Cirio: «Si pensa a delle restrizioni, ma non nei confronti dei vaccinati»

Il presidente della Regione è intervenuto in collegamento con Sky Tg24 parlando dell’incontro di ieri nella Conferenza Stato-Regioni

«Ci sono segnali preoccupanti, è necessario pensare a eventuali restrizioni. Ma non nei confronti di chi ha avuto fiducia nelle istituzioni vaccinandosi». Lo ha dichiarato questa mattina, 19 novembre, il presidente della Regione Alberto Cirio in collegamento con Sky Tg24 parlando dell’incontro di ieri nella Conferenza Stato-Regioni.

«Noi governatori siamo in trincea, in prima linea a vedere quali sono i mutamenti del virus – ha proseguito -. Ormai quello che preoccupa non è tanto il numero dei positivi, quando il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale che in queste ultime settimane è aumentato. Purtroppo il virus non si ferma e noi abbiamo il compito, dove è possibile, di prevenire determinate situazioni. A nessuno piace dare restrizioni, ma è necessario se serve a salvare la vita delle persone».

Le proposte, in tema di rafforzamento del Green Pass o eventuali lockdown mirati, sono state discusse in Conferenza e a breve saranno sottoposte al presidente del Consiglio Draghi: «Le Regioni dicono che se qualcuno deve fermarsi, non sono i vaccinati a doverlo fare: si rischierebbe una sfiducia nella campagna vaccinale e una mancanza di rispetto nei confronti dell’85% della popolazione italiana che ha deciso di vaccinarsi – ha aggiunto Cirio -. La vecchia nomenclatura della zone da bianche a rosse non comprendeva ancora il Green Pass perché tutti dovevamo essere bloccati. Ora, finalmente, possiamo ragionare sul fatto di fermare solo una certa categoria. Questo non significa una punizione nei confronti di chi non si è vaccinato, ma una segnale di fiducia verso chi ha deciso di mettersi la corazza per proteggere se stesso e gli altri».

Su questi argomenti la linea delle Regioni è maggioritaria, ma non unanime. In Emilia Romagna il governatore Stefano Bonaccini ha proposto di discutere il modello austriaco; dubbi sono arrivati dal Veneto da Luca Zaia; contrario il presidente delle Marche Francesco Acquaroli. Ma Cirio ha rassicurato: «La riflessione sul fatto che chi è vaccinato non può subire un nuovo lockdown è condivisa, questi ragionamenti vanno fatti con grande equilibrio».

Il governatore ha poi parlato dell’imminente stagione sciistica che in Piemonte verrà aperta il prossimo 3 dicembre: «È il più grande prodotto sciistico della nostra regione, siamo stati fermi più di un anno. L’intenzione è quella di riaprire, ma con delle restrizioni: chiamatelo Green Pass rafforzato o in qualunque altro modo, ma non possiamo permetterci di fermarci ancora. Altrimenti significherebbe che in due anni di studi e ricerche non si è fatto nulla, e non è così».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il presidente della Regione è intervenuto in collegamento con Sky Tg24 parlando dell’incontro di ieri nella Conferenza Stato-Regioni

«Ci sono segnali preoccupanti, è necessario pensare a eventuali restrizioni. Ma non nei confronti di chi ha avuto fiducia nelle istituzioni vaccinandosi». Lo ha dichiarato questa mattina, 19 novembre, il presidente della Regione Alberto Cirio in collegamento con Sky Tg24 parlando dell’incontro di ieri nella Conferenza Stato-Regioni.

«Noi governatori siamo in trincea, in prima linea a vedere quali sono i mutamenti del virus - ha proseguito -. Ormai quello che preoccupa non è tanto il numero dei positivi, quando il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale che in queste ultime settimane è aumentato. Purtroppo il virus non si ferma e noi abbiamo il compito, dove è possibile, di prevenire determinate situazioni. A nessuno piace dare restrizioni, ma è necessario se serve a salvare la vita delle persone».

Le proposte, in tema di rafforzamento del Green Pass o eventuali lockdown mirati, sono state discusse in Conferenza e a breve saranno sottoposte al presidente del Consiglio Draghi: «Le Regioni dicono che se qualcuno deve fermarsi, non sono i vaccinati a doverlo fare: si rischierebbe una sfiducia nella campagna vaccinale e una mancanza di rispetto nei confronti dell’85% della popolazione italiana che ha deciso di vaccinarsi - ha aggiunto Cirio -. La vecchia nomenclatura della zone da bianche a rosse non comprendeva ancora il Green Pass perché tutti dovevamo essere bloccati. Ora, finalmente, possiamo ragionare sul fatto di fermare solo una certa categoria. Questo non significa una punizione nei confronti di chi non si è vaccinato, ma una segnale di fiducia verso chi ha deciso di mettersi la corazza per proteggere se stesso e gli altri».

Su questi argomenti la linea delle Regioni è maggioritaria, ma non unanime. In Emilia Romagna il governatore Stefano Bonaccini ha proposto di discutere il modello austriaco; dubbi sono arrivati dal Veneto da Luca Zaia; contrario il presidente delle Marche Francesco Acquaroli. Ma Cirio ha rassicurato: «La riflessione sul fatto che chi è vaccinato non può subire un nuovo lockdown è condivisa, questi ragionamenti vanno fatti con grande equilibrio».

Il governatore ha poi parlato dell’imminente stagione sciistica che in Piemonte verrà aperta il prossimo 3 dicembre: «È il più grande prodotto sciistico della nostra regione, siamo stati fermi più di un anno. L’intenzione è quella di riaprire, ma con delle restrizioni: chiamatelo Green Pass rafforzato o in qualunque altro modo, ma non possiamo permetterci di fermarci ancora. Altrimenti significherebbe che in due anni di studi e ricerche non si è fatto nulla, e non è così».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore