Chiusura uffici postali, il consiglio comunale chiede un intervento a Poste Italiane

Approvata la mozione presentata dalla consigliera Cinzia Spilinga (Pd) sull'annunciata chiusura degli sporteli di Vignale e del Torrion Quartara

«Il motivo di questa mozione è semplice. Se diciamo che ci vogliamo occupare delle periferie dobbiamo impegnarci affinché quei luoghi abbiano i servizi essenziali» ha dichiarato la consigliera comunale Cinzia Spilinga illustrando la mozione presentata in seguito alla notizia di chiusura degli uffici postali del Torrion Quartara e di Vignale con cui si chiedeva di intervenire nei confronti degli enti preposti per scongiurare la chiusura di quello che Spilinga ha definito «un presidio sociale che garantisce anche il prelievo del denaro e che rende le periferie più vivibili».

La competenza sulle chiusure non è in capo al Comune, ma la consigliera dem ha sottolineato che «la nostra voce va fatta sentire, perché dobbiamo dire a Poste che vogliamo una città a misura anche delle persone delle categorie più deboli e che tuteli anche l’occupazione di chi in quegli uffici ci lavora» seguita dal collega Arduino Pasquini (Lega) che ha dichiarato «la mozione ci vede favorevoli, sappiamo che Poste sta intraprendendo una ristrutturazione aziendale, ma questo sta interessando purtroppo gli uffici di piccoli comuni e aree periferiche. Non sappiamo quanto il nostro intervento potrà essere impattante, ma dobbiamo cercare di mantenere un servizio essenziale a tutela delle persone più fragili che faticano a spostarsi».

Anche Rossano Pirovano (Pd) ha affermato che «quando mancano servizi così essenziali si penalizzano soprattutto le persone più fragili, anziani e disabili, specialmente se parliamo di Vignale e del Torino Quartara che sono due quartieri posti agli estremi della città. Anche se non verremo ascoltati, dobbiamo farci sentire, perché solo così potremo essere incisivi nei confronti dei vertici di Poste Italiane».

Sulla necessità di far sentire la voce del consiglio comunale Mario Iacopino (M5s) ha ricordato che «Poste è una partecipata del Ministero dell’Economia e delle Finanze e quindi il nostro messaggio è anche un messaggio alla politica. Se ha intrapreso una serie di chiusure sbagliate, allora noi dobbiamo dirlo.

Francesco Renna (M5s) ha sottolineato che anche altri uffici postali, come quello del quartiere San Rocco, hanno bisogno di scongiurare la riduzione dei servizi «dobbiamo farci portavoce con Poste Italiane per l’apertura del Postamat», così come Ezio Romano (Forza Novara) ha rimarcato la situazione dell’ufficio di Lumellogno dove servirebbe il Postamat ma per cui «bisogna attendere il progetto Polis che dar priorità ai piccoli comuni, dimenticando i quartieri periferici delle grandi città che servono fasce di cittadini fragili».

La mozione è stata approvata con 25 voti favorevoli e un’astensione dopo un emendamento che ha aggiunto la volontà di trasmettere l’atto alla direzione di Poste e la previsione di altre modalità di fruizione del servizio in caso di effettive chiusure.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Chiusura uffici postali, il consiglio comunale chiede un intervento a Poste Italiane

Approvata la mozione presentata dalla consigliera Cinzia Spilinga (Pd) sull’annunciata chiusura degli sporteli di Vignale e del Torrion Quartara

«Il motivo di questa mozione è semplice. Se diciamo che ci vogliamo occupare delle periferie dobbiamo impegnarci affinché quei luoghi abbiano i servizi essenziali» ha dichiarato la consigliera comunale Cinzia Spilinga illustrando la mozione presentata in seguito alla notizia di chiusura degli uffici postali del Torrion Quartara e di Vignale con cui si chiedeva di intervenire nei confronti degli enti preposti per scongiurare la chiusura di quello che Spilinga ha definito «un presidio sociale che garantisce anche il prelievo del denaro e che rende le periferie più vivibili».

La competenza sulle chiusure non è in capo al Comune, ma la consigliera dem ha sottolineato che «la nostra voce va fatta sentire, perché dobbiamo dire a Poste che vogliamo una città a misura anche delle persone delle categorie più deboli e che tuteli anche l’occupazione di chi in quegli uffici ci lavora» seguita dal collega Arduino Pasquini (Lega) che ha dichiarato «la mozione ci vede favorevoli, sappiamo che Poste sta intraprendendo una ristrutturazione aziendale, ma questo sta interessando purtroppo gli uffici di piccoli comuni e aree periferiche. Non sappiamo quanto il nostro intervento potrà essere impattante, ma dobbiamo cercare di mantenere un servizio essenziale a tutela delle persone più fragili che faticano a spostarsi».

Anche Rossano Pirovano (Pd) ha affermato che «quando mancano servizi così essenziali si penalizzano soprattutto le persone più fragili, anziani e disabili, specialmente se parliamo di Vignale e del Torino Quartara che sono due quartieri posti agli estremi della città. Anche se non verremo ascoltati, dobbiamo farci sentire, perché solo così potremo essere incisivi nei confronti dei vertici di Poste Italiane».

Sulla necessità di far sentire la voce del consiglio comunale Mario Iacopino (M5s) ha ricordato che «Poste è una partecipata del Ministero dell’Economia e delle Finanze e quindi il nostro messaggio è anche un messaggio alla politica. Se ha intrapreso una serie di chiusure sbagliate, allora noi dobbiamo dirlo.

Francesco Renna (M5s) ha sottolineato che anche altri uffici postali, come quello del quartiere San Rocco, hanno bisogno di scongiurare la riduzione dei servizi «dobbiamo farci portavoce con Poste Italiane per l’apertura del Postamat», così come Ezio Romano (Forza Novara) ha rimarcato la situazione dell’ufficio di Lumellogno dove servirebbe il Postamat ma per cui «bisogna attendere il progetto Polis che dar priorità ai piccoli comuni, dimenticando i quartieri periferici delle grandi città che servono fasce di cittadini fragili».

La mozione è stata approvata con 25 voti favorevoli e un’astensione dopo un emendamento che ha aggiunto la volontà di trasmettere l’atto alla direzione di Poste e la previsione di altre modalità di fruizione del servizio in caso di effettive chiusure.

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