Emergenza cinghiali, Coldiretti incontra il Prefetto: «Problema fuori controllo»

Un impegno per fare il possibile per organizzare un tavolo con Provincia e Guardia Forestale affinché il piano di contenimento dei cinghiali venga reso operativo e messo in atto concretamente e seriamente. È un primo risultato ottenuto dall’incontro richiesto da Coldiretti Novara – Vco, rappresentata dalla Presidente Sara Baudo e dal direttore Francesca Toscani, con il Prefetto di Novara Pasquale Gioffrè.

«Il problema dei selvatici, e in particolare dei cinghiali, nella nostra Provincia ha ormai assunto proporzioni preoccupanti – dichiara Baudo -. Al prefetto abbiamo ribadito che non si tratta solo di continui danni alle aziende, raccolti rovinati e rimborsi inottenibili, ma anche un problema di sicurezza dei cittadini e di salute pubblica. Da tempo ormai questi animali si avvicinano senza paura ai centri abitati e attraversano strade anche molto frequentate, con il rischio di causare gravi incidenti. In provincia di Novara sono stati molti gli incidenti di questo tipo, non ultimo quello che ha causato la morte di due giovani sulla A26. Abbiamo ricordato poi la problematica della peste suina, presente in questo momento in nord Europa, e di cui i cinghiali possono essere veicolo: avvicinandosi ad allevamenti e aziende agricole possono rischiare di contagiare i suini allevati, con danni importanti per le stesse aziende ma anche a livello sanitario».

 

 

«Si tratta di una situazione emergenziale, che richiede azioni tempestive e coordinate tra tutti gli enti preposti – ribadisce Toscani – ribadiamo che in Provincia di Novara i piani di contenimento per quanto esistenti, non sortiscono riscontri efficaci, tempestivi e comunque sufficienti ad arginare e contenere i numeri. Ci rendiamo comunque disponibili all’apertura di un dialogo di confronto e costruzione per perseguire il necessario cambiamento, che consenta di dare una coordinata ed adeguata risposta ai cittadini a tutela di beni primari per la collettività quali ambiente, salute e sicurezza, oltre che alle imprese agricole che, operando sul territorio, subiscono per prime gli effetti di una condizione di criticità divenuta insostenibile per la continuità dell’intera filiera agro-alimentare. Confidiamo che l’intervento del prefetto possa essere un’ulteriore spinta ad affrontare seriamente questa situazione».

Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa: «Dall’inizio della legislatura abbiamo dovuto rimediare ad una cattiva gestione condotta in precedenza che ha portato a questa situazione, oltretutto aggravata da un anno di chiusura e limitazioni dell’attività venatoria dovute all’emergenza Covid. È indispensabile procedere il prima possibile all’adeguamento della legge nazionale 157/92 al fine di essere autorizzati ad avere più potere di azione in un momento di emergenza e di massimizzare la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, Province, associazioni venatorie, associazioni agricole, implementando le soluzioni da attuare. In attesa dell’avvio dell’attività venatoria programmata occorre fare attivare tutte le azioni di contenimento e di selezione per tentare di debellare una situazione che è paragonabile a tutti gli effetti ad una calamità naturale per l’agricoltura».

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Un impegno per fare il possibile per organizzare un tavolo con Provincia e Guardia Forestale affinché il piano di contenimento dei cinghiali venga reso operativo e messo in atto concretamente e seriamente. È un primo risultato ottenuto dall’incontro richiesto da Coldiretti Novara – Vco, rappresentata dalla Presidente Sara Baudo e dal direttore Francesca Toscani, con il Prefetto di Novara Pasquale Gioffrè. «Il problema dei selvatici, e in particolare dei cinghiali, nella nostra Provincia ha ormai assunto proporzioni preoccupanti - dichiara Baudo -. Al prefetto abbiamo ribadito che non si tratta solo di continui danni alle aziende, raccolti rovinati e rimborsi inottenibili, ma anche un problema di sicurezza dei cittadini e di salute pubblica. Da tempo ormai questi animali si avvicinano senza paura ai centri abitati e attraversano strade anche molto frequentate, con il rischio di causare gravi incidenti. In provincia di Novara sono stati molti gli incidenti di questo tipo, non ultimo quello che ha causato la morte di due giovani sulla A26. Abbiamo ricordato poi la problematica della peste suina, presente in questo momento in nord Europa, e di cui i cinghiali possono essere veicolo: avvicinandosi ad allevamenti e aziende agricole possono rischiare di contagiare i suini allevati, con danni importanti per le stesse aziende ma anche a livello sanitario».     «Si tratta di una situazione emergenziale, che richiede azioni tempestive e coordinate tra tutti gli enti preposti - ribadisce Toscani - ribadiamo che in Provincia di Novara i piani di contenimento per quanto esistenti, non sortiscono riscontri efficaci, tempestivi e comunque sufficienti ad arginare e contenere i numeri. Ci rendiamo comunque disponibili all’apertura di un dialogo di confronto e costruzione per perseguire il necessario cambiamento, che consenta di dare una coordinata ed adeguata risposta ai cittadini a tutela di beni primari per la collettività quali ambiente, salute e sicurezza, oltre che alle imprese agricole che, operando sul territorio, subiscono per prime gli effetti di una condizione di criticità divenuta insostenibile per la continuità dell’intera filiera agro-alimentare. Confidiamo che l’intervento del prefetto possa essere un’ulteriore spinta ad affrontare seriamente questa situazione». Sul tema è intervenuto anche l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Protopapa: «Dall’inizio della legislatura abbiamo dovuto rimediare ad una cattiva gestione condotta in precedenza che ha portato a questa situazione, oltretutto aggravata da un anno di chiusura e limitazioni dell’attività venatoria dovute all’emergenza Covid. È indispensabile procedere il prima possibile all’adeguamento della legge nazionale 157/92 al fine di essere autorizzati ad avere più potere di azione in un momento di emergenza e di massimizzare la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, Province, associazioni venatorie, associazioni agricole, implementando le soluzioni da attuare. In attesa dell’avvio dell’attività venatoria programmata occorre fare attivare tutte le azioni di contenimento e di selezione per tentare di debellare una situazione che è paragonabile a tutti gli effetti ad una calamità naturale per l’agricoltura».

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