Consiglio provinciale: situazione cinghiali e un corso antibullismo non convincono la minoranza

Due interrogazioni sono state presentate dalla rappresentante del centrosinistra Moalli: «Contro la proliferazione degli ungulati proviamo a guardare cosa si fa nelle altre regioni. Contro certi comportamenti fra i giovani investiamo in prevenzione»

La seduta del Consiglio provinciale di ieri mattina, giovedì 23 marzo, apertosi con le comunicazioni del presidente Federico Binatti riguardante la sostanziale conferma delle deleghe attribuite ai componenti di maggioranza dopo che in prima battuta, con la sua rielezione, aveva “rinominato” come suo vice Michela Leoni, ha preso in esame due interrogazioni presentate dall’esponente della minoranza Marta Moalli (nella foto). Sul tavolo le problematiche legate alla proliferazione della fauna selvatica e un corso di antibullismo.


Al primo documento riguarda un tema che Moalli ha «definito di fondamentale importanza e presente da anni a livello nazionale». Cinghiali ma non solo – si è accennato anche a lupi, cervi e daini – la cui costante e incontrollata presenza sul territorio continua a causare gravi problemi agli agricoltori, già alle prese con l’emergenza siccità, ma anche agli stessi cittadini. Da parte sua il consigliere delegato Arduino Pasquini, ringraziando la controparte per un’interrogazione definita «costruttiva, non strumentale e che ci dà la possibilità di illustrare quanto fatto», ha iniziato confermando che si tratta «di un’emergenza reale e di importanza prioritaria. Noi stiamo cercando di mettere in campo le forse a nostra disposizione, che non sono sufficienti. La Regione ha istituito dei tavoli straordinari con l’idea di dotare le Province di maggiori strumenti, ma la normativa del Piano di contenimento apre nuove soluzioni, come quelle di andare a intercettare altre risorse umane, preparate e formate, come quelle dei cacciatori. Il loro aiuto è essenziale».


«Non siamo soddisfatti – ha replicato Moalli – perché le soluzioni e le azioni proposte vanno solo in una direzione, quella di uccidere il maggior numero di cinghiali, anche se poi, numeri alla mano, vincono sempre… loro. Forse si tratta di una soluzione, ma non l’unica. Mi chiedo perché non riusciamo ad andare a vedere cosa si fa nelle altre regioni».


Secondo argomento preso in esame un corso di antibullismo. Un’iniziativa, ha spiegato ancora Moalli illustrando la sua interrogazione, «che vede il coinvolgimento di un’associazione sportiva finanziata attraverso un contributo. Lo scopo del progetto, come abbiamo avuto modo di appurare, è quello di insegnare ad affrontare con grinta e sicurezza soluzioni di prepotenza. Crediamo che questo non sia il modo giusto per affrontare questo tema. Molto meglio investire in prevenzione, entrando nelle scuole con risorse e personale qualificato».


La lunga argomentazione da parte della consigliera Annaclara Iodice («Abbiamo lavorato con diversi partner per creare una “rete” propositiva, unendo alle pari opportunità anche l’attività sportiva») non ha convinto Moalli: «E’ l’approccio culturale al problema sul quale abbiamo visioni diverse e lontane».

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Consiglio provinciale: situazione cinghiali e un corso antibullismo non convincono la minoranza

Due interrogazioni sono state presentate dalla rappresentante del centrosinistra Moalli: «Contro la proliferazione degli ungulati proviamo a guardare cosa si fa nelle altre regioni. Contro certi comportamenti fra i giovani investiamo in prevenzione»

La seduta del Consiglio provinciale di ieri mattina, giovedì 23 marzo, apertosi con le comunicazioni del presidente Federico Binatti riguardante la sostanziale conferma delle deleghe attribuite ai componenti di maggioranza dopo che in prima battuta, con la sua rielezione, aveva “rinominato” come suo vice Michela Leoni, ha preso in esame due interrogazioni presentate dall’esponente della minoranza Marta Moalli (nella foto). Sul tavolo le problematiche legate alla proliferazione della fauna selvatica e un corso di antibullismo.


Al primo documento riguarda un tema che Moalli ha «definito di fondamentale importanza e presente da anni a livello nazionale». Cinghiali ma non solo – si è accennato anche a lupi, cervi e daini – la cui costante e incontrollata presenza sul territorio continua a causare gravi problemi agli agricoltori, già alle prese con l’emergenza siccità, ma anche agli stessi cittadini. Da parte sua il consigliere delegato Arduino Pasquini, ringraziando la controparte per un’interrogazione definita «costruttiva, non strumentale e che ci dà la possibilità di illustrare quanto fatto», ha iniziato confermando che si tratta «di un’emergenza reale e di importanza prioritaria. Noi stiamo cercando di mettere in campo le forse a nostra disposizione, che non sono sufficienti. La Regione ha istituito dei tavoli straordinari con l’idea di dotare le Province di maggiori strumenti, ma la normativa del Piano di contenimento apre nuove soluzioni, come quelle di andare a intercettare altre risorse umane, preparate e formate, come quelle dei cacciatori. Il loro aiuto è essenziale».


«Non siamo soddisfatti – ha replicato Moalli – perché le soluzioni e le azioni proposte vanno solo in una direzione, quella di uccidere il maggior numero di cinghiali, anche se poi, numeri alla mano, vincono sempre… loro. Forse si tratta di una soluzione, ma non l’unica. Mi chiedo perché non riusciamo ad andare a vedere cosa si fa nelle altre regioni».


Secondo argomento preso in esame un corso di antibullismo. Un’iniziativa, ha spiegato ancora Moalli illustrando la sua interrogazione, «che vede il coinvolgimento di un’associazione sportiva finanziata attraverso un contributo. Lo scopo del progetto, come abbiamo avuto modo di appurare, è quello di insegnare ad affrontare con grinta e sicurezza soluzioni di prepotenza. Crediamo che questo non sia il modo giusto per affrontare questo tema. Molto meglio investire in prevenzione, entrando nelle scuole con risorse e personale qualificato».


La lunga argomentazione da parte della consigliera Annaclara Iodice («Abbiamo lavorato con diversi partner per creare una “rete” propositiva, unendo alle pari opportunità anche l’attività sportiva») non ha convinto Moalli: «E’ l’approccio culturale al problema sul quale abbiamo visioni diverse e lontane».

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