricevere i canoni di affitto ma, come già detto, il problema è l’assenza di un marchio così importante nel cuore di Novara – aggiunge Ravanelli -. Oltre al fatto che il Teatro, in piena stagione, è rimasto senza servizio bar per tutto questo tempo».

In città è circolata la voce che il gruppo avrebbe ricevuto un’offerta di 500 mila euro da un industriale del territorio per rilevare il contenuto del locale e subentrare nella gestione.

Anche il Comune di Novara non ha ricevuto comunicazione, almeno ufficiali, come conferma l’assessore al Commercio, Marina Chiarelli: «Restiamo in attesa di sapere cosa succederà».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Una risposta

  1. Il danno d’immagine per il marchio? Mi verrebbe da dire “ma chi se ne frega!” Usano la città a loro piacimento e poi ci dobbiamo preoccupare per il danno di immagine? Il problema vero è che il teatro non ha più un servizio prezioso e il Comune dovrebbe preoccuparsene. Dovrebbe…

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Cannavacciuolo desaparecido, Ravanelli: «Siamo in un limbo, dall’azienda solo silenzi»

Bistrot chiuso da quattro mesi. Il presidente della Fondazione Teatro Coccia, proprietaria dei locali, commenta la situazione. Anche il Comune non sa cosa accadrà

«Siamo in un limbo. Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni, solo silenzi, e questa situazione è un danno di immagine per la città ma soprattutto per il marchio». Così il presidente della Fondazione Teatro Coccia, Fabio Ravanelli, commenta la chiusura - ormai di quattro mesi e che si ipotizza essere definitiva - del Bistrot Cannavacciuolo situato nei locali di proprietà della Fondazione.

L'ultima dichiarazione ufficiale del gruppo risale all'inizio di febbraio quando ancora parlava di pausa invernale e del fatto che la proprietà stava facendo delle valutazioni su un eventuale cambio di format del locale. Poi più nulla nonostante le sollecitazioni. Il gruppo Cannavacciuolo con il Teatro ha stipulato una convenzione nel 2014 – della durata di 9 anni – a fronte dell’assegnazione del bando per la gestione dei locali. Convenzione che è stata rinnovata a novembre del 2023, valida fino al 2032, e che prevede il versamento da parte del gruppo di un affitto complessivo di 378 mila euro.

«La Fondazione continua a ricevere i canoni di affitto ma, come già detto, il problema è l'assenza di un marchio così importante nel cuore di Novara - aggiunge Ravanelli -. Oltre al fatto che il Teatro, in piena stagione, è rimasto senza servizio bar per tutto questo tempo».

In città è circolata la voce che il gruppo avrebbe ricevuto un'offerta di 500 mila euro da un industriale del territorio per rilevare il contenuto del locale e subentrare nella gestione.

Anche il Comune di Novara non ha ricevuto comunicazione, almeno ufficiali, come conferma l'assessore al Commercio, Marina Chiarelli: «Restiamo in attesa di sapere cosa succederà».

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