Contagi in risalita, ma Novara rallenta. Vaccini, accelera la terza dose

Novara, bassa incidenza, pochi casi, pochi focolai scolastici, ricoveri sotto controllo. Piemonte ancora "green" in Europa. Terapie intensive: l'86% è non vaccinato. Il gen. Figluolo questa mattina in Regione: Piemonte tra le prime per la terza dose.

Contagi Covid in progressiva risalita in Itaila, è la “quarta ondata”, ma Novara continua a rallentare e il Piemonte è fra le poche regioni “verdi” dell’intera Europa. La situazione sembra comunque destinata a peggiorare con la brutta stagione. Così la Regione, dove questa mattina è stato in visita il gen. Figliuolo (nella foto della Regione Piemonte), è tra le prime sulle terze dosi di vaccino, su cui accelera per guardare a chi vuole davvero proteggere se stesso e gli altri, a partire dai più fragili e dai più anziani. Tra i ricoverati in terapia intensiva l’86% non è vaccinato.

NOVARA ANCORA ZONA TRANQUILLA PER CASI E RICOVERI

La nostra Provincia conta questo lunedì 177 persone positive al Covid, 30 in più di martedì scorso, dopo due settimane di continua risalita (+29,2%) e con una crescita superiore a quella regionale (+26,3%). Oggi i nuovi casi positivi sono stati 23 (contro gli 8 di ieri e i 20 di sabato), ma il valore dell’incidenza (il noto rapporto tra casi nell’ultima settimana ogni 100mila abitanti) vede Novara tra le 12 Province italiane meno contagiate (il valore è 28,7) mentre il Piemonte tocca quota 49,1 e si appresta a sorpassare il livello di 50, superato l’ultima volta il 26 maggio. Per capirsi: è il valore che – insieme a dati critici sui ricoveri – farebbe scattare la Regione in “zona gialla”.

Ma come è la situazione negli ospedali? Più che tranquilla a Novara: dopo un relativo “picco” in ottobre (fino a 16 ricoverati domenica 3, fra Novara e Borgomanero), negli ultimi giorni è ritornata su valori estivi. Questo lunedì in totale ci sono 7 ricoverati (ieri 8) di cui 5 al Maggiore di Novara (nessuno in terapia intensiva dal 15 ottobre) e 2 a Borgomanero (1 in terapia intensiva). Dal 19 ottobre (decesso all’ospedale di Borgomanero) la nostra Provincia non registra morti  per Covid (al Maggiore ultimo decesso il 16 ottobre).

Ancora: il monitoraggio sulle scuole dice che, dal 20 settembre, la nostra Provincia (come il Vco) ha registrato un solo focolaio (in una scuola media) sui 96 registrati in Piemonte. In totale 50, invece, le classi messe in quarantena sulle 818 piemontesi: nell’ultima settimana monitorata (25-31 ottobre) solo 2 classi (una media e una superiore) su 162 della nostra Regione.

Le 177 persone attualmente infette (un numero superiore non si registrava dal 25 settembre) rappresentano un tasso di 0,5 su 1000 abitanti. Una punta di contagi si evidenzia a San Nazzaro Sesia (casi cresciuti in pochi giorni fino a 14, quasi il 2% della popolazione), ma tra i centri maggiori sono sopra media anche Cerano (12 casi) e Arona (9 casi). A Novara oggi 41 casi.

IN PIEMONTE AUMENTANO I RICOVERI (DI NON VACCINATI)

Oggi in Piemonte si sono avuti 290 nuovi casi e il numero di persone attualmente positive è salito a 4.869, cioè 1,1 ogni mille abitanti. Tuttavia un dato significativo è quello del tasso di positività, cioè i tamponi positivi sul totale di tamponi effettuati: in Regione oggi è allo 0,7% (Lombardia 0,8%) a fronte dell’1,7% nazionale. Il dato è significativo perché tiene conto del quasi raddoppio di tamponi eseguiti a seguito dell’introduzione del green pass: 50.485 media giornaliera dell’ultima settimana, contro i 24mila medi nella settimana 5-11 ottobre.

L’incidenza regionale oggi è a quota 49,1 e quella nazionale a 63,2 con Regioni a valori doppi e tripli: ad esempio il Friuli Venezia Giulia è a quota 188,4 con una tasso di occupazione delle terapie intensive sopra il limite di 10 (11,4%) e quello dei ricoverati non critici vicino al limite di 15 (9,6%) il cui superamento metterebbe la regione giuliana in zona gialla.

In Piemonte i numeri sono differenti, ma desta comunque attenzione il progressivo aumento dei ricoveri: oggi in totale 249 (+40 su ieri) di cui 25 (+4 su ieri) in terapia intensiva; due settimane fa i ricoverati erano 184, di cui 17 in terapia intensiva. Tuttavia il tasso di occupazione dei posti letto è al 3,8% per i ricoveri non critici e al 4% per le terapie intensive, sotto la media nazionale e lontano dai limiti da zona gialla.

La situazione vaccinale dei ricoverati conferma una volta in più la necessità di questa protezione. Venerdì 5 novembre, secondo una nota della Regione Piemonte, l’86% dei pazienti Covid in terapia intensiva era non vaccinato (18 su 21), mentre di quelli in area non critica il 49,5% era non vaccinato (102 su 206). Il dato percentuale di parità non inganni, poiché in Piemonte è vaccinato l’86% dei residenti: 3,4 milioni di persone con almeno una iniezione contro quasi 563mila cittadini “no vax”. Sui ricoverati in terapia intensiva il primo dato percentuale è già chiarissimo, considerando che i 3 vaccinati presentano un quadro serio di malattie pregresse. Sui ricoverati in area non critica il rapporto si chiarisce con un semplice rapporto: 102 ricoverati significa uno su 5.500 persone non vaccinate, gli altri 104 sono uno su 32.354 persone vaccinate, cioè sei volte meno.

L’ultimo monitoraggio dell’Iss riporta il Piemonte con un indice di Rt sopra 1 (1,12) che dice di fatto che la possibilità di contagio è in ripresa.

CAMPAGNA VACCINALE ACCELERA

I numeri esposti spiegano che, se i non vaccinati rischiano molto più degli altri, la possibilità di contagio non è esclusa per nessuno e il rischio è maggiore per le persone più fragili e anziane.

La mappa del contagio in Europa nella cartina settimanale prodotta dalla Ue

«Il Piemonte dimostra di essere ancora una delle poche Regioni ‘green’ in Europa, con una situazione di contagi e occupazione dei posti letto che ci pone in un margine di ampia sicurezza» ha evidenziato questa mattina il presidente regionale Alberto Cirio nell’accogliere il commissario straordinario per l’emergenza Covid, gen. Francesco Paolo Figliuolo.

E ha aggiunto: «Siamo convinti che la terza dose sia il completamento della corazza che vogliamo dare a tutti i cittadini. Oggi abbiamo ormai l’81% della popolazione over12 che ha completato il ciclo vaccinale. L’importante è non fermarci. Abbiamo quindi chiesto di ampliare le fasce di vaccinazione, entro febbraio-marzo potremmo mettere al sicuro con la terza dose tra l’87 e il 90% dei piemontesi. Siamo convinti che la terza dose sia il completamento della corazza che vogliamo dare a tutti i cittadini».

Il Piemonte ha già chiesto di poter iniziare da subito con il personale scolastico.

«Il Piemonte è partito velocissimo – ha riconosciuto il generale Figliuolo riguardo alla terza dose – Ha già effettuato 300.000 somministrazioni e tra le grandi Regioni è quella che ha la migliore percentuale. Nonostante l’aumento dei contagi in tutta Europa, l’Italia è tra le nazioni messe meglio e credo che il prossimo Natale sarà un buon Natale».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Novara, bassa incidenza, pochi casi, pochi focolai scolastici, ricoveri sotto controllo. Piemonte ancora “green” in Europa. Terapie intensive: l’86% è non vaccinato. Il gen. Figluolo questa mattina in Regione: Piemonte tra le prime per la terza dose.

Contagi Covid in progressiva risalita in Itaila, è la “quarta ondata”, ma Novara continua a rallentare e il Piemonte è fra le poche regioni “verdi” dell’intera Europa. La situazione sembra comunque destinata a peggiorare con la brutta stagione. Così la Regione, dove questa mattina è stato in visita il gen. Figliuolo (nella foto della Regione Piemonte), è tra le prime sulle terze dosi di vaccino, su cui accelera per guardare a chi vuole davvero proteggere se stesso e gli altri, a partire dai più fragili e dai più anziani. Tra i ricoverati in terapia intensiva l'86% non è vaccinato.

NOVARA ANCORA ZONA TRANQUILLA PER CASI E RICOVERI

La nostra Provincia conta questo lunedì 177 persone positive al Covid, 30 in più di martedì scorso, dopo due settimane di continua risalita (+29,2%) e con una crescita superiore a quella regionale (+26,3%). Oggi i nuovi casi positivi sono stati 23 (contro gli 8 di ieri e i 20 di sabato), ma il valore dell’incidenza (il noto rapporto tra casi nell’ultima settimana ogni 100mila abitanti) vede Novara tra le 12 Province italiane meno contagiate (il valore è 28,7) mentre il Piemonte tocca quota 49,1 e si appresta a sorpassare il livello di 50, superato l’ultima volta il 26 maggio. Per capirsi: è il valore che - insieme a dati critici sui ricoveri - farebbe scattare la Regione in “zona gialla”.

Ma come è la situazione negli ospedali? Più che tranquilla a Novara: dopo un relativo “picco” in ottobre (fino a 16 ricoverati domenica 3, fra Novara e Borgomanero), negli ultimi giorni è ritornata su valori estivi. Questo lunedì in totale ci sono 7 ricoverati (ieri 8) di cui 5 al Maggiore di Novara (nessuno in terapia intensiva dal 15 ottobre) e 2 a Borgomanero (1 in terapia intensiva). Dal 19 ottobre (decesso all’ospedale di Borgomanero) la nostra Provincia non registra morti  per Covid (al Maggiore ultimo decesso il 16 ottobre).

Ancora: il monitoraggio sulle scuole dice che, dal 20 settembre, la nostra Provincia (come il Vco) ha registrato un solo focolaio (in una scuola media) sui 96 registrati in Piemonte. In totale 50, invece, le classi messe in quarantena sulle 818 piemontesi: nell’ultima settimana monitorata (25-31 ottobre) solo 2 classi (una media e una superiore) su 162 della nostra Regione.

Le 177 persone attualmente infette (un numero superiore non si registrava dal 25 settembre) rappresentano un tasso di 0,5 su 1000 abitanti. Una punta di contagi si evidenzia a San Nazzaro Sesia (casi cresciuti in pochi giorni fino a 14, quasi il 2% della popolazione), ma tra i centri maggiori sono sopra media anche Cerano (12 casi) e Arona (9 casi). A Novara oggi 41 casi.

IN PIEMONTE AUMENTANO I RICOVERI (DI NON VACCINATI)

Oggi in Piemonte si sono avuti 290 nuovi casi e il numero di persone attualmente positive è salito a 4.869, cioè 1,1 ogni mille abitanti. Tuttavia un dato significativo è quello del tasso di positività, cioè i tamponi positivi sul totale di tamponi effettuati: in Regione oggi è allo 0,7% (Lombardia 0,8%) a fronte dell’1,7% nazionale. Il dato è significativo perché tiene conto del quasi raddoppio di tamponi eseguiti a seguito dell’introduzione del green pass: 50.485 media giornaliera dell’ultima settimana, contro i 24mila medi nella settimana 5-11 ottobre.

L’incidenza regionale oggi è a quota 49,1 e quella nazionale a 63,2 con Regioni a valori doppi e tripli: ad esempio il Friuli Venezia Giulia è a quota 188,4 con una tasso di occupazione delle terapie intensive sopra il limite di 10 (11,4%) e quello dei ricoverati non critici vicino al limite di 15 (9,6%) il cui superamento metterebbe la regione giuliana in zona gialla.

In Piemonte i numeri sono differenti, ma desta comunque attenzione il progressivo aumento dei ricoveri: oggi in totale 249 (+40 su ieri) di cui 25 (+4 su ieri) in terapia intensiva; due settimane fa i ricoverati erano 184, di cui 17 in terapia intensiva. Tuttavia il tasso di occupazione dei posti letto è al 3,8% per i ricoveri non critici e al 4% per le terapie intensive, sotto la media nazionale e lontano dai limiti da zona gialla.

La situazione vaccinale dei ricoverati conferma una volta in più la necessità di questa protezione. Venerdì 5 novembre, secondo una nota della Regione Piemonte, l’86% dei pazienti Covid in terapia intensiva era non vaccinato (18 su 21), mentre di quelli in area non critica il 49,5% era non vaccinato (102 su 206). Il dato percentuale di parità non inganni, poiché in Piemonte è vaccinato l’86% dei residenti: 3,4 milioni di persone con almeno una iniezione contro quasi 563mila cittadini “no vax”. Sui ricoverati in terapia intensiva il primo dato percentuale è già chiarissimo, considerando che i 3 vaccinati presentano un quadro serio di malattie pregresse. Sui ricoverati in area non critica il rapporto si chiarisce con un semplice rapporto: 102 ricoverati significa uno su 5.500 persone non vaccinate, gli altri 104 sono uno su 32.354 persone vaccinate, cioè sei volte meno.

L’ultimo monitoraggio dell’Iss riporta il Piemonte con un indice di Rt sopra 1 (1,12) che dice di fatto che la possibilità di contagio è in ripresa.

CAMPAGNA VACCINALE ACCELERA

I numeri esposti spiegano che, se i non vaccinati rischiano molto più degli altri, la possibilità di contagio non è esclusa per nessuno e il rischio è maggiore per le persone più fragili e anziane.

La mappa del contagio in Europa nella cartina settimanale prodotta dalla Ue

«Il Piemonte dimostra di essere ancora una delle poche Regioni 'green' in Europa, con una situazione di contagi e occupazione dei posti letto che ci pone in un margine di ampia sicurezza» ha evidenziato questa mattina il presidente regionale Alberto Cirio nell’accogliere il commissario straordinario per l’emergenza Covid, gen. Francesco Paolo Figliuolo.

E ha aggiunto: «Siamo convinti che la terza dose sia il completamento della corazza che vogliamo dare a tutti i cittadini. Oggi abbiamo ormai l’81% della popolazione over12 che ha completato il ciclo vaccinale. L’importante è non fermarci. Abbiamo quindi chiesto di ampliare le fasce di vaccinazione, entro febbraio-marzo potremmo mettere al sicuro con la terza dose tra l’87 e il 90% dei piemontesi. Siamo convinti che la terza dose sia il completamento della corazza che vogliamo dare a tutti i cittadini».

Il Piemonte ha già chiesto di poter iniziare da subito con il personale scolastico.

«Il Piemonte è partito velocissimo - ha riconosciuto il generale Figliuolo riguardo alla terza dose - Ha già effettuato 300.000 somministrazioni e tra le grandi Regioni è quella che ha la migliore percentuale. Nonostante l’aumento dei contagi in tutta Europa, l’Italia è tra le nazioni messe meglio e credo che il prossimo Natale sarà un buon Natale».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.