Quando aprirà la nuova struttura ristorativa prevista nel Castello? Lo hanno chiesto con un’interrogazione nel corso del Consiglio comunale di ieri, giovedì 6 aprile, i rappresentanti del Partito democratico, ottenendo una risposta da parte del sindaco Alessandro Canelli, nelle vesti di titolare della delega alla Cultura, che li ha lasciati insoddisfatti.
Ma andiamo con ordine, ripercorrendo le ultime tappe della vicenda. Il 14 ottobre dello scorso anno, come ha avuto modo di spiegare lo stesso Canelli, si è chiuso il bando per la presentazione delle domande di partecipazione per la procedura dell’assegnazione degli spazi da adibirsi a bar – ristorante del Castello. Il 9 novembre è stata nominata la Commissione aggiudicatrice che, riunitasi il giorno 21, ha valutato positivamente l’unica proposta pervenuta, quella di Luca Caldarola, titolare dell’omonima pasticceria novarese. Il verbale è stato approvato dal Consiglio di gestione della Fondazione Castello il 20 dicembre e due giorni dopo l’aggiudicazione è stata resa pubblica. Il 21 febbraio Caldarola ha però manifestato alcune perplessità legate alla situazione strutturale dell’immobile, comunicando che il contratto sarebbe stato sottoscritto da un nuovo soggetto appositamente costituito, inoltrando una prima ipotesi di sistemazione dei locali e del dehor; cosa che è stata esaminata con alcuni rilievi da parte della Fondazione, coadiuvata dai tecnici del Comune.
«I rilievi – ha spiegato il sindaco – sono stati comunicati dalla Fondazione a Caldarola con una nota dello scorso 31 marzo. Nello stesso documento è stato chiesto di sottoscrivere il contratto non oltre il prossimo 30 giugno, così da adempiere alle incombenze necessarie, incluse la definizione delle opere, le autorizzazioni della Soprintendenza per i lavori e la concessione dell’immobile».
Proprio lunedì scorso, ha proseguito il primo cittadino, «sono stati effettuasti sopralluoghi con l’aggiudicatario per definire compiutamente il progetto definitivo da sottoporre a Fondazione, Comune e Soprintendenza. Il canone di concessione decorrà dal’effettiva apertura dei locali e comunque non oltre sei mesi dalla data di sottoscrizione della convenzione. La struttura si potrà aprire, si presume, nei medesimi termini. A margine è stato affidato a un architetto paesaggista l’incarico professionale per la redazione di un progetto di fattibilità tecnico – economica delle opere di sistemazione del cortile».
«C’era ancora assessore Iodice – ha replicato la consigliera “dem” Sara Paladini – quando da lui ci venne comunicato che il bar del Castello sarebbe stato aperto entro l’estate del 2021. Sono passati due anni e oggi si spera che entro giugno sia sottoscritto il contratto. Siamo in fortissimo ritardo. Stiamo parlando di un’esigenza per la vitalità stessa di quella struttura. Non ho avuto neppure chiarezza circa le perplessità manifestate dal nuovo gestore e il lavoro che dovrà svolgere l’architetto. La situazione è nuovamente confusa e si procede con spot. Si parla di apertura da quando la Fondazione era guidata da Atelli. Quello che energe è una chiara non volontà di affrontare questo tema».