Comunità ebraica e Sant’Egidio in piazza contro la manifestazione che evoca i lager

Dopo i fatti di sabato. Spetterà a Questura e Prefettura autorizzare o meno un nuovo corteo. Al coro di indignazione, si è unito anche il presidente della Provincia

Comunità ebraica e Sant’Egidio si sono appuntamento per oggi, martedì 2 novembre, alle 18.30 in piazza Gramsci con presidio con la manifestazione dei No Green Pass di sabato scorso durante la quale hanno evocato i deportati nei lager.

«Le stelle gialle, le casacche a righe dei prigionieri dei campi di sterminio e i simboli di Auschwitz non possono essere ridicolizzati – scrivono nell’invito -. Non accettiamo paragoni fra la protezione contro il virus e lo sterminio di persone innocenti La nostra coscienza civile si ribella al confronto fra la distruzione degli ebrei di Europa e le norme che proteggono la vita dei cittadini. Chiediamo rispetto per le vittime, coscienza della storia del nostro Paese e difesa della memoria che ci unisce».

Intanto dall’altra parte dei manifestanti sembra che nessuno voglia arretrare, prima fra tutti l’organizzatrice Giusy Pace la quale ha aveva assicurato che sabato prossimo l’ennesimo corteo dei No Pass sarebbe stato regolarmente organizzato.

Dopo i fatti, però, la situazione è cambiata. La Questura ha inviato al ministero dell’Interno una relazione dettagliata su quanto accaduto; spetterà poi al questore Rosanna Lavezzaro e al prefetto Francesco Garsia valutare o meno l’autorizzazione a una nuova manifestazione No Pass. Sulla vicenda la Procura di Novara ha aperto un fascicolo, per il momento senza indagati.

La condanna è unanime e nella giornata di ieri l’organizzatrice, Giusy Pace, è stata sospesa dal suo stesso sindacato Fsi-Usai di cui era rappresentante mentre il direttore dell’ospedale Maggiore, Gianfranco Zulian, di cui Pace è dipendente, ha dichiarato che «valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare».

Al coro di indignazione, si è unito anche il presidente della Provincia Federico Binatti: «Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione. Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione. Con questa forma di protesta davvero raccapricciante e dalla quale tutti, Istituzioni e cittadini, in queste ore stanno prendendo le distanze in maniera ferma, queste persone dimostrano solo irresponsabilità e inciviltà e sono lontane anni luce dal principio democratico e costituzionale della libertà di opinione in nome del quale pensano di agire».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Le stelle gialle, le casacche a righe dei prigionieri dei campi di sterminio e i simboli di Auschwitz non possono essere ridicolizzati - scrivono nell'invito -. Non accettiamo paragoni fra la protezione contro il virus e lo sterminio di persone innocenti La nostra coscienza civile si ribella al confronto fra la distruzione degli ebrei di Europa e le norme che proteggono la vita dei cittadini. Chiediamo rispetto per le vittime, coscienza della storia del nostro Paese e difesa della memoria che ci unisce».

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Al coro di indignazione, si è unito anche il presidente della Provincia Federico Binatti: «Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione. Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione. Con questa forma di protesta davvero raccapricciante e dalla quale tutti, Istituzioni e cittadini, in queste ore stanno prendendo le distanze in maniera ferma, queste persone dimostrano solo irresponsabilità e inciviltà e sono lontane anni luce dal principio democratico e costituzionale della libertà di opinione in nome del quale pensano di agire».

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