Si è riunita il 30 gennaio, la VII Commissione consiliare competente per le politiche sociali, le emergenze sociali, le politiche abitative, la salute pubblica e le politiche giovanili. A chiedere di calendarizzare la commissione erano state le minoranze, dopo l’approvazione all’unanimità di una mozione portata in consiglio da Milù Allegra (Pd) che chiedeva di attivare iniziative concrete volte a migliorare le condizioni generali della popolazione detenuta nella casa circondariale di Novara.
All’inizio della seduta l’assessore alle politiche sociali Teresa Armienti (Fi) ha riportato alcuni numeri sulla casa circondariale che, con una capienza massima 156 detenuti, ne ospita invece 172 di cui 71 in regime di 41bis. Gli agenti in servizio sono invece 160 a cui si uniscono 40 membri del gruppo operativo mobile che segue i detenuti in regime di 41bis. Soltanto 2 gli educatori, in una struttura che sconta la mancanza di spazi comuni per portare avanti le attività che, nonostante questo, sono molte: corsi di alfabetizzazione, di formazione professionale, di giardinaggio e anche di tecnico-veterinari, oltre che una tipografia e un panificio che verrà realizzato grazie a un progetto del Pnrr.
Nel corso della seduta è stata audita la garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Nathalie Pisano, che ha inquadrato la situazione del carcere di Novara con un focus sul progetto di ristrutturazione della palazzina dell’ex sezione femminile che diventerà un’infermeria al piano strada, eliminando così le difficoltà dell’attuale spazio che si trova al primo piano senza ascensore. Pisano ha spiegato come il tema della salute in carcere sia centrale, soprattutto in relazione ai disturbi psichiatrici e alle dipendenze, sempre più frequenti nella popolazione carceraria.
Oltre al tema delle strutture Pisano ha spiegato come sia importante lavorare sui percorsi di reinserimento nella società delle persone detenute che, dentro il carcere, chiedono la possibilità di sviluppare delle competenze da far fruttare una volta usciti per lasciarsi alle spalle i reati commessi. Altro tema fondamentale secondo Pisano è quello del diritto alla casa e dell’emergenza abitativa che spesso è uno dei motivi di preoccupazione per la popolazione detenuta che, uscendo dal carcere, non ha un posto dove andare.
Una commissione “in ascolto” quella a palazzo Cabrino dove, tuttavia, non è passato inosservato l’intervento della consigliera Barbara Pace (Fdi) che ha lamentato il mancato coinvolgimento, in qualità di consigliera provinciale con delega ai rapporti con il mondo del volontariato sociale, nei progetti portati avanti dal Comune e dalla casa circondariale. Un affondo alla collega Armienti o soltanto un modo per ribadire la propria disponibilità?
Al termine dei lavori i commissari hanno convenuto di voler mettere in atto tutte le misure necessarie per poter riunire la prossima commissione all’interno della casa circondariale, come messaggio di apertura della città nei confronti di un luogo che ne è parte integrante.