Come è cambiato il clima di Novara dal 1985 a oggi

Spunti dallo studio condotto dal Corriere della Sera in collaborazione con i climatologi de iLMeteo.it. In città la temperatura media annuale è aumentata di due gradi

Sempre più spesso sentiamo frasi come “non c’è più clima di una volta” oppure “fa sempre più caldo” ma quanto c’è di vero? Quanto e come è realmente cambiato il clima a Novara? Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto un interessante studio condotto dal Corriere della Sera in collaborazione con i climatologi de iLMeteo.it dal titolo “Com’è cambiato il clima in Italia dal 1985 ad oggi: l’impatto del riscaldamento climatico”. 

Per i lettori de La Voce abbiamo pensato di estrapolare una sintesi per raccontare i principali parametri con cui ci confrontiamo tutti i giorni e che ci fanno giustamente esclamare che il clima è cambiato. 

Lo studio evidenzia come dal 1985 ad oggi la temperatura media annuale a Novara sia aumentata di circa 2 gradi in 40 anni. Se sul finire degli anni 80 Novara aveva una temperatura media annuale di circa 12 gradi ora supera i 14 gradi. 

Ma come si traduce questo aumento medio di temperatura? Un parametro da considerare, che è anche uno dei più fastidiosi, è quello delle cosiddette “Notti Tropicali” ovvero quelle notti in cui la temperatura non riesce a scendere sotto i 20 gradi (spesso neanche sotto i 25). Quelle nottate infinite che senza aria condizionata non ci lasciano dormire serenamente. Anche in questo caso l’aumento è davvero impattante. Se negli anni 90 eravamo prossimi a 30 giorni l’anno in cui questo accadeva, negli ultimi anni siamo vertiginosamente saliti a circa 70 notti. Ciò significa che su 90 giorni estivi quasi l’80% mostra minime sopra i 20 gradi mentre in passato questo valore era al 30%. 

Vuoi per la vicinanza ai monti o per la posizione della nostra città va meglio sulle temperature massime dove, anche nei giorni dove in mezza Italia si sfiorano i 40 gradi, a Novara i giorni annuali con valori sopra i 35 gradi rimangono ancorati a una manciata 3 o 4 l’anno. La maggior parte dei giorni estivi presenta termiche massime tra i 30 e 34 gradi che tuttavia con gli elevati tassi d’umidità ci danno una percezione di caldo più intenso. 

A diminuire in maniera sostanziale sono i giorni di gelo, ovvero quelli dove la temperatura minima risulta inferiore agli 0 gradi. Vediamo come in passato questi fossero circa 80 all’anno ora la media si è dimezzata a circa 40. 

La ricerca non cita il capitolo precipitazioni anche se per i nostri territori i cambiamenti in tal senso non sono elevatissimi. La media delle precipitazioni, con alti e bassi, si attesta da sempre e si mantiene intorno ai 900/1000 mm anno, facendo del Novara uno dei capoluoghi più piovosi d’Italia. Bisogna tuttavia sottolineare come le piogge, pur mantenendo valori medi non mutati, cadano diversamente dal passato. La distribuzione delle precipitazioni tende a concentrarsi in brevi periodi alternando fasi semi alluvionali e forti temporali a periodi siccitosi. 

Cambiamenti climatici che ci toccano da vicino e che devono allarmarci perché si traducono sia in un peggioramento della qualità della vita che in profondi cambiamenti dell’ecosistema. Abbiamo infatti notato come sempre più animali non autoctoni si diffondano con facilità (vedi la zanzara tigre o la popillya) e come piante ed alberi che prima crescevano facilmente ora faticano. Tutto questo dovrebbe indurci ad una riflessione collettiva. 

Se è vero che il riscaldamento climatico ha cause profonde e globali abbiamo però il dovere morale di interrogarci su come contrastarlo localmente andando, dove possibile, ad attutire gli effetti di queste modifiche del clima. 

Le linee guida mondiali sul riscaldamento globale dicono che è fondamentale nelle città aumentare il verde urbano andando a riforestare le strade, decementificare spazi inutilizzati e non incrementare il consumo di suolo nelle periferie cittadine. 

In un clima sempre più caldo il fenomeno delle isole di calore urbane, dovuto alla forte cementificazione, fa da moltiplicatore e rende gli spazi sempre meno vivibili e a misura d’uomo. 

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Come è cambiato il clima di Novara dal 1985 a oggi

Spunti dallo studio condotto dal Corriere della Sera in collaborazione con i climatologi de iLMeteo.it. In città la temperatura media annuale è aumentata di due gradi

Sempre più spesso sentiamo frasi come “non c’è più clima di una volta” oppure “fa sempre più caldo” ma quanto c’è di vero? Quanto e come è realmente cambiato il clima a Novara? Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto un interessante studio condotto dal Corriere della Sera in collaborazione con i climatologi de iLMeteo.it dal titolo “Com’è cambiato il clima in Italia dal 1985 ad oggi: l’impatto del riscaldamento climatico”. 

Per i lettori de La Voce abbiamo pensato di estrapolare una sintesi per raccontare i principali parametri con cui ci confrontiamo tutti i giorni e che ci fanno giustamente esclamare che il clima è cambiato. 

Lo studio evidenzia come dal 1985 ad oggi la temperatura media annuale a Novara sia aumentata di circa 2 gradi in 40 anni. Se sul finire degli anni 80 Novara aveva una temperatura media annuale di circa 12 gradi ora supera i 14 gradi. 

Ma come si traduce questo aumento medio di temperatura? Un parametro da considerare, che è anche uno dei più fastidiosi, è quello delle cosiddette “Notti Tropicali” ovvero quelle notti in cui la temperatura non riesce a scendere sotto i 20 gradi (spesso neanche sotto i 25). Quelle nottate infinite che senza aria condizionata non ci lasciano dormire serenamente. Anche in questo caso l’aumento è davvero impattante. Se negli anni 90 eravamo prossimi a 30 giorni l’anno in cui questo accadeva, negli ultimi anni siamo vertiginosamente saliti a circa 70 notti. Ciò significa che su 90 giorni estivi quasi l’80% mostra minime sopra i 20 gradi mentre in passato questo valore era al 30%. 

Vuoi per la vicinanza ai monti o per la posizione della nostra città va meglio sulle temperature massime dove, anche nei giorni dove in mezza Italia si sfiorano i 40 gradi, a Novara i giorni annuali con valori sopra i 35 gradi rimangono ancorati a una manciata 3 o 4 l’anno. La maggior parte dei giorni estivi presenta termiche massime tra i 30 e 34 gradi che tuttavia con gli elevati tassi d’umidità ci danno una percezione di caldo più intenso. 

A diminuire in maniera sostanziale sono i giorni di gelo, ovvero quelli dove la temperatura minima risulta inferiore agli 0 gradi. Vediamo come in passato questi fossero circa 80 all’anno ora la media si è dimezzata a circa 40. 

La ricerca non cita il capitolo precipitazioni anche se per i nostri territori i cambiamenti in tal senso non sono elevatissimi. La media delle precipitazioni, con alti e bassi, si attesta da sempre e si mantiene intorno ai 900/1000 mm anno, facendo del Novara uno dei capoluoghi più piovosi d’Italia. Bisogna tuttavia sottolineare come le piogge, pur mantenendo valori medi non mutati, cadano diversamente dal passato. La distribuzione delle precipitazioni tende a concentrarsi in brevi periodi alternando fasi semi alluvionali e forti temporali a periodi siccitosi. 

Cambiamenti climatici che ci toccano da vicino e che devono allarmarci perché si traducono sia in un peggioramento della qualità della vita che in profondi cambiamenti dell’ecosistema. Abbiamo infatti notato come sempre più animali non autoctoni si diffondano con facilità (vedi la zanzara tigre o la popillya) e come piante ed alberi che prima crescevano facilmente ora faticano. Tutto questo dovrebbe indurci ad una riflessione collettiva. 

Se è vero che il riscaldamento climatico ha cause profonde e globali abbiamo però il dovere morale di interrogarci su come contrastarlo localmente andando, dove possibile, ad attutire gli effetti di queste modifiche del clima. 

Le linee guida mondiali sul riscaldamento globale dicono che è fondamentale nelle città aumentare il verde urbano andando a riforestare le strade, decementificare spazi inutilizzati e non incrementare il consumo di suolo nelle periferie cittadine. 

In un clima sempre più caldo il fenomeno delle isole di calore urbane, dovuto alla forte cementificazione, fa da moltiplicatore e rende gli spazi sempre meno vivibili e a misura d’uomo. 

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