C’è il bando per Casa Bossi e l’ex Macello. Tra un mese il via alla gara d’appalto del valore di 3 milioni di euro

Con una determina dirigenziale il Comune ha avviato la procedura a evidenza pubblica, manca solo la pubblicazione in Gazzetta. Si ipotizza il 1 febbraio per la costituzione del Fondo immobiliare

C’è il bando per la riqualificazione di Casa Bossi e il recupero dell’ex Macello. Con una determina dirigenziale datata 15 dicembre 2021 il Comune ha avviato la procedura a evidenza pubblica con la richiesta di pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale che avverrà trascorsi trenta giorni. Il valore massimo dell’appalto è stato stimato in 3.072.824 euro.

Come si ricorderà, l’idea di progetto ha avuto inizio nel 2017 quando Ream Sgr (società torinese che gestisce asset per un miliardo di euro con enti pubblici e privati) aveva inviato al Comune una proposta per il conferimento di Casa Bossi in un Fondo immobiliare insieme all’ex Macello e alla manifattura Tabacchi di Torino – di proprietà del demanio -, quest’ultima poi svincolata in un secondo momento. Ream aveva deciso di proseguire con soli due immobili e a fine 2019 il Comune aveva affidato una due diligence a Rina Prime, la prima società in Italia specializzata in studi di fattibilità, valutazione di gestioni patrimoniali e portafogli immobiliari. Il valore stimato era stato di 2 milioni di euro per Casa Bossi, 2 milioni e 300 mila per l’ex Macello.

La determina richiama la deliberazione di consiglio comunale dello scorso 28 luglio – approvata con i soli voti della maggioranza – con la quale si dichiara «il pubblico interesse alla proposta di valorizzazione degli immobili di proprietà
comunale presentata dalla Ream che prevede la costituzione del “Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte” al quale saranno trasferiti i predetti beni, perché essa consentirà di restituire alla cittadinanza la fruizione di “Casa
Bossi” e di recuperare e ristrutturare l’ex Macello civico trasformandolo in un retail park».

Fondo la cui durata «è fissata in 17 anni con decorrenza presumibilmente dal 01 febbraio 2022. Il contratto potrà essere rinnovato per un periodo di un anno, alla scadenza del contratto stesso, alle condizioni costitutive del fondo stesso contenute nel documento definito “Regolamento del Fondo”. I beni potranno essere alienati alle condizioni previste dai documenti di gara e il Comune di Novara potrà esercitare il diritto di prelazione per riacquistare gli immobili»

Viene, inoltre, ricordato che «la procedura è finalizzata all’individuazione di proposte migliorative rispetto a quella presentata dal promotore» e che «la concessione verrà affidata anche nell’ipotesi di presentazione di una sola offerta valida».

Nel testo della determina è riportata anche l’autorizzazione del Ministero della Cultura – giunto dopo il parere favorevole della Soprintendenza – all’alienazione di Casa Bossi subordinata all’osservanza di un serie di condizioni «che costituiranno vincolo contrattuale» tra cui «la conservazione del bene mediante l’attuazione di adeguate opere di manutenzione e restauro; i relativi progetti dovranno essere sottoposti alla preventiva approvazione della Soprintendenza competente»; «l’immobile non dovrà essere destinato ad usi, anche a carattere temporaneo, suscettibili di arrecare pregiudizio alla sua conservazione e fruizione pubblica o comunque non compatibili con il carattere storico e artistico del bene medesimo»; «dovrà essere mantenuta al piano terra, l’apertura al pubblico degli spazi comuni del cortile, dell’atrio, dei portici e delle sale con destinazione espositiva/didattica e culturale in forma stabile; al piano primo sono ammesse attività terziarie che siano coerenti con le caratteristiche di pregio dell’immobile, privilegiando destinazioni che assicurino la pubblica fruizione e la valorizzazione culturale dell’immobile e della sua storia per visite ed attività culturali sull’intero piano o almeno nelle sale individuate nel progetto di valorizzazione, sale con l’affaccio sulla loggia centrale e l’ambiente verso il cortile; per le restanti porzioni dell’immobile, potranno essere previste occasioni particolari di pubblica fruizione, previo accordo con la proprietà».

Il ministero, inoltre, auspica che «al termine della durata del fondo immobiliare si debba procedere all’alienazione del palazzo, sia preferibilmente percorsa la via della cessione unitaria e non frazionata».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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C’è il bando per Casa Bossi e l’ex Macello. Tra un mese il via alla gara d’appalto del valore di 3 milioni di euro

Con una determina dirigenziale il Comune ha avviato la procedura a evidenza pubblica, manca solo la pubblicazione in Gazzetta. Si ipotizza il 1 febbraio per la costituzione del Fondo immobiliare

C’è il bando per la riqualificazione di Casa Bossi e il recupero dell’ex Macello. Con una determina dirigenziale datata 15 dicembre 2021 il Comune ha avviato la procedura a evidenza pubblica con la richiesta di pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale che avverrà trascorsi trenta giorni. Il valore massimo dell’appalto è stato stimato in 3.072.824 euro.

Come si ricorderà, l’idea di progetto ha avuto inizio nel 2017 quando Ream Sgr (società torinese che gestisce asset per un miliardo di euro con enti pubblici e privati) aveva inviato al Comune una proposta per il conferimento di Casa Bossi in un Fondo immobiliare insieme all’ex Macello e alla manifattura Tabacchi di Torino – di proprietà del demanio -, quest’ultima poi svincolata in un secondo momento. Ream aveva deciso di proseguire con soli due immobili e a fine 2019 il Comune aveva affidato una due diligence a Rina Prime, la prima società in Italia specializzata in studi di fattibilità, valutazione di gestioni patrimoniali e portafogli immobiliari. Il valore stimato era stato di 2 milioni di euro per Casa Bossi, 2 milioni e 300 mila per l’ex Macello.

La determina richiama la deliberazione di consiglio comunale dello scorso 28 luglio – approvata con i soli voti della maggioranza – con la quale si dichiara «il pubblico interesse alla proposta di valorizzazione degli immobili di proprietà
comunale presentata dalla Ream che prevede la costituzione del “Fondo Valorizzazione e Innovazione Piemonte” al quale saranno trasferiti i predetti beni, perché essa consentirà di restituire alla cittadinanza la fruizione di “Casa
Bossi” e di recuperare e ristrutturare l’ex Macello civico trasformandolo in un retail park».

Fondo la cui durata «è fissata in 17 anni con decorrenza presumibilmente dal 01 febbraio 2022. Il contratto potrà essere rinnovato per un periodo di un anno, alla scadenza del contratto stesso, alle condizioni costitutive del fondo stesso contenute nel documento definito “Regolamento del Fondo”. I beni potranno essere alienati alle condizioni previste dai documenti di gara e il Comune di Novara potrà esercitare il diritto di prelazione per riacquistare gli immobili»

Viene, inoltre, ricordato che «la procedura è finalizzata all’individuazione di proposte migliorative rispetto a quella presentata dal promotore» e che «la concessione verrà affidata anche nell’ipotesi di presentazione di una sola offerta valida».

Nel testo della determina è riportata anche l’autorizzazione del Ministero della Cultura – giunto dopo il parere favorevole della Soprintendenza – all’alienazione di Casa Bossi subordinata all’osservanza di un serie di condizioni «che costituiranno vincolo contrattuale» tra cui «la conservazione del bene mediante l’attuazione di adeguate opere di manutenzione e restauro; i relativi progetti dovranno essere sottoposti alla preventiva approvazione della Soprintendenza competente»; «l’immobile non dovrà essere destinato ad usi, anche a carattere temporaneo, suscettibili di arrecare pregiudizio alla sua conservazione e fruizione pubblica o comunque non compatibili con il carattere storico e artistico del bene medesimo»; «dovrà essere mantenuta al piano terra, l’apertura al pubblico degli spazi comuni del cortile, dell’atrio, dei portici e delle sale con destinazione espositiva/didattica e culturale in forma stabile; al piano primo sono ammesse attività terziarie che siano coerenti con le caratteristiche di pregio dell’immobile, privilegiando destinazioni che assicurino la pubblica fruizione e la valorizzazione culturale dell’immobile e della sua storia per visite ed attività culturali sull’intero piano o almeno nelle sale individuate nel progetto di valorizzazione, sale con l’affaccio sulla loggia centrale e l’ambiente verso il cortile; per le restanti porzioni dell’immobile, potranno essere previste occasioni particolari di pubblica fruizione, previo accordo con la proprietà».

Il ministero, inoltre, auspica che «al termine della durata del fondo immobiliare si debba procedere all’alienazione del palazzo, sia preferibilmente percorsa la via della cessione unitaria e non frazionata».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore