Se dal prossimo 4 marzo in tutta Italia sarà permesso ai ristoratori di effettuare il servizio di asporto, sembra che in Piemonte non sia così. Nella giornata di ieri, infatti, il governatore Alberto Cirio ha annunciato che «alla luce dei dati attuali, riteniamo invece necessario nella nostra regione essere prudenti sulle attività sociali e su determinate attività commerciali, come ad esempio il cibo da asporto».
Dichiarazioni che sono ancora state tradotte in un documento ufficiale, ma che hanno provocato le reazioni delle associazioni di categoria. «Abbiamo ricevuto numerose lamentele – afferma Massimo Sartoretti, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi di cui fa parte Confcommercio – siamo stati i primi a chiudere, non si vedeva l’ora di aprire e ora questo probabile nuovo fermo. Se l’asporto viene fatto in modo sicuro, non vedo perchè si debba vietare: si sta in coda fuori dal supermercato, lo si può fare anche fuori da un bar o da un ristorante. Personalmente non credo che il take away sia la soluzione per noi ristoratori ormai allo stremo, ma piuttosto che niente. Tutti abbiamo bisogno di motivo per andare avanti e questo può essere un piccolo spiraglio ai problemi che ci attanagliano in questo momento».
In queste ore Confcommercio Piemonte sta lavorando con la Regione per cercare di arrivare a un accordo possibile o almeno per consentire l’asporto in alcune province.
Anche Confartigianato si è fatta sentire: «La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte – Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione. Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi? Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continua Felici – per consentire anche nel Piemonte almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni».
Dello stesso parere il direttore Cna Piemonte Nord, Elio Medina: «Bar e ristoranti sono allo stremo. Chiediamo al presidente della Regione Cirio di non confermare quanto annunciato in queste ore per lasciare la possibilità di effettuare almeno servizio di asporto. Il futuro appare molto incerto per questo settore, anche dopo la riapertura. Il mantenimento delle distanze porterà a un dimezzamento dei coperti a sedere. Una perdita economica ingente, che si somma ai mancati incassi per il blocco di questi mesi. Non servono altre mazzate ma un aiuto concreto per riprendere l’attività nel rispetto della salvaguardia della salute di tutti ma anche dei posti di lavoro».