Corsi di italiano per bambini ucraini, l’associazione BB Leva89 consegna 4 mila euro

Allo scoppio della guerra erano circa 70. Ora sono otto con sei mamme e vengono seguiti da Gaiane Abramian, insegnante originaria di Kiev, alla scuola E'n'G English 4every1

Le iniziative di solidarietà promosse a Novara a favore dei numerosi profughi arrivati in città sono state numerose in questi dodici mesi; non solo aiuto concreto, ma anche una particolare attenzione all’aspetto didattico e culturale. L’associazione BB Leva89, che lo scorso anno aveva già finanziato due missioni e salvato nove persone poco dopo lo scoppio della guerra, ha raccolto e consegnato un assegno da 4 mila euro alla scuola E’n’G English 4every1 di corso Cavallotti dove sono stati attivati i corsi di italiano per bambini provenienti dalle zone belliche. In un anno sono stato circa settanta quelli che hanno partecipato:;attualmente sono in otto oltre a sei mamme.

«Un’iniziativa nata per l’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi ucraini» ha ricordato il sindaco Alessandro Canelli.

Marzio Albonico, presidente dell’associazione, ha raccontato: «Sentivamo il bisogno di restituire alla comunità quello che abbiamo ricevuto noi. Poter dare una mano alle nuove generazioni ci fa riflettere sulle conseguenze della tragedia della guerra e alle opportunità perse da tutti loro».

Riccardo Cavanna, consigliere dell’associazione, che lo scorso anno aveva raccontato l’impresa proprio a La Voce, ha ripercorso quei tragici momenti: «Abbiamo visto la sofferenza e, appena siamo riusciti a raccogliere una cifra sufficiente per acquistare tutto il necessario, siamo partiti con un pulmino convinti di scaricare il materiale e tornare in Italia. Invece, grazie ai contatti di padre Yuriy, al ritorno abbiamo caricato nove persone tra donne e bambini e li abbiamo accompagnati in Italia».

I bambini ucraini con le loro mamme che si approcciano alla lingua italiana sono seguiti da Gaiane Abramian, insegnante originaria di Kiev: «Non mi aspettavo tutto questo aiuto. Le nostre non sono solo lezioni di lingua, la cerchiamo di insegnare ai bambini anche la cultura italiana e la speranza. Ci rivolgiamo non solo ai più piccoli, ma anche alle mamme in modo che possano aiutare i loro bambini nei compiti».

Alla consegna del contributo ha partecipato anche padre Yuriy Ivanyuta, referente della comunità ucraina che, ancora una volta, ha ringraziato per la solidarietà dimostrata in questo anno: «All’inizio della guerra non ho dormito per diverse notti; nel caos dei primi giorni non si riusciva a capire nemmeno cosa si fosse bisogno, ma ricordo che c’erano tante persone che facevano senza chiedere e questo è stato fondamentale. Grazie, in particolare, a chi ha aiutato e aiuta ancora i bambini che, ancora oggi, sono scioccati da quello che hanno vissuto. Ricordo quelli che erano arrivati all’hotel Parmigiano da poche ore: erano una settantina, tutti seduti per terra e tutti in silenzio. Una scena surreale».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una risposta

  1. Una amministrazione che è non rappresenta tutti i cittadini, forse non rappresenta più nemmeno chi l’ha eletta, ma solo se stessa…

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Allo scoppio della guerra erano circa 70. Ora sono otto con sei mamme e vengono seguiti da Gaiane Abramian, insegnante originaria di Kiev, alla scuola E’n’G English 4every1

Le iniziative di solidarietà promosse a Novara a favore dei numerosi profughi arrivati in città sono state numerose in questi dodici mesi; non solo aiuto concreto, ma anche una particolare attenzione all’aspetto didattico e culturale. L’associazione BB Leva89, che lo scorso anno aveva già finanziato due missioni e salvato nove persone poco dopo lo scoppio della guerra, ha raccolto e consegnato un assegno da 4 mila euro alla scuola E’n’G English 4every1 di corso Cavallotti dove sono stati attivati i corsi di italiano per bambini provenienti dalle zone belliche. In un anno sono stato circa settanta quelli che hanno partecipato:;attualmente sono in otto oltre a sei mamme.

«Un’iniziativa nata per l’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi ucraini» ha ricordato il sindaco Alessandro Canelli.

Marzio Albonico, presidente dell’associazione, ha raccontato: «Sentivamo il bisogno di restituire alla comunità quello che abbiamo ricevuto noi. Poter dare una mano alle nuove generazioni ci fa riflettere sulle conseguenze della tragedia della guerra e alle opportunità perse da tutti loro».

Riccardo Cavanna, consigliere dell’associazione, che lo scorso anno aveva raccontato l’impresa proprio a La Voce, ha ripercorso quei tragici momenti: «Abbiamo visto la sofferenza e, appena siamo riusciti a raccogliere una cifra sufficiente per acquistare tutto il necessario, siamo partiti con un pulmino convinti di scaricare il materiale e tornare in Italia. Invece, grazie ai contatti di padre Yuriy, al ritorno abbiamo caricato nove persone tra donne e bambini e li abbiamo accompagnati in Italia».

I bambini ucraini con le loro mamme che si approcciano alla lingua italiana sono seguiti da Gaiane Abramian, insegnante originaria di Kiev: «Non mi aspettavo tutto questo aiuto. Le nostre non sono solo lezioni di lingua, la cerchiamo di insegnare ai bambini anche la cultura italiana e la speranza. Ci rivolgiamo non solo ai più piccoli, ma anche alle mamme in modo che possano aiutare i loro bambini nei compiti».

Alla consegna del contributo ha partecipato anche padre Yuriy Ivanyuta, referente della comunità ucraina che, ancora una volta, ha ringraziato per la solidarietà dimostrata in questo anno: «All’inizio della guerra non ho dormito per diverse notti; nel caos dei primi giorni non si riusciva a capire nemmeno cosa si fosse bisogno, ma ricordo che c’erano tante persone che facevano senza chiedere e questo è stato fondamentale. Grazie, in particolare, a chi ha aiutato e aiuta ancora i bambini che, ancora oggi, sono scioccati da quello che hanno vissuto. Ricordo quelli che erano arrivati all’hotel Parmigiano da poche ore: erano una settantina, tutti seduti per terra e tutti in silenzio. Una scena surreale».

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