Chiude il punto pediatrico del sabato a Novara: 145 famiglie scrivono un appello per riattivarlo

Il direttore dell'Asl Penna: «Pochi pediatri extra orario, confido di trovare presto una soluzione alternativa». La vicenda approda anche in consiglio regionale con una QT di Rossi

La notizia della chiusura del punto di assistenza pediatrica territoriale (PAPT) del sabato mattina in viale Roma, a Novara, ha scatenato una reazione immediata da parte delle famiglie. In pochi giorni, 145 genitori hanno firmato un accorato appello indirizzato al direttore generale dell’Asl Angelo Penna al governatore del Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Novara Alessandro Canelli chiedendo che la decisione venga rivista con urgenza.

L’iniziativa è nata spontaneamente all’interno della chat WhatsApp Mamme tutte insieme Novara e dintorni e ha visto come promotori Elisa Ardizio, Alessandra Cominetti e Claudio Ardizio. Il testo della lettera sottolinea le gravi conseguenze che questa sospensione potrebbe avere per le famiglie novaresi, in particolare per quelle che non possono permettersi visite pediatriche a pagamento.

«Questa decisione avrà conseguenze pesantissime per le famiglie della nostra città – si legge nell’appello – andando a colpire in particolar modo quelle che non possono permettersi consulenze mediche private. Già oggi il pronto soccorso pediatrico è in condizioni critiche, con tempi di attesa lunghissimi e un sovraccarico che mette a dura prova il personale sanitario. La sospensione del PAPT non farà altro che peggiorare la situazione».

La scorsa settimana l’Asl aveva comunicato ufficialmente la sospensione del servizio a Novara per mancanza di personale disponibile a coprire i turni e che il punto di Borgomanero sarebbe rimasto operativo ogni sabato non festivo, dalle 8 alle 12.

Come già accade per i medici di base, infatti, anche tra i pediatri si riscontra una carenza strutturale: il numero di professionisti è insufficiente rispetto agli assistiti, e ancora meno sostenibile quando si tratta di garantire un servizio al di fuori dell’orario lavorativo ordinario.

«Non possiamo permettere che i più piccoli vengano lasciati senza tutela – prosegue la lettera – né che le famiglie si trovino costrette a scegliere tra un pronto soccorso sovraccarico, una struttura distante come quella di Borgomanero, o l’impossibilità di accedere a cure private. Ci chiediamo come sia possibile che una città come Novara possa permettersi un tale arretramento nei servizi essenziali destinati ai bambini».

Dalla direzione dell’Asl arrivano però segnali di apertura. Il direttore generale Penna, intervenuto sulla questione, spiega: «Ho parlato informalmente con i pediatri e le loro rappresentanze sindacali: il numero ridotto di medici, solo tre, impediva di continuare con il servizio. Si sono impegnati a cercare nuovi colleghi, anche in provincia, in modo da rendere sostenibili i turni, magari con l’impegno di meno di un sabato al mese per ciascuno. L’Asl è pronta a mettere a disposizione ambulatori, attrezzature e altro personale. Vediamo se si riuscirà a trovare un accordo. Confido che si possa arrivare presto a una soluzione alternativa».

La vicenda è approdata anche in consiglio regionale, dove nella seduta di ieri, 8 aprile, il consigliere Domenico Rossi ha presentato una question time. A rispondere è stato l’assessore Alberto Vignale cha ha sottolineato la mancanza di pediatri disponibili al servizio mentre «dal lunedì a venerdì il numero di pediatri attualmente in servizio garantisce la copertura assistenziale».

«La mia interrogazione voleva stimolare una pronta soluzione del problema che inevitabilmente si ripercuote soprattutto sulle famiglie più fragili così come sul pronto soccorso del Maggiore – replica Rossi -. Il servizio PAPT era nato proprio con l’obiettivo di rispondere alle comuni problematiche pediatriche alleggerendo e riducendo il ricorso improprio ai servizi di pronto soccorso che già soffre in termini di tempi di attesa, sovraccarico della struttura e del lavoro degli operatori sanitari. Ancora una volta registriamo l’atteggiamento passivo della Regione. Ma non ci si può limitare ad aspettare una proposta alternativa annunciata dai pediatri di libera scelta. Serve un atteggiamento proattivo capace di mettere in campo ogni incentivo e percorso per proseguire un servizio utile che viene erogato da oltre 10 anni. Analogamente ci appelliamo alla comunità di pediatri affinché si arrivi in tempi rapidi alla ripresa dell’attività».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Chiude il punto pediatrico del sabato a Novara: 145 famiglie scrivono un appello per riattivarlo

Il direttore dell’Asl Penna: «Pochi pediatri extra orario, confido di trovare presto una soluzione alternativa». La vicenda approda anche in consiglio regionale con una QT di Rossi

La notizia della chiusura del punto di assistenza pediatrica territoriale (PAPT) del sabato mattina in viale Roma, a Novara, ha scatenato una reazione immediata da parte delle famiglie. In pochi giorni, 145 genitori hanno firmato un accorato appello indirizzato al direttore generale dell’Asl Angelo Penna al governatore del Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Novara Alessandro Canelli chiedendo che la decisione venga rivista con urgenza.

L’iniziativa è nata spontaneamente all’interno della chat WhatsApp Mamme tutte insieme Novara e dintorni e ha visto come promotori Elisa Ardizio, Alessandra Cominetti e Claudio Ardizio. Il testo della lettera sottolinea le gravi conseguenze che questa sospensione potrebbe avere per le famiglie novaresi, in particolare per quelle che non possono permettersi visite pediatriche a pagamento.

«Questa decisione avrà conseguenze pesantissime per le famiglie della nostra città – si legge nell’appello – andando a colpire in particolar modo quelle che non possono permettersi consulenze mediche private. Già oggi il pronto soccorso pediatrico è in condizioni critiche, con tempi di attesa lunghissimi e un sovraccarico che mette a dura prova il personale sanitario. La sospensione del PAPT non farà altro che peggiorare la situazione».

La scorsa settimana l’Asl aveva comunicato ufficialmente la sospensione del servizio a Novara per mancanza di personale disponibile a coprire i turni e che il punto di Borgomanero sarebbe rimasto operativo ogni sabato non festivo, dalle 8 alle 12.

Come già accade per i medici di base, infatti, anche tra i pediatri si riscontra una carenza strutturale: il numero di professionisti è insufficiente rispetto agli assistiti, e ancora meno sostenibile quando si tratta di garantire un servizio al di fuori dell’orario lavorativo ordinario.

«Non possiamo permettere che i più piccoli vengano lasciati senza tutela – prosegue la lettera – né che le famiglie si trovino costrette a scegliere tra un pronto soccorso sovraccarico, una struttura distante come quella di Borgomanero, o l’impossibilità di accedere a cure private. Ci chiediamo come sia possibile che una città come Novara possa permettersi un tale arretramento nei servizi essenziali destinati ai bambini».

Dalla direzione dell’Asl arrivano però segnali di apertura. Il direttore generale Penna, intervenuto sulla questione, spiega: «Ho parlato informalmente con i pediatri e le loro rappresentanze sindacali: il numero ridotto di medici, solo tre, impediva di continuare con il servizio. Si sono impegnati a cercare nuovi colleghi, anche in provincia, in modo da rendere sostenibili i turni, magari con l’impegno di meno di un sabato al mese per ciascuno. L’Asl è pronta a mettere a disposizione ambulatori, attrezzature e altro personale. Vediamo se si riuscirà a trovare un accordo. Confido che si possa arrivare presto a una soluzione alternativa».

La vicenda è approdata anche in consiglio regionale, dove nella seduta di ieri, 8 aprile, il consigliere Domenico Rossi ha presentato una question time. A rispondere è stato l’assessore Alberto Vignale cha ha sottolineato la mancanza di pediatri disponibili al servizio mentre «dal lunedì a venerdì il numero di pediatri attualmente in servizio garantisce la copertura assistenziale».

«La mia interrogazione voleva stimolare una pronta soluzione del problema che inevitabilmente si ripercuote soprattutto sulle famiglie più fragili così come sul pronto soccorso del Maggiore – replica Rossi -. Il servizio PAPT era nato proprio con l’obiettivo di rispondere alle comuni problematiche pediatriche alleggerendo e riducendo il ricorso improprio ai servizi di pronto soccorso che già soffre in termini di tempi di attesa, sovraccarico della struttura e del lavoro degli operatori sanitari. Ancora una volta registriamo l’atteggiamento passivo della Regione. Ma non ci si può limitare ad aspettare una proposta alternativa annunciata dai pediatri di libera scelta. Serve un atteggiamento proattivo capace di mettere in campo ogni incentivo e percorso per proseguire un servizio utile che viene erogato da oltre 10 anni. Analogamente ci appelliamo alla comunità di pediatri affinché si arrivi in tempi rapidi alla ripresa dell’attività».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore