Cittadella dello sport addio. L’assessore Chiarelli: «Non vogliamo sottostare a vincoli di redditività»

Nel mese di ottobre 2020, il sindaco Alessandro Canelli, in una intervista a La Voce, auspicava di poter procedere all’operazione “Cittadella dello sport” con il solo coinvolgimento del Comune e grazie alle risorse del Recovery Plan. E se non ci fossero state le condizioni, avrebbe pensato a un piano B con una nuova ipotesi di partnership tra pubblico e privato. A gennaio 2021, invece, nel corso della conferenza stampa di fine mandato, sempre il primo cittadino aveva dichiarato: «Non c’era chiarezza sugli investimenti né garanzie da parte dell’investitore (Yard). In più è scoppiato il Covid e ci sono state altre priorità».

Quello della Cittadella dello sport, nella sua concezione iniziale di partenariato pubblico privato, è sempre stato un tema controverso, dalla prima bozza fino alla scelta del progetto vincitore del concorso di idee lanciato nel 2019: 36 milioni di euro per la riqualificazione degli impianti sportivi in viale Kennedy oltre a una riorganizzazione totale della viabilità e dei parcheggi.

L’ambizioso progetto è, però, rimasto nel limbo per più di un anno e, probabilmente, già sette mesi fa Canelli aveva le idee chiare sulla destinazione dell’area stadio-Agogna. Di sicuro a mettere la parola fine all’intervento avveniristico è stato il documento presentato dal Comune per l’accesso ai fondi del Recovery: 35 milioni di euro per interventi di sistemazione degli impianti esistenti e la creazione di nuovi spazi. La stessa cifra della “prima” Cittadella, ma che con quel progetto non ha nulla a che vedere.

 

 

Un radicale cambio di rotta dell’amministrazione comunale, dunque, confermato dalle parole dell’assessore allo Sport Marina Chiarelli: «Poter agire con soli finanziamenti pubblici permette di non dover sottostare a vincoli di redditività. L’idea è quella di intervenire sulle strutture esistenti: non più demolire, come si era detto del Provini ad esempio, ma lavori di sistemazione sull’esistente e creazione di nuovi spazi, in modo particolare all’aperto anche alla luce delle esigenze post Covid. Con questa nuova concenzione non sarà più necessario pensare alla Cittadella dello sport come a un unico blocco, ma a un’area dedicata allo sport con interventi mirati su ogni singolo impianto. Nella zona adibita al luna park era già previsto uno spazio ludico sportivo: si potrebbe pensare ad aree simili a Zero Gravity, piste di skateboard che a Novara mancano e altre di pattinaggio per le quali c’è sempre più richiesta. Se questi interventi potranno davvero essere portatib avanti con il Recovery, al momento non è dato saperlo; sicuramente l’idea è quella di cercare contributi statati. Se mai un giorno dovesse riaprirsi l’ipotesi della partnership pubblico privato, gli interlocutori del Comune saranno gli enti, certamente non i singoli imprenditori».

Sugli interventi al palazzetto Dal Lago, invece, l’assessore si era già espressa durante la commissione del 12 maggio ipotizzando un investimento di 2 milioni e mezzo di euro per «l’adeguamento della copertura, il rifacimento completo delle facciate e del tetto e della zona della piscina per farne un’area polifunzionale. Per quanto riguarda quest’ultima, è in corso un bando di prossima scadenza: staremo a vedere cosa accade nel tempo. Questo è un impianto sul quale porre attenzione: è uno spreco che non venga sfruttato nella sua interezza».

In quella occasione il Partito Democratico si era dimostrato critico nei confronti di tutta la progettualità finanziabile con il Recovery. In particolare la consigliera Sara Paladini aveva dichiarato: «Abbiamo la consapevolezza che tutti questi progetti non solo un’idea, ma da alcuni vengono proclamati come già fatti quando invece il 90% non verrà nemmeno preso in considerazione non per colpa di qualcuno ma perchè non c’è ancora una divisione delle risorse. È comunque interessante vedere come al termine di una tre giorni di commissioni dedicate al Recovery, l’amministrazione abbia segnato un cambio di posizione: dopo cinque anni le idee sono molto confuse e gli annunci fatti restano tali e oggi siamo ancora qui ad annunciare altre idee dimostrando quanto tempo è stato perso tergiversando su progetti non ancora esistenti. Sono tutte idee senza gambe e ora dobbiamo chiedere allo Stato di intervenire in situazioni incancrenite che meritano un intervento del pubblico per il bene dei cittadini».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Cittadella dello sport addio. L’assessore Chiarelli: «Non vogliamo sottostare a vincoli di redditività»

Nel mese di ottobre 2020, il sindaco Alessandro Canelli, in una intervista a La Voce, auspicava di poter procedere all’operazione “Cittadella dello sport” con il solo coinvolgimento del Comune e grazie alle risorse del Recovery Plan. E se non ci fossero state le condizioni, avrebbe pensato a un piano B con una nuova ipotesi di partnership tra pubblico e privato. A gennaio 2021, invece, nel corso della conferenza stampa di fine mandato, sempre il primo cittadino aveva dichiarato: «Non c’era chiarezza sugli investimenti né garanzie da parte dell’investitore (Yard). In più è scoppiato il Covid e ci sono state altre priorità».

Quello della Cittadella dello sport, nella sua concezione iniziale di partenariato pubblico privato, è sempre stato un tema controverso, dalla prima bozza fino alla scelta del progetto vincitore del concorso di idee lanciato nel 2019: 36 milioni di euro per la riqualificazione degli impianti sportivi in viale Kennedy oltre a una riorganizzazione totale della viabilità e dei parcheggi.

L’ambizioso progetto è, però, rimasto nel limbo per più di un anno e, probabilmente, già sette mesi fa Canelli aveva le idee chiare sulla destinazione dell’area stadio-Agogna. Di sicuro a mettere la parola fine all’intervento avveniristico è stato il documento presentato dal Comune per l’accesso ai fondi del Recovery: 35 milioni di euro per interventi di sistemazione degli impianti esistenti e la creazione di nuovi spazi. La stessa cifra della “prima” Cittadella, ma che con quel progetto non ha nulla a che vedere.

 

 

Un radicale cambio di rotta dell’amministrazione comunale, dunque, confermato dalle parole dell’assessore allo Sport Marina Chiarelli: «Poter agire con soli finanziamenti pubblici permette di non dover sottostare a vincoli di redditività. L’idea è quella di intervenire sulle strutture esistenti: non più demolire, come si era detto del Provini ad esempio, ma lavori di sistemazione sull’esistente e creazione di nuovi spazi, in modo particolare all’aperto anche alla luce delle esigenze post Covid. Con questa nuova concenzione non sarà più necessario pensare alla Cittadella dello sport come a un unico blocco, ma a un’area dedicata allo sport con interventi mirati su ogni singolo impianto. Nella zona adibita al luna park era già previsto uno spazio ludico sportivo: si potrebbe pensare ad aree simili a Zero Gravity, piste di skateboard che a Novara mancano e altre di pattinaggio per le quali c’è sempre più richiesta. Se questi interventi potranno davvero essere portatib avanti con il Recovery, al momento non è dato saperlo; sicuramente l’idea è quella di cercare contributi statati. Se mai un giorno dovesse riaprirsi l’ipotesi della partnership pubblico privato, gli interlocutori del Comune saranno gli enti, certamente non i singoli imprenditori».

Sugli interventi al palazzetto Dal Lago, invece, l’assessore si era già espressa durante la commissione del 12 maggio ipotizzando un investimento di 2 milioni e mezzo di euro per «l’adeguamento della copertura, il rifacimento completo delle facciate e del tetto e della zona della piscina per farne un’area polifunzionale. Per quanto riguarda quest’ultima, è in corso un bando di prossima scadenza: staremo a vedere cosa accade nel tempo. Questo è un impianto sul quale porre attenzione: è uno spreco che non venga sfruttato nella sua interezza».

In quella occasione il Partito Democratico si era dimostrato critico nei confronti di tutta la progettualità finanziabile con il Recovery. In particolare la consigliera Sara Paladini aveva dichiarato: «Abbiamo la consapevolezza che tutti questi progetti non solo un’idea, ma da alcuni vengono proclamati come già fatti quando invece il 90% non verrà nemmeno preso in considerazione non per colpa di qualcuno ma perchè non c’è ancora una divisione delle risorse. È comunque interessante vedere come al termine di una tre giorni di commissioni dedicate al Recovery, l’amministrazione abbia segnato un cambio di posizione: dopo cinque anni le idee sono molto confuse e gli annunci fatti restano tali e oggi siamo ancora qui ad annunciare altre idee dimostrando quanto tempo è stato perso tergiversando su progetti non ancora esistenti. Sono tutte idee senza gambe e ora dobbiamo chiedere allo Stato di intervenire in situazioni incancrenite che meritano un intervento del pubblico per il bene dei cittadini».


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