Coprifuoco in Piemonte, firmata l’ordinanza regionale. Si è appena conclusa la riunione convocata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con i presidenti delle Province, i sindaci dei Comuni capoluogo e i prefetti piemontesi.
Come annunciato, in serata è stata emanata una nuova ordinanza ministeriale, d’intesa con gli Enti locali piemontesi, a seguito della quale anche in Piemonte sarà decretato il coprifuoco.
Da lunedì 26 ottobre, infatti, non sarà consentito uscire di casa alle 23 alle 5. Le uscite, con autocertificazione, saranno possibili solo per motivi di salute, somma urgenza, lavoro, rientro al proprio domicilio, dimora o residenza. La misura resterà in vigore fino al 13 novembre.
D’accordo con i sindaci del territorio abbiamo cercato di evitarlo intervenendo con misure chirurgiche, ma gli ultimi dati ci costringono a questa decisione – spiega il presidente Cirio, al termine di una lunga giornata di confronto in costante contatto con il Ministero della Salute e con il territorio.
Fin da stamattina il Presidente e la Giunta sono stati impegnati nel dialogo con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province, le Prefetture, i rappresentanti degli enti locali e delle forze economiche e produttive, per valutare la situazione e decidere le misure da adottare e tutti hanno condiviso questa decisione.
«Sono misure dolorose, ma condivise – spiega il presidente Cirio – perché l’aumento del contagio degli ultimi giorni impone regole più rigide. Il sistema sanitario regionale piemontese e tutto il personale stanno facendo il massimo. ll potenziamento dei posti letto, delle terapie intensive e dei laboratori ci permette di combattere questa battaglia con maggior forza, ma servono comunque misure di contenimento modulate sull’evolversi dell’epidemia. Per questo lavoriamo ogni giorno con gli altri Presidenti, il Ministero della Salute e i nostri epidemiologi, monitorando ora per ora la situazione, pronti ad assumere, con la prudenza che ci ha contraddistinto fin dall’inizio, ogni decisione si renda necessaria per tutelare la salute pubblica».