Considerava la compagna come una sua proprietà, costringendola a consumare rapporti sessuali anche quando lei non voleva. E sotto la minaccia in caso di rifiuto: «Se non vengo soddisfatto, vado a cercare altre donne».. Una storia di sottomissione e svilimento della persona, fatta anche di offese, insulti, percosse, quella che in tribunale a Novara ha portata alla condanna a 7 anni di carcere nei confronti di A.I., un quarantaseienne residente a Cameri processato per violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia.
Vittima l’ex moglie, costituitasi parte civile per avere il risarcimento dei danni. Era stata lei, nel 2018, a denunciare i fatti dopo essersi rivolta a un consultorio della città. In base a quanto raccontato dalla donna, l’ex marito la costringeva a ripetute sessioni sessuali, non volute, in casa ma anche nei luoghi di vacanza, al mare. Alle molestie si erano accompagnate una lunga serie di offese e aggressioni psicologiche e fisiche, alcune delle quali documentate attraverso fotografie di ematomi. Pare che l’uomo, particolarmente geloso, non gradisse le uscite della convivente per andare a corsi di ballo. Le chiedeva spiegazioni perché lei si cambiasse così spesso, e controllava l’auto al suo rientro, per verificare quanti chilometri avesse percorso e se vi fosse qualcosa di sospetto che potesse ricondurre alla presenza di altri uomini.
L’imputato ha respinto gli addebiti. Il suo legale aveva chiesto l’assoluzione sollevando dubbi sulla credibilità di quanto denunciato e invitando a non confondere una vivacità sessuale di coppia con rapporti costretti e non cercati. Sarà certamente presentato appello.