Il suo «modus operandi» era quasi sempre lo stesso. Quando incrociava per strada qualche ragazzino lo fermava e, con la scusa di chiedere una sigaretta o qualche informazione, lo derubava minacciandolo. Così era successo anche il 6 agosto 2015 sull’Allea di Novara: il giovane aveva fermato un ventiquattrenne, poi gli aveva infilato una mano nella tasca e gli aveva preso il cellulare.
Per quell’aggressione A.E.M., ventottenne di origine marocchina abitante a Novara e momentaneamente in Francia per lavoro, è stato condannato a 2 anni di reclusione per rapina, con sentenza definitiva. Inutile il tentativo della difesa di chiedere un leggero aumento di pena in «continuazione» con una precedente condanna per fatti simili, un atto di bullismo ai danni di due minorenni avvenuto sempre sull’Allea il 4 marzo 2013, per il quale l’imputato aveva già rimediato 2 anni. Una richiesta non accolta dai giudici: A.E.M. dovrà quindi scontare complessivamente 4 anni di carcere, essendogli stata revocata la sospensione condizionale della pena relativa al primo episodio.
In base a quanto raccontato dal novarese vittima, anche quel 6 agosto aveva approfittato dell’assenza di altri passanti nella zona di viale Turati, gli si era avvicinato, e poi gli aveva portato via il telefonino, minacciandolo: «Stai zitto, o fai una brutta fine». Era poi partito il lavoro di identificazione da parte delle forze dell’ordine, che avevano subito stretto il cerchio su personaggi già noti.