Cirio scrive a Conte: «Presidente, consenti i ricongiungimenti familiari il 25, 26 dicembre e 1 gennaio»

Nonostante dal 29 novembre il Piemonte sia entrato un zona arancione, e probabilmente dal 13 dicembre sarà in quella gialla, il Dpcm del 3 dicembre, oltre a vietare gli spostamenti tra regioni dal 21 dicmebre dal 6 gennaio, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno vieta anche di spostarsi al di fuori del proprio Comune. Una decisione del Governo che ha suscitato polemiche in tutta Italia generando fazioni di chi è a favore e chi contro.

Un appello arriva anche dal governatore del Piemonte Alberto Cirio che nella giornata di oggi ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinchè modifichi il Dpcm permettendo gli spostamenti  proprio nei tre giorni di festa appellandosi alla particolarità del Piemonte dove sono presenti molti piccoli Comuni in un chilometraggio ridotto. Tra questi vengono citati anche Castellazzo, Macugnaga e Formazza.

«Come sai, Presidente, il Piemonte è una regione in cui la presenza di Comuni di piccole dimensioni demografiche rappresenta la stragrande maggioranza dei municipi: sono 1046, infatti, i Comuni nei quali la popolazione è al di sotto dei 5000 abitanti, vale a dire oltre l’88% del totale (1181 Comuni) – scrive Cirio -. Sono 571 i Comuni al di sotto dei 1000 abitanti, soprattutto nelle zone montane e collinari, che qui in Piemonte rappresentano circa il 70% dell’intero territorio regionale. Comprenderai, quindi, quanto sia grande il sentimento di scoramento che numerosissimi cittadini stanno vivendo – e mi stanno dimostrando – relativamente alle misure restrittive previste per le prossime festività. È spontaneo, infatti, il metro di paragone con le grandi città: uno spostamento da Roma nord a Roma sud è di circa 20 km, ed è così per tutte le grandi città d’Italia».

 

 

«In molte aree piemontesi – si legge ancora nella lettera – l’arco di 20 km ricomprende una vera e propria costellazione di Comuni, una sorta di “città diffusa” che non raggiunge la densità demografica delle metropoli, ecco alcuni esempi: Balme (TO) ha una densità di meno di 2 ab/kmq, Entracque (CN) di 5,30 ab/kmq, Rosazza (BI) di 10 ab/kmq, Macugnaga e Formazza (VCO) rispettivamente di 5,40 e 3,40 ab/kmq, Castellazzo Novarese (NO) di 30 ab/kmq, Carcoforo (VC) di 3 ab/kmq, Roccaforte Ligure (AL) di 6 ab/kmq e Roccaverano (AT) di 13 ab/kmq. La sofferenza che crea la solitudine, la lontananza dai propri affetti si è acuita con l’andamento dell’epidemia e sta divenendo una triste peculiarità per alcune zone del Paese. Chi vive nei piccoli Comuni non riesce a comprendere perché sia impossibile spostarsi di pochi chilometri per raggiungere i propri cari al fine di celebrare il Natale in famiglia. E, a questo proposito, sono numerose le statistiche che ci raccontano quanto si sta verificando e che mi viene evidenziato, quotidianamente, da Sindaci ed Amministratori locali, soprattutto per quanto riguarda le persone più anziane: l’Istat ci dice che tra le persone sopra i 75 anni che vivono sole ed hanno figli, il 56,4% è abituato a vederli giornalmente e sono numerosissimi i casi nei quali la distanza è rappresentata da un confine amministrativo che, in tanti piccoli paesi, divide la stessa borgata».

Infine l’appello: «Caro Presidente, mi rivolgo a Te dopo essermi confrontato con le Associazioni degli Enti Locali (UNCEM, ANPCI, ANCI, UPI, ALI) la cui condivisione troverai in firma. La nostra richiesta è quella di voler ulteriormente approfondire quanto illustrato, al fine di individuare regole maggiormente corrispondenti, e comprensibili, per le realtà locali che ti ho descritto, a partire dal consentire la possibilità di spostamento per un ricongiungimento familiare nel raggio nella propria vallata alpina o appenninica e all’interno di omogenee aree geografiche del nostro territorio, nei giorni 25/26 dicembre e 1 gennaio. Presidente, sai bene quanto io abbia improntato la mia azione di gestione di questa crisi ai principi di prudenza e di precauzione ma sono convinto che esista la possibilità di accogliere le nostre istanze nella salvaguardia della salute generale. Si tratta, infatti, di misure equilibrate e di buon senso, che non precludono la sicurezza e ci permettono di tutelare un altro aspetto fondamentale che è il benessere psicofisico delle persone più fragili e di chi rimane solo; è in quest’ottica che Ti chiedo di voler prendere in considerazione quanto ho esposto».

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Cirio scrive a Conte: «Presidente, consenti i ricongiungimenti familiari il 25, 26 dicembre e 1 gennaio»

Nonostante dal 29 novembre il Piemonte sia entrato un zona arancione, e probabilmente dal 13 dicembre sarà in quella gialla, il Dpcm del 3 dicembre, oltre a vietare gli spostamenti tra regioni dal 21 dicmebre dal 6 gennaio, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno vieta anche di spostarsi al di fuori del proprio Comune. Una decisione del Governo che ha suscitato polemiche in tutta Italia generando fazioni di chi è a favore e chi contro.

Un appello arriva anche dal governatore del Piemonte Alberto Cirio che nella giornata di oggi ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinchè modifichi il Dpcm permettendo gli spostamenti  proprio nei tre giorni di festa appellandosi alla particolarità del Piemonte dove sono presenti molti piccoli Comuni in un chilometraggio ridotto. Tra questi vengono citati anche Castellazzo, Macugnaga e Formazza.

«Come sai, Presidente, il Piemonte è una regione in cui la presenza di Comuni di piccole dimensioni demografiche rappresenta la stragrande maggioranza dei municipi: sono 1046, infatti, i Comuni nei quali la popolazione è al di sotto dei 5000 abitanti, vale a dire oltre l’88% del totale (1181 Comuni) – scrive Cirio -. Sono 571 i Comuni al di sotto dei 1000 abitanti, soprattutto nelle zone montane e collinari, che qui in Piemonte rappresentano circa il 70% dell’intero territorio regionale. Comprenderai, quindi, quanto sia grande il sentimento di scoramento che numerosissimi cittadini stanno vivendo – e mi stanno dimostrando – relativamente alle misure restrittive previste per le prossime festività. È spontaneo, infatti, il metro di paragone con le grandi città: uno spostamento da Roma nord a Roma sud è di circa 20 km, ed è così per tutte le grandi città d’Italia».

 

 

«In molte aree piemontesi – si legge ancora nella lettera – l’arco di 20 km ricomprende una vera e propria costellazione di Comuni, una sorta di “città diffusa” che non raggiunge la densità demografica delle metropoli, ecco alcuni esempi: Balme (TO) ha una densità di meno di 2 ab/kmq, Entracque (CN) di 5,30 ab/kmq, Rosazza (BI) di 10 ab/kmq, Macugnaga e Formazza (VCO) rispettivamente di 5,40 e 3,40 ab/kmq, Castellazzo Novarese (NO) di 30 ab/kmq, Carcoforo (VC) di 3 ab/kmq, Roccaforte Ligure (AL) di 6 ab/kmq e Roccaverano (AT) di 13 ab/kmq. La sofferenza che crea la solitudine, la lontananza dai propri affetti si è acuita con l’andamento dell’epidemia e sta divenendo una triste peculiarità per alcune zone del Paese. Chi vive nei piccoli Comuni non riesce a comprendere perché sia impossibile spostarsi di pochi chilometri per raggiungere i propri cari al fine di celebrare il Natale in famiglia. E, a questo proposito, sono numerose le statistiche che ci raccontano quanto si sta verificando e che mi viene evidenziato, quotidianamente, da Sindaci ed Amministratori locali, soprattutto per quanto riguarda le persone più anziane: l’Istat ci dice che tra le persone sopra i 75 anni che vivono sole ed hanno figli, il 56,4% è abituato a vederli giornalmente e sono numerosissimi i casi nei quali la distanza è rappresentata da un confine amministrativo che, in tanti piccoli paesi, divide la stessa borgata».

Infine l’appello: «Caro Presidente, mi rivolgo a Te dopo essermi confrontato con le Associazioni degli Enti Locali (UNCEM, ANPCI, ANCI, UPI, ALI) la cui condivisione troverai in firma. La nostra richiesta è quella di voler ulteriormente approfondire quanto illustrato, al fine di individuare regole maggiormente corrispondenti, e comprensibili, per le realtà locali che ti ho descritto, a partire dal consentire la possibilità di spostamento per un ricongiungimento familiare nel raggio nella propria vallata alpina o appenninica e all’interno di omogenee aree geografiche del nostro territorio, nei giorni 25/26 dicembre e 1 gennaio. Presidente, sai bene quanto io abbia improntato la mia azione di gestione di questa crisi ai principi di prudenza e di precauzione ma sono convinto che esista la possibilità di accogliere le nostre istanze nella salvaguardia della salute generale. Si tratta, infatti, di misure equilibrate e di buon senso, che non precludono la sicurezza e ci permettono di tutelare un altro aspetto fondamentale che è il benessere psicofisico delle persone più fragili e di chi rimane solo; è in quest’ottica che Ti chiedo di voler prendere in considerazione quanto ho esposto».

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