Che il progetto sulla Cittadella dello sport sia ormai fermo da quasi un anno non è più un segreto per nessuno. Così come non lo è il fatto che nell’agenda di sviluppo urbano pensata dall’amministrazione Canelli, denominata “Novara 2030” e che contiene tutti i grandi progetti sulla città, non ci sia traccia di quelli riguardanti l’impiantistica sportiva.
La conferma era arrivata dallo stesso primo cittadino nel mese di ottobre in un’intervista a La Voce. Proprio sulla Cittadella aveva detto: «Dobbiamo capire quali sono le condizioni rispetto al disegno che inizialmente era stato presentato».
Un progetto ambizioso, 36 milioni di euro, che prevedeva la riqualificazione degli impianti sportivi già esistenti in viale Kennedy oltre a una riorganizzazione della viabilità e dei parcheggi. A proporre l’intervento, a fianco del Novara Calcio, era stata Yard, società al 45% del gruppo De Agostini. «Credo che questa partnership tra pubblico e privato offra una grande opportunità nell’ottica di un complessivo arricchimento e miglioramento di tutte le strutture sportive presenti» dichiarava il sindaco a gennaio 2019. È così che il 6 giugno erano stati presentati alla cittadinanza i sei progetti per il concorso di idee; il 19 luglio una commissione tecnica appositamente costituita aveva decretato vincitore lo studio dell’architetto milanese Andrea Maffei (nell’immagine in evidenza). «La partita inizia adesso – aveva affermato Canelli all’indomani della scelta dell’idea di progetto -. E’ stata definita un precisa filosofia progettuale nell’ottica della volontà di andare avanti. Ripeto la partita inizia adesso, è una sfida importantissima, un’occasione unica per tutta la città».
Tutto sembrava compiuto. Invece otto mesi dopo, a fine febbraio 2020, lo stop improvviso. Sulle motivazioni erano circolate tante ipotesi, ma nessuna mai veramente confermata dalle parti in causa che avevano preferito la via del silenzio. Fatto sta che la controllata di De Agostini avrebbe dovuto portare i finanziatori disponibili a sostenere il progetto e consegnare al Comune lo studio di fattibilità e il piano economico finanziario. Tutto questo, però, non è avvenuto e il progetto si è arenato.
A riaprire la questione sono state le dichiarazioni del sindaco Canelli nel corso della conferenza stampa di fine mandato di ieri mattina, mercoledì 13 gennaio: «Non c’era chiarezza sugli investimenti nè garanzie da parte dell’investitore, ovvero di Yard. Piu è scoppiato il Covid e ci sono state altre priorità» ha spiegato nell’analizzare le cause che hanno portato alla brusca interruzione di un progetto che avrebbe rivoluzionato l’area stadio – Agogna.
Sempre a ottobre e ancora ieri, Canelli ha auspicato di poter procedere all’operazione con il solo coinvolgimento del Comune e grazie alle risorse del Recovery plan. Ma se non dovessero esserci le condizioni? «Penseremo a un piano B con una nuova ipotesi di partnership tra pubblico e privato» ha detto. Tutto da rifare, dunque, e tutto da capo. Con poche certezze al momento e con una sensazione tutt’altro che rassicurante: con la campagna elettorale appena iniziata e la conta dei progetti avviati o portati a compimento, il fatto che la Cittadella dello sport sia finita nel dimenticatoio e condannata all’oblio non lascia presagire nulla di buono. D’altra parte si sa: la campagna elettorale è il periodo in cui si combattono solo battaglie che si è certi di vincere mentre si abbandonano, sperando nessuno lo noti, quelle che si è certi di perdere.
Però questa volta a perdere una grande occasione sarebbe la città tutta.
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