L’ennesima bastonata per il portafoglio di milioni di italiani arriva dal mercato degli affitti. Negli ultimi mesi, oltre al caro energia e all’incremento dei prezzi dei beni di prima necessità, i canoni immobiliari sono aumentati vertiginosamente. Novara non fa differenza rispetto alle altre città italiane: la maggior parte delle richieste di affitto arriva non solo giovani coppie o single in cerca di autonomia, ma anche dagli studenti fuori sede sostenuti dalle loro famiglie e dai lavoratori in trasferta.
La situazione in città è critica anche a causa della mancanza di appartamenti da affittare. Un tema affrontato in più occasioni dal sindaco Alessandro Canelli oltre che un allarme sociale lanciato dal direttore della Caritas, don Giorgio Borroni.
In vista del Borsino Immobiliare Novarese 2023, in programma domani, 28 febbraio, alle 15 nella sede di Comoli Ferrari, abbiamo rivolto qualche domanda al presidente di Fimaa Alto Piemonte, Filippo Fronte.
Come si colloca il mercato immobiliare delle locazioni sul territorio novarese?
Siamo di fronte a una situazione in crescendo che la pandemia ha acuito, ma che era in corso già da tempo. C’è poca disponibilità di case in affitto perché la domanda è sempre più alta. Il mercato del lavoro è cambiato e il nostro territorio è molto interessante da questo punto di vista, non solo per le possibilità occupazionali derivanti dai nuovi insediamenti produttivi e logistici, che creano maggiore passaggio, ma anche per l’espansione dell’università che richiede più spazi per gli studenti fuori sede. Novara è stata brava a cogliere queste opportunità, ora bisogna agire sul resto.
Alla luce di questo, è cambiata anche la tipologia di contratti?
In realtà le formule sono numerose e si cerca di andare incontro alle esigenze del singolo. Si va dagli accordi transitori a quelli più classici 4+4 anche valutando i numerosi benefici fiscali che spettano ai proprietari.
Perché ci sono così tante persone che fanno fatica ad affittare un appartamento?
Il problema non sono i prezzi, ma la mancanza di offerta. Case sfitte a Novara non ce ne sono, per quanto il settore della locazione è difficile da inquadrare con dati certi rispetto alla compravendita.
Come si può superare questa situazione?
Le soluzioni possono passare dall’idea di creare appartamenti a uso reddito incoraggiando investimenti immobiliari dedicati che offrano servizi sia agli inquilini che ai locatori. Ma anche chiedere alle istituzioni di impegnarsi dando la possibilità di agevolare la ristrutturazione di immobili che diversamente resterebbe abbandonati.
Per quanto riguarda le compravendite, si è verificato un aumento negli ultimi due anni: da 1231 del 2020 a 1596 del 2022, 365 in più.
C’è molta richiesta soprattutto perché che la distanza tra Novara e Milano si è ridotta molto e la città di provincia viene preferita non solo per i prezzi più accessibili ma anche per una maggiore qualità della vita. Il Covid ha portato le persone a cambiare abitudini e, nonostante la tipologia più richiesta sia sempre l’appartamento classico di tre vani più servizi, le persone cercano comunque case con una stanza in più per poter lavorare in smart working. Non bisogna, infine, dimenticare che a differenza di altre aree urbane, Novara dispone ancora di spazi per costruire.
Il tema del Borsino di quest’anno è “Novara direzione smart city”. Come può impattare questo argomento nella vita delle persone?
Cercheremo di presentare le nuove formule dell’abitare anche attraverso gli interventi dei relatori del territorio. Le persone cercano un modo per vivere comodamente a casa propria con adeguate dotazioni per gli impianti, performance abitative e l’inserimento in un contesto agevole. Un nuovo concetto di casa che non si limita agli interni, ma anche a quello che c’è intorno. L’intenzione di far nascere il progetto per il nuovo Piano regolatore dalle idee di tutti è un buon punto di partenza.