Il tema dei trasporti tra Piemonte e Liguria è sotto la lente di ingrandimento. A cominciare dai treni sovraffollati. Non c’è una linea di regia che detti le regole e, ancora una volta, sono le regioni a intervenire in ordine sparso.
«Da settimane abbiamo chiesto al governo di intervenire sull’eliminazione del distanziamento fisico a bordo dei treni in modo da tornare a un’offerta di posti completa ed evitare così i sovraffollamenti che si stanno verificando da quando sono stati aperti i confini regionali. Da Roma non abbiamo ricevuto risposta. Perciò abbiamo deciso di procedere in autonomia – dichiara l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi -.
Nella serata di ieri la Regione ha ricevuto il responso positivo da parte del Comitato tecnico scientifico piemontese e della task force guidata dal professor Fazio: «Questo ci consentirà di poter utilizzare tutti i posti a disposizione sui mezzi abolendo il distanziamento fisico e mantenendo il solo obbligo della mascherina – prosegue l’assessore -. I dati sanitari del Piemonte sono buoni, per cui ci auguriamo di ricevere a breve il parere positivo e di ripristinare in pochi giorni tutti i posti disponibili sui mezzi».
La nota polemica riguarda proprio l’assessa di una una linea comune, almeno per le regioni del nord: «Il ricorso a misure regionali senza coordinamento nazionale è la prova concreta di come certe norme debbano avere una loro omogeneità che vada al di sopra delle differenze tra regioni e tra province – continua Gabusi -. È anche dimostrazione dell’assenza del governo su temi che sollecitiamo ormai da troppo tempo: le Regioni sono state lasciate sole e si sono dovute arrangiare creando, loro malgrado, situazioni di disparità come quella dei treni che possono partire pieni dalla Liguria, ma non dal Piemonte o dalla Lombardia. Sulla questione i presidenti del Piemonte e della Liguria si sono confrontati in queste ore per superare l’impasse che crea differenziazioni che non dovrebbero esserci tra regioni confinanti».
Altro argomento di stretta attualità è quello delle lunghe code che, in modo particolare nell’ultimo fine settimana, si sono create sulle autostrade a causa dei cantieri lungo la A26, A10 e A12: galleria chiuse, corsie uniche che, pare, resteranno tali almeno fino a metà luglio.
«Una situazione che sta creando notevoli difficoltà – dichiarano il presidente Cirio ei l’assessore Gabusi in una lettera inviata ad Autostrade – soprattutto ai cittadini che devono raggiungere la Liguria per motivi professionali, oltre che agli autotrasportatori e a tutte le persone che devono raggiungere parenti o case di proprietà».
Il lockdown ha inciso negativamente sulla programmazione dei lavori, ma Cirio e Gabusi auspicano una diversa organizzazione dei cantieri: «È l’unico modo per far defluire il traffico – spiegano -. La ripresa degli spostamenti è fondamentale per consentire ai cittadini di tornare alla normalità. Per quanto riguarda le tariffe, chiediamo di valutare la possibilità di una scontistica».