L’uomo non voleva che lei si truccasse per uscire né che frequentasse le amiche. Era ossessionato dalla gelosia. Controllava di continuo il suo cellulare e monitorava tutte le sue spese e non le consentiva nemmeno di andare a fare la spesa senza il suo consenso. Poi insulti quasi giornalieri e percosse, tirate di capelli, schiaffi. Un clima di violenze fisiche e psicologiche fra le mura domestiche quello raccontato cinque anni fa ai carabinieri da una donna di 38 anni residente nel Medio Novarese: la sua denuncia ha portato alla condanna dell’ex compagno E.M. 45 anni, di Borgomanero, a 2 anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti in famiglia, lesioni e stalking. Il giudice ha anche stabilito il risarcimento dei danni per la vittima parte civile. Il difensore dell’imputato, invece, aveva chiesto l’assoluzione. Scontato l’appello.
Fra i vari episodi raccontati dalla donna c’è in particolare un’aggressione avvenuta il 16 gennaio 2018: il compagno le aveva afferrato il collo e l’aveva colpita con due schiaffi, e poi anche con calci alla schiena. Quando lei era andata via di casa erano iniziati i messaggi su WhatsApp, a volte una decina, altre anche trenta, quaranta, di giorno ma soprattutto di notte, alle 3, alle 4, la mattina alle 6. Oltre 300 quelli che le aveva mandato in dodici giorni nel gennaio di quell’anno. Iniziavano tutti con «Amore mio». Poi, però, una raffica di considerazioni sul comportamento morale della donna, cui veniva dato spesso della prostituta. L’uomo, così è emerso durante le indagini, controllava anche il profilo Facebook della ex: «Perché hai cancellato le nostre foto?», continuava a chiederle. Senza dimenticare i passaggi in auto sotto casa dei genitori della donna, dove lei si era stabilita temporaneamente. Dopo una decina di giorni di persecuzione, la decisione dei lei di andare in caserma.