Chiusura poste Torrion Quartara e Vignale: no ai Postamat, rafforzati punti Lis

Compromesso tra il Comune e l'azienda in vista della chiusura definitiva. Il consigliere regionale Rossi: «Il comune di Torino è ricorso al Tar, dovrebbe farlo anche Novara»

A partire dal 16 dicembre, gli uffici postali di Vignale e del Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Una decisione già annunciata nelle scorse settimane, di cui si sono occupati i sindacati e i gruppi consiliari del Pd, che ha scatenato reazioni e discussioni. Dopo l’incontro della scorsa settimana in Regione, mentre il Comune di Torino ha deciso di ricorrere al Tar contro la chiusura di due uffici, quello Novara ha optato per una linea diversa, incontrando questa mattina, 11 dicembre, i rappresentanti di Poste Italiane.

Durante l’incontro, i rappresentanti dell’azienda hanno garantito l’installazione di due Postamat, uno a San Rocco e l’altro a Lumellogno, richiesti da tempo dal Comune. Tuttavia, per il momento, non è prevista l’installazione degli sportelli automatici nei quartieri interessati dalla chiusura degli uffici, come invece aveva chiesto l’assessora Maria Cristina Stangalini. Saranno, comunque, rafforzati i punti Lis (Lottomatica Italia Servizi) e attivato un servizio di postino a domicilio per sopperire alle esigenze delle categorie più vulnerabili, come gli anziani.

«Ribadita per l’ennesima volta la nostra contrarietà alla scelta di Poste Italiane di chiudere gli uffici di Torrion Quartara e Vignale abbiamo preferito scegliere la strada della trattativa piuttosto che quella di un percorso legale che porterebbe ad esiti incerti e controproducenti – ha dichiarato il sindaco, Alessandro Canelli -. I rappresentanti di Poste Italiane hanno accolto le nostre richieste, a partire dai due Postamat di San Rocco e Lumellogno, garantendo che nei prossimi mesi si lavorerà anche sugli altri servizi che consentiranno ai cittadini di sbrigare le pratiche più importanti, come pagamenti delle utenze e prelievi. Abbiamo inoltre chiesto supporto per le fasce più deboli, in particolare gli anziani, e Poste ci ha proposto soluzioni come i servizi a domicilio tramite la rete dei portalettere, disponibile nelle zone interessate e non solo».

Sulla necessità di ricorrere al Tar, insiste invece il consigliere regionale Domenico Rossi che ieri ha presentato un’interrogazione a Palazzo Lascaris. «L’approccio del comune di Torino è quello corretto – ha affermato -. Il ricorso è molto più di un semplice atto formale, è la dimostrazione della volontà politica di non abbandonare le periferie e i luoghi dove più c’è bisogno di presidi sociali. Novara invece non ha dimostrato la volontà di chiedere, anche tramite i parlamentari e il governo, a Poste Italiane di rivedere una decisione che rischia di avere conseguenze soprattutto per i più fragili. Speriamo che si cambi rotta e che anche la regione apra un tavolo di discussione per scongiurare le chiusure». «Per quanto riguarda la Regione – ha continuato Rossi – se è vero, come ha tenuto a sottolineare l’assessore Enrico Bussalino, che non ha competenze dirette è lecito aspettarsi almeno che, attraverso il presidente Cirio, si faccia parte attiva sul governo affinché a Poste arrivi un messaggio chiaro: non si tagliano si servizi strategici e la logica del profitto non deve anteporsi ai servizi essenziali per i cittadini».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Chiusura poste Torrion Quartara e Vignale: no ai Postamat, rafforzati punti Lis

Compromesso tra il Comune e l’azienda in vista della chiusura definitiva. Il consigliere regionale Rossi: «Il comune di Torino è ricorso al Tar, dovrebbe farlo anche Novara»

A partire dal 16 dicembre, gli uffici postali di Vignale e del Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Una decisione già annunciata nelle scorse settimane, di cui si sono occupati i sindacati e i gruppi consiliari del Pd, che ha scatenato reazioni e discussioni. Dopo l’incontro della scorsa settimana in Regione, mentre il Comune di Torino ha deciso di ricorrere al Tar contro la chiusura di due uffici, quello Novara ha optato per una linea diversa, incontrando questa mattina, 11 dicembre, i rappresentanti di Poste Italiane.

Durante l’incontro, i rappresentanti dell’azienda hanno garantito l’installazione di due Postamat, uno a San Rocco e l’altro a Lumellogno, richiesti da tempo dal Comune. Tuttavia, per il momento, non è prevista l’installazione degli sportelli automatici nei quartieri interessati dalla chiusura degli uffici, come invece aveva chiesto l’assessora Maria Cristina Stangalini. Saranno, comunque, rafforzati i punti Lis (Lottomatica Italia Servizi) e attivato un servizio di postino a domicilio per sopperire alle esigenze delle categorie più vulnerabili, come gli anziani.

«Ribadita per l’ennesima volta la nostra contrarietà alla scelta di Poste Italiane di chiudere gli uffici di Torrion Quartara e Vignale abbiamo preferito scegliere la strada della trattativa piuttosto che quella di un percorso legale che porterebbe ad esiti incerti e controproducenti – ha dichiarato il sindaco, Alessandro Canelli -. I rappresentanti di Poste Italiane hanno accolto le nostre richieste, a partire dai due Postamat di San Rocco e Lumellogno, garantendo che nei prossimi mesi si lavorerà anche sugli altri servizi che consentiranno ai cittadini di sbrigare le pratiche più importanti, come pagamenti delle utenze e prelievi. Abbiamo inoltre chiesto supporto per le fasce più deboli, in particolare gli anziani, e Poste ci ha proposto soluzioni come i servizi a domicilio tramite la rete dei portalettere, disponibile nelle zone interessate e non solo».

Sulla necessità di ricorrere al Tar, insiste invece il consigliere regionale Domenico Rossi che ieri ha presentato un’interrogazione a Palazzo Lascaris. «L’approccio del comune di Torino è quello corretto – ha affermato -. Il ricorso è molto più di un semplice atto formale, è la dimostrazione della volontà politica di non abbandonare le periferie e i luoghi dove più c’è bisogno di presidi sociali. Novara invece non ha dimostrato la volontà di chiedere, anche tramite i parlamentari e il governo, a Poste Italiane di rivedere una decisione che rischia di avere conseguenze soprattutto per i più fragili. Speriamo che si cambi rotta e che anche la regione apra un tavolo di discussione per scongiurare le chiusure». «Per quanto riguarda la Regione – ha continuato Rossi – se è vero, come ha tenuto a sottolineare l’assessore Enrico Bussalino, che non ha competenze dirette è lecito aspettarsi almeno che, attraverso il presidente Cirio, si faccia parte attiva sul governo affinché a Poste arrivi un messaggio chiaro: non si tagliano si servizi strategici e la logica del profitto non deve anteporsi ai servizi essenziali per i cittadini».

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