L’apparente disteso clima prepasquale in occasione del Consiglio comunale di ieri, giovedì 14 aprile, ha lasciato spazio a qualche scontro in occasione dell’ora riservata alle interrogazioni. La consigliera del Pd Sara Paladini, già in precedenza dichiaratasi insoddisfatta per le risposte in merito alla palestra della scuola Don Ponzetto e all’ex area mercatale di Sant’Agabio, è “sbottata” in occasione di un paio di risposte sulle ormai note vicende legate alla registrazione del nuovo Statuto della Fondazione Coccia. Registrazione, come ha detto il sindaco Alessandro Canelli, «che non è ancora avvenuto in conseguenza anche della sospensione di alcune attività per la pandemia e perché la fondazione ha voluto approfondire nel dettaglio sia la via amministrativa e fiscale da percorrere. Questo con lo scopo di non perdere alcuni benefici fiscali acquisiti con la qualifica di Onlus nel 2010 e di non avere conseguenze patrimoniali negative. L’urgenza di registrare lo Statuto è venuta meno dalle verifiche eseguite dalla Fondazione e dovendo procedere al risamento del bilancio l’assemblea ha assegnato in modo specifico al presidente di procedere».
Scontata l’insoddisfazione di Paladini: «Dopo quasi quattro anni apprendiamo che il nuovo Statuto non è più urgente, nonostante l’enorme lavoro fatto, perché i conti non sono ancora in ordine». E ancora: «L’attuale Cda e la direttrice si trovano in regime di “prorogatio”, in quando sono scaduti al termine del suo precedente mandato ma rimangono in carica unicamente sino all’approvazione del bilancio consuntivo, cosa che avverrà il prossimo 30 aprile. Cosa intendete fare? Anche qui una soluzione ponte come per le mense?». Da parte sua il primo cittadino ha risposto che il rinnovo del direttore e del Cda «avverranno secondo le norme previste dallo Statuto applicabile al momento».
«Quello che ci viene detto – ha incalzato l’esponente dei “dem” – è che per altri cinque anni ci sarà un consiglio di amministrazione che sarà immagine e somiglianza del sindaco, perché dopo quattro anni non è stato ancora registrato lo Statuto. Sono semplicemente furente, perché il nuovo Statuto è stato figlio di una richiesta da parte di questa amministrazione, che aveva fatto delle scelte sbagliate nella selezione della classe dirigente di quel teatro. Se non ci fosse stata la minoranza il Coccia avrebbe chiuso».