Covid in netta discesa e influenza in continua flessione. In Piemonte le epidemie stanno decisamente diminuendo il loro potenziale e Novara da mercoledì 25 gennaio ha una incidenza di nuovi casi di Coronavirus inferiore ai 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, che è il limite sotto al quale la malattia è considerata sotto controllo e, al tempo delle regioni “colorate”, conferiva il bianco.
Segnale decisamente positivo: il Piemonte (giovedì incidenza a 36,1) è la regione più grande fra le quattro sotto 50 (in Italia l’incidenza è 64,8) con Novara (ultimo dato 45,4, in virtù di una media di 23,4 nuovi casi al giorno nell’ultima settimana ma scesi a 20 giovedì) che resta fra le province piemontesi con più casi, dopo Alessandria. In Piemonte giovedì scorso erano 184 i ricoverati in ospedale con Covid (di cui 4 in terapia intensiva, 88 in meno del giovedì precedente) con un tasso di occupazione dei posti letto in area critica del 2,6%. Il tasso di positività è sceso al 2,5% ed entrambi gli ultimi valori sono largamente i più bassi in Italia e ai minimi storici dall’inizio della pandemia, soprattutto per i mesi invernali. 26.139 gli attualmente positivi (-276), 3 i decessi nell’ultima settimana.
Nei due ospedali novaresi domenica 29 gennaio in tutto 12 ricoverati (di cui uno al SS Trinità di Borgomanero, nessuno in terapia in tensiva) contro i 16 di domenica scorsa e i 30 del 15 gennaio.
Dati assolutamente lontani da quelli dei mesi di gennaio 2021 e soprattutto 2022 nel pieno dell’“ondata” pandemica più intensa: il 26 gennaio di un anno fa si contarono 971 nuovi casi in provincia (incidenza a 1.790!) e 126 ricoverati nei due ospedali, di cui 9 in terapia intensiva.
I dati diffusi da Arpa Piemonte dicono che dominano ancora le varianti Omicron: in particolare nei depuratori in provincia di Novara la variante dominante era BA 5 nella prima settimana di gennaio e la variante BA 2 nella seconda settimana.
Le persone più colpite dai contagi Covid restano gli anziani oltre gli 80 anni di età (incidenza 59,5) e poi gli adulti fra 45 e 59 anni (incidenza 41). Tra i minori l’incidenza di contagio maggiore è nella fascia di età fra 6 e 11 anni (22,1) seguita dai più piccoli (0-2 anni, incidenza 20,6).
INFLUENZA
L’incidenza delle sindromi simil-influenzali prosegue il calo: tra il 16 e il 22 gennaio in Italia è scesa a 8,9 casi per mille assistiti (così da tornare a collocarsi nella fascia di “bassa intensità”), ad eccezione dei bambini sotto i 5 anni dove si registrano 25,2 casi ogni mille assistiti, con numeri in risalita rispetto alla settimana precedente (20,7). Meno colpiti gli anziani (per i quali sono previste le vaccinazioni): tra gli over 65 l’incidenza è scesa a 5,36. In totale si valuta che siano stati colpiti da una sindrome influenzale oltre 8,6 milioni di italiani.
Sono i dati dell’ultimo rapporto epidemiologico “Influnet” dell’Istituto superiore di sanità, che si basa sulle rilevazioni dei medici e pediatri “sentinella” e continua a mostrare un andamento anticipato rispetto alle precedenti stagioni quando la discesa dei casi iniziava a febbraio-marzo.
Il Piemonte, come dall’inizio della stagione influenzale, mostra dati un po’ superiori a quelli medi nazionali, seppure con analogo trend di discesa: l’incidenza dei nuovi casi (nell’ultima settimana 754 sugli oltre 81mila seguiti dai 59 “medici sentinella”) è di 9,24 (6,75 tra gli over 65) ma quella dei bambini 0-4 anni è inferiore alla media italiana: 17,47. Si possono stimare quasi 650mila piemontesi colpiti dall’influenza da inizio dell’epidemia.