Centro storico, 4 chilometri tra negozi chiusi e nuove sfide per il commercio

Diciannove serrande abbassate. L'assessora Stangalini: «L'amministrazione deve lavorare in sinergia per rendere il centro più frequentato e attrarre persone»

Quattro chilometri, è questo il tragitto percorso tra le vie del centro della città di Novara per monitorare la situazione del commercio e dei negozi chiusi o sfitti. Una passeggiata tra le principali strade del centro città, da corso Cavallotti a corso Italia passando per via Gaudenzio Ferrari, corso Cavour e corso Mazzini. La tipica promenade del cittadino novarese a caccia di occasioni d’acquisto o, il più delle volte, curioso di osservare le vetrine dei negozi.

Osservare, una parola scelta non a caso, perché come è risaputo i dati del commercio al dettaglio danno segnali di profonda crisi. Non aumentano gli stipendi, aumenta il costo della vita e il potere d’acquisto, così le persone non comprano e i negozianti non incassano. A questo si aggiunge poi il commercio online che ha cambiato profondamente le abitudini dei consumatori, specialmente tra i più giovani, con ricadute dirette sul tessuto imprenditoriale urbano e sull’ambiente.

E, infatti, passeggiando tra le vie del centro non è difficile notare vetrine impolverate e serrande abbassate, rappresentazione plastica di un commercio che cambia a Novara e in tutto il Paese. In pochi chilometri ne abbiamo potute contare 19, distribuite lungo tutto il tragitto, che hanno ospitato negozi più o meno grandi, catene di franchising ma anche negozi storici di vendita al dettaglio.

Luoghi vuoti che «vorremmo riempire con delle vetrofanie che riportino foto storiche della città» spiega l’assessora al Commercio Maria Cristina Stangalini che aggiunge «un’iniziativa che stiamo portando avanti con Raccontiamo Novara e che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i proprietari e i commercianti sul tema del centro storico e dei locali chiusi».

«Il problema è comune a tutti i capoluoghi di regione con cui ho avuto un confronto qualche giorno fa al grattacielo della Regione Piemonte, alla presenza dell’assessore Paolo Bongioanni, anche se a Novara la situazione è più contenuta che in altre città del Piemonte» aggiunge Stangalini che riconosce «la necessità che l’amministrazione lavori in sinergia per rendere il centro più frequentato e attrarre persone all’interno dei negozi di prossimità. Serve rendere attrattiva la città e mettersi in testa che più cose si organizzano, più le persone arriveranno e saranno disposte a spendere nei negozi del centro».

Una situazione di crisi, quindi, che richiede soluzioni complesse che passano dal coinvolgimento dei negozianti, dei proprietari e della città tutta. In un contesto che sembra sempre di più favorire i grandi marchi e le grandi catene rispetto ai negozi di quartiere e ai servizi di prossimità. Una sfida per l’amministrazione Canelli che può dimostrare di essere all’altezza del compito.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Centro storico, 4 chilometri tra negozi chiusi e nuove sfide per il commercio

Diciannove serrande abbassate. L’assessora Stangalini: «L’amministrazione deve lavorare in sinergia per rendere il centro più frequentato e attrarre persone»

Quattro chilometri, è questo il tragitto percorso tra le vie del centro della città di Novara per monitorare la situazione del commercio e dei negozi chiusi o sfitti. Una passeggiata tra le principali strade del centro città, da corso Cavallotti a corso Italia passando per via Gaudenzio Ferrari, corso Cavour e corso Mazzini. La tipica promenade del cittadino novarese a caccia di occasioni d’acquisto o, il più delle volte, curioso di osservare le vetrine dei negozi.

Osservare, una parola scelta non a caso, perché come è risaputo i dati del commercio al dettaglio danno segnali di profonda crisi. Non aumentano gli stipendi, aumenta il costo della vita e il potere d’acquisto, così le persone non comprano e i negozianti non incassano. A questo si aggiunge poi il commercio online che ha cambiato profondamente le abitudini dei consumatori, specialmente tra i più giovani, con ricadute dirette sul tessuto imprenditoriale urbano e sull’ambiente.

E, infatti, passeggiando tra le vie del centro non è difficile notare vetrine impolverate e serrande abbassate, rappresentazione plastica di un commercio che cambia a Novara e in tutto il Paese. In pochi chilometri ne abbiamo potute contare 19, distribuite lungo tutto il tragitto, che hanno ospitato negozi più o meno grandi, catene di franchising ma anche negozi storici di vendita al dettaglio.

Luoghi vuoti che «vorremmo riempire con delle vetrofanie che riportino foto storiche della città» spiega l’assessora al Commercio Maria Cristina Stangalini che aggiunge «un’iniziativa che stiamo portando avanti con Raccontiamo Novara e che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i proprietari e i commercianti sul tema del centro storico e dei locali chiusi».

«Il problema è comune a tutti i capoluoghi di regione con cui ho avuto un confronto qualche giorno fa al grattacielo della Regione Piemonte, alla presenza dell’assessore Paolo Bongioanni, anche se a Novara la situazione è più contenuta che in altre città del Piemonte» aggiunge Stangalini che riconosce «la necessità che l’amministrazione lavori in sinergia per rendere il centro più frequentato e attrarre persone all’interno dei negozi di prossimità. Serve rendere attrattiva la città e mettersi in testa che più cose si organizzano, più le persone arriveranno e saranno disposte a spendere nei negozi del centro».

Una situazione di crisi, quindi, che richiede soluzioni complesse che passano dal coinvolgimento dei negozianti, dei proprietari e della città tutta. In un contesto che sembra sempre di più favorire i grandi marchi e le grandi catene rispetto ai negozi di quartiere e ai servizi di prossimità. Una sfida per l’amministrazione Canelli che può dimostrare di essere all’altezza del compito.

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24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.