Sono stati circa 400 gli studenti delle scuole superiori novaresi che questa mattina, 21 marzo, al castello di Novara hanno partecipato alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Insieme ai rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, i ragazzi hanno letto i nomi delle 1055 vittime. La manifestazione nazionale, invece, quest’anno si è svolta a Napoli (l’ultima nel 2019 era stata ospitata proprio a Novara in piazza Martiri) dove hanno partecipato migliaia di persone in corteo provenienti da tutta Italia con più di trecento pullman.
«Le mafie distruggono l’economia ma anche le vite: dove trovano un spiraglio si introducono, per questo motivo dobbiamo restare uniti – ha affermato il sindaco, Alessandro Canelli -. Un modo per farlo è quello di prendere in mano i beni confiscati e restituirli alla comunità: noi abbiamo deciso di utilizzare gli immobili che sono sul territorio del comune di Novara e destinarli per scopi sociali e a persone fragili».
«L’Osservatorio istituito da Libera ha purtroppo frenato l’attività a causa della pandemia – ha proseguito -. Ora cerchiamo di portare avanti altri progetti anche dialogando con la minoranza in consiglio che tempo fa ha proposto la costituzione dell’albo dei beni confiscati (leggi qui l’articolo): partiremo da esperienze passate messe in campo dall’Osservatorio per capire come lavorare».
«La presenza degli studenti mi fa ben sperare che ci sia in futuro una classe di cittadini consapevoli – ha detto il prefetto, Francesco Garsia -. Non è facile pensare che sul proprio territorio possano esistere forme mafiose e il meccanismo è quello della sottovalutazione. Ma non si tratta solo di mafia classica, ma anche di forme di imprenditorialità malata: occorre un sforzo investigativo con il sostegno della società civile per vincere questi fenomeni. La scuola e le istituzioni devono fare uno lavoro congiunto e quotidiano».
A chiudere gli interventi prima della lettura dei nomi è stato il presidente di Libera Novara, Ryan Jessie Coretta: «Per noi il 21 marzo è una festa dell’impegno che ripetiamo ogni anno affinché questa ferita non venga mai più riaperta. Quest’anno ricorrono anche trent’anni delle stragi del ‘92: è ora di fare il punto delle attività di contrasto, per questo raccolgo l’invito del sindaco. A voi ragazzi dico che non siete solo il futuro, ma anche il presente dunque non potete mancare a questo appuntamento. Il titolo di questa edizione è «Terra mia. Coltura/Cultura» che riporta all’ambiente, argomento legato alle mafie dove insistentemente cercano di penetrare rovinando il nostro futuro».
A margine il consigliere regionale Domenico Rossi ha commentato: «Siamo felici che proprio oggi arrivi l’annuncio, da parte della giunta regionale che dopo tre anni torna a finanziare il bando per il riutilizzo dei beni confiscati destinato ai Comuni. Dal 2019 la Regione ha bloccato i finanziamenti destinati ai Comuni: oggi l’assessore Marrone parla di risorse triplicate: la giunta sta semplicemente ponendo rimedio alle mancanze degli anni scorsi. Siamo contenti, ma è giusto ribadire che non si tratta di risorse aggiuntive. È un bene che con il finanziamento del bando i Comuni possano tornare a progettare. Chiederemo anche che si proceda con l’annunciata adozione di un “Codice Etico” e con i corsi di formazione sui rischi di infiltrazioni criminali nella gestione del bene pubblico per i funzionari e gli amministratori».