Covid 19: ancora focolai al De Pagave

«All’interno del De Pagave continuano a persistere focolai, che non riusciamo ad isolare nonostante abbia cercato di spostare tutti i positivi, per ben due volte, e ho isolato anche i negativi ormai da due settimane (dallo scorso 17 aprile è stata creata al primo piano della struttura una zona Covid e una zona quarantena, ndr). C’è un fenomeno che con l’Asl stiamo cercando di analizzare perché non riusciamo a fermare la positivizzazione di alcuni ospiti». I dati, sciorinati da Paolo Cortese, funzionario comunale nominato direttore ad interim del De Pagave il 16 aprile scorso, sono stati resi noti nel corso dei lavori della commissione consiliare chiesta per fare una fotografia della situazione nelle Rsa cittadine.

 

 

E sulla base degli esiti dei tamponi, fatti la scorsa settimana, sono risultati esserci 18 positivi in più, rispetto agli iniziali negativi e, di contro, la negativizzazione di altre 10 persone, inizialmente positive.

«Ho chiesto con forza all’Asl di fare i tamponi, a utenti e dipendenti, tutti nello stesso giorno – ha detto Cortese – Per i dipendenti saranno eseguiti domani».

Alla luce di questi “risultati”, appare chiaro che, delle due, l’una: o la presenza di qualche asintomatico, o la suddivisione interna della struttura, tra “zona positivi” e “zona negativi”, pur con la garanzia di personale “separato” come ha sottolineato Cortese, non solo non è sufficiente ma evidentemente neppure efficace.

Punto sul quale si è soffermato Rossano Pirovano (Pd). «Siamo di fronte ad una situazione di emergenza che, stando ai numeri, sta diventando preoccupante; se ancora oggi ci sono focolai vuol dire che qualcosa non sta funzionando. Bisogna isolare veramente le persone negative».

Quindi, la soluzione prospettata dal democratico, potrebbe essere quella di spostare tutti gli ospiti positivi in una struttura, e tutti i negativi in un’altra. Sostanzialmente creare Rsa Covid e Rsa non Covid, proposta peraltro già avanzata dai sindacati di categoria e cristallizzata in un documento unitario da sottoporre all’Unità di Crisi, all’esito della cabina di regia.

«Non c’è alcuna sicurezza che chi ha avuto un tampone negativo non si positivizzi» ha ribattuto Canelli in riferimento alla situazione attuale; «In questo momento – ha aggiunto – è rischioso spostare anziani da una struttura all’altra; c’è forte il rischio che sia controproducente».

Al 15 maggio risultano in struttura 148 ospiti (erano 188 al primo gennaio); di questi, ha riferito Cortese, 9 non sono presenti (due trasferiti a Veruno per riabilitazione post Covid e 7 all’ospedale, di cui 4 ricoverati in reparti Covid e 3 per altri motivi).

Per quanto riguarda i decessi: a gennaio sono morte 5 persone, 2 a febbraio, 5 a marzo, 22 in aprile e 10 a maggio (dato riferito fino al 15): in totale, dal primo gennaio al 15 maggio, sono decedute 44 persone; nello stesso arco di tempo, nel 2019 si erano registrati 27 decessi; 30 quelli, nello stesso periodo in esame, nel 2018.


Articoli correlati 

«Così al De Pagave ci hanno fatto ammalare»

 

 

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Daniela Fornara

Daniela Fornara

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Covid 19: ancora focolai al De Pagave

«All’interno del De Pagave continuano a persistere focolai, che non riusciamo ad isolare nonostante abbia cercato di spostare tutti i positivi, per ben due volte, e ho isolato anche i negativi ormai da due settimane (dallo scorso 17 aprile è stata creata al primo piano della struttura una zona Covid e una zona quarantena, ndr). C’è un fenomeno che con l’Asl stiamo cercando di analizzare perché non riusciamo a fermare la positivizzazione di alcuni ospiti». I dati, sciorinati da Paolo Cortese, funzionario comunale nominato direttore ad interim del De Pagave il 16 aprile scorso, sono stati resi noti nel corso dei lavori della commissione consiliare chiesta per fare una fotografia della situazione nelle Rsa cittadine.

 

 

E sulla base degli esiti dei tamponi, fatti la scorsa settimana, sono risultati esserci 18 positivi in più, rispetto agli iniziali negativi e, di contro, la negativizzazione di altre 10 persone, inizialmente positive.

«Ho chiesto con forza all’Asl di fare i tamponi, a utenti e dipendenti, tutti nello stesso giorno – ha detto Cortese – Per i dipendenti saranno eseguiti domani».

Alla luce di questi “risultati”, appare chiaro che, delle due, l’una: o la presenza di qualche asintomatico, o la suddivisione interna della struttura, tra “zona positivi” e “zona negativi”, pur con la garanzia di personale “separato” come ha sottolineato Cortese, non solo non è sufficiente ma evidentemente neppure efficace.

Punto sul quale si è soffermato Rossano Pirovano (Pd). «Siamo di fronte ad una situazione di emergenza che, stando ai numeri, sta diventando preoccupante; se ancora oggi ci sono focolai vuol dire che qualcosa non sta funzionando. Bisogna isolare veramente le persone negative».

Quindi, la soluzione prospettata dal democratico, potrebbe essere quella di spostare tutti gli ospiti positivi in una struttura, e tutti i negativi in un’altra. Sostanzialmente creare Rsa Covid e Rsa non Covid, proposta peraltro già avanzata dai sindacati di categoria e cristallizzata in un documento unitario da sottoporre all’Unità di Crisi, all’esito della cabina di regia.

«Non c’è alcuna sicurezza che chi ha avuto un tampone negativo non si positivizzi» ha ribattuto Canelli in riferimento alla situazione attuale; «In questo momento – ha aggiunto – è rischioso spostare anziani da una struttura all’altra; c’è forte il rischio che sia controproducente».

Al 15 maggio risultano in struttura 148 ospiti (erano 188 al primo gennaio); di questi, ha riferito Cortese, 9 non sono presenti (due trasferiti a Veruno per riabilitazione post Covid e 7 all’ospedale, di cui 4 ricoverati in reparti Covid e 3 per altri motivi).

Per quanto riguarda i decessi: a gennaio sono morte 5 persone, 2 a febbraio, 5 a marzo, 22 in aprile e 10 a maggio (dato riferito fino al 15): in totale, dal primo gennaio al 15 maggio, sono decedute 44 persone; nello stesso arco di tempo, nel 2019 si erano registrati 27 decessi; 30 quelli, nello stesso periodo in esame, nel 2018.


Articoli correlati 

«Così al De Pagave ci hanno fatto ammalare»

 

 

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata