Casa Bossi ed ex Macello, c’è la firma: i due immobili sono di proprietà del Fondo. Ma è presto per l’inizio lavori

Ream Sgr, la società torinese che si era aggiudicata la gara, ha stipulato con il Comune l’atto di apporto dei due immobili al Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte

Nella giornata di ieri, 19 gennaio, è stata apposta la firma che cambia il destino di Casa Bossi e dell’ex Macello di piazza Pasteur. Ream Sgr, a seguito dell’aggiudicazione della gara d’appalto per la ri-funzionalizzazione e valorizzazione sia di Casa Bossi (valutata 2 milioni di euro) che dell’ex Macello (2,2 milioni), ha stipulato con il Comune di Novara l’atto di apporto dei due immobili al Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte (Vip), gestito dalla stessa Sgr e istituito in data 5 novembre 2021.

Da ieri formalmente i due immobili non sono più di proprietà comunale, ma del Fondo stesso di cui il Comune fa parte con una quota pari al 22,63%.

Era il 2017 quando Ream Sgr, la società torinese che gestisce quindici fondi di investimento, partecipata da fondazione bancarie piemontesi (Crt, Compagnia di San Paolo, Cassa di risparmio di Asti, Vercelli, Alessandria e Fossano, Fondazione Crc, Fondazione sviluppo e crescita Crt) aveva inviato al Comune la proposta di paternariato pubblico privato. La proposta fu messa a bando, partecipò solo la Ream e nel maggio del 2022 fu disposta l’aggiudicazione.

Il Fondo costituito ieri avrà un durata di 17 anni prorogabili al massimo fino a 23 al termine dei quali dovrà essere liquidato e i due immobili dovranno essere messi sul mercato. Il Comune avrà una sorta di prelazione sull’acquisto di Casa Bossi anche attraverso la costituzione di un nuovo Fondo.

L’operazione di PPP ha un valore di 35 milioni di euro che saranno messi a disposizione dalle fondazioni bancarie che aderiscono al Fondo; altri capitali saranno stanziati Banco Bpm, Fondazione Cariplo e Credito sportivo.

Ora i lavori potrebbero avere inizio, ma è necessario un ulteriore passaggio: per Casa Bossi devono trascorrere ancora sessanta giorni affinché il ministero della Cultura e la Regione possono esercitare il diritto di prelazione: un atto formale considerato il via libera all’alienazione che la Sovrintendenza aveva dato nel 2021. Da cronoprogramma i lavori dovrebbero concludersi entro la fine del 2024. Per l’ex Macello nei prossimi sei mesi dovrà essere presentato il Sue (strumento urbanistico esecutivo) con il dettaglio del progetto dettagliato. Nel frattempo potrebbero essere posizionati i cantieri.

I progetti sono noti da tempo: il monumento antonelliano sarà interamente recuperato destinando i piani più alti a residenze temporanee (si parla di 34 appartamenti tra mono e bilocali), il primo a uffici di rappresentanza; al piano terra e nel cortile spazi per eventi, workshop ed esposizioni oltre alla ristorazione, oltre a una caffetteria e alla nuova sede del Comitato d’Amore per Casa Bossi in dodici anni ha tenuto viva la residenza con eventi culturali. Nell’ex Macello verrà costruito un retail park di quasi 12 mila metri quadrati con negozi, ristoranti e uffici per la gestione commerciale, un supermercato Coop e un parcheggio sotterraneo.

L’IMPEGNO DEL CONSIGLIO COMUNALE A RIACQUISIRE CASA BOSSI

Durante la seduta di consiglio comunale del 7 novembre 2022, il gruppo di minoranza del Pd, prima firmataria la consigliera Milù Allegra, ha presentato una mozione con la quale impegna il Comune a riacquisire la proprietà di Casa Bossi allo scioglimento del Fondo Immobiliare.

Con qualche piccola modifica, il testo è stato approvato all’unanimità. A questo scopo l’amministrazione si impegna «a istituire un capitolo di bilancio attraverso il quale accantonare i fondi necessari per il
riacquisto del monumento neoclassico; a definire un protocollo d’intesa con l’ Ordine degli Architetti affinché, a partire già dalla fase di progetto, vengano assicurate le condizioni di accessibilità e visitabilità da parte del pubblico degli spazi di principale valore monumentale; a garantire l’ampio coinvolgimento di professionalità locali in tema di restauro e di corretta interpretazione delle modalità di conservazione e valorizzazione dei fattori unici e distintivi di Casa Bossi; a ispirare questo intervento in tutte le sue componenti, alla piena applicazione della ‘Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Casa Bossi ed ex Macello, c’è la firma: i due immobili sono di proprietà del Fondo. Ma è presto per l’inizio lavori

Ream Sgr, la società torinese che si era aggiudicata la gara, ha stipulato con il Comune l’atto di apporto dei due immobili al Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte

Nella giornata di ieri, 19 gennaio, è stata apposta la firma che cambia il destino di Casa Bossi e dell’ex Macello di piazza Pasteur. Ream Sgr, a seguito dell’aggiudicazione della gara d’appalto per la ri-funzionalizzazione e valorizzazione sia di Casa Bossi (valutata 2 milioni di euro) che dell’ex Macello (2,2 milioni), ha stipulato con il Comune di Novara l’atto di apporto dei due immobili al Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte (Vip), gestito dalla stessa Sgr e istituito in data 5 novembre 2021.

Da ieri formalmente i due immobili non sono più di proprietà comunale, ma del Fondo stesso di cui il Comune fa parte con una quota pari al 22,63%.

Era il 2017 quando Ream Sgr, la società torinese che gestisce quindici fondi di investimento, partecipata da fondazione bancarie piemontesi (Crt, Compagnia di San Paolo, Cassa di risparmio di Asti, Vercelli, Alessandria e Fossano, Fondazione Crc, Fondazione sviluppo e crescita Crt) aveva inviato al Comune la proposta di paternariato pubblico privato. La proposta fu messa a bando, partecipò solo la Ream e nel maggio del 2022 fu disposta l’aggiudicazione.

Il Fondo costituito ieri avrà un durata di 17 anni prorogabili al massimo fino a 23 al termine dei quali dovrà essere liquidato e i due immobili dovranno essere messi sul mercato. Il Comune avrà una sorta di prelazione sull’acquisto di Casa Bossi anche attraverso la costituzione di un nuovo Fondo.

L’operazione di PPP ha un valore di 35 milioni di euro che saranno messi a disposizione dalle fondazioni bancarie che aderiscono al Fondo; altri capitali saranno stanziati Banco Bpm, Fondazione Cariplo e Credito sportivo.

Ora i lavori potrebbero avere inizio, ma è necessario un ulteriore passaggio: per Casa Bossi devono trascorrere ancora sessanta giorni affinché il ministero della Cultura e la Regione possono esercitare il diritto di prelazione: un atto formale considerato il via libera all’alienazione che la Sovrintendenza aveva dato nel 2021. Da cronoprogramma i lavori dovrebbero concludersi entro la fine del 2024. Per l’ex Macello nei prossimi sei mesi dovrà essere presentato il Sue (strumento urbanistico esecutivo) con il dettaglio del progetto dettagliato. Nel frattempo potrebbero essere posizionati i cantieri.

I progetti sono noti da tempo: il monumento antonelliano sarà interamente recuperato destinando i piani più alti a residenze temporanee (si parla di 34 appartamenti tra mono e bilocali), il primo a uffici di rappresentanza; al piano terra e nel cortile spazi per eventi, workshop ed esposizioni oltre alla ristorazione, oltre a una caffetteria e alla nuova sede del Comitato d’Amore per Casa Bossi in dodici anni ha tenuto viva la residenza con eventi culturali. Nell’ex Macello verrà costruito un retail park di quasi 12 mila metri quadrati con negozi, ristoranti e uffici per la gestione commerciale, un supermercato Coop e un parcheggio sotterraneo.

L’IMPEGNO DEL CONSIGLIO COMUNALE A RIACQUISIRE CASA BOSSI

Durante la seduta di consiglio comunale del 7 novembre 2022, il gruppo di minoranza del Pd, prima firmataria la consigliera Milù Allegra, ha presentato una mozione con la quale impegna il Comune a riacquisire la proprietà di Casa Bossi allo scioglimento del Fondo Immobiliare.

Con qualche piccola modifica, il testo è stato approvato all’unanimità. A questo scopo l’amministrazione si impegna «a istituire un capitolo di bilancio attraverso il quale accantonare i fondi necessari per il
riacquisto del monumento neoclassico; a definire un protocollo d’intesa con l’ Ordine degli Architetti affinché, a partire già dalla fase di progetto, vengano assicurate le condizioni di accessibilità e visitabilità da parte del pubblico degli spazi di principale valore monumentale; a garantire l’ampio coinvolgimento di professionalità locali in tema di restauro e di corretta interpretazione delle modalità di conservazione e valorizzazione dei fattori unici e distintivi di Casa Bossi; a ispirare questo intervento in tutte le sue componenti, alla piena applicazione della ‘Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore