Covid e Rsa, la proposta dei sindacati: «creare strutture differenziate»

Analizzate le criticità emerse, fotografata la situazione delle case di riposo del territorio quel che resta sul tavolo è “come affrontare” la gestione di queste strutture nel presente e nel futuro.  Due, secondo i sindacati, che all’esito delle riunioni della Cabina di regia hanno elaborato un documento unitario, le criticità emerse dal tavolo e rimaste «senza una riposta chiara e precisa»: il modello da adottare per la gestione e la cura degli ospiti Covid  e come, nell’immediato, dare risposta al problema della carenza di organici in quelle strutture che, a causa del contagio, hanno avuto una riduzione del personale in servizio.

 

 

E la proposta che emerge dal documento unitario è quella non già di separare, all’interno di una medesima struttura, reparti Covid da reparti non Covid, che comporterebbe problemi non solo dal punto di vista strutturale ma anche di personale «che non è sufficiente, tanto più ora che molti, dopo aver contratto il virus, sono a casa in infortunio», ma di dividere le Rsa in tre “categorie”: «strutture per ospiti positivi al Covid (dove necessita la presenza di personale medico e paramedico specializzato e attrezzature adeguate), strutture per  anziani in quarantena (che dopo lo screening per certificare la negatività abbiano necessità di entrare in casa di riposo) e una terza tipologia per quegli ospiti che non hanno contratto il virus o si siano negativizzati».

Insomma, per i sindacati, occorre “ridisegnare” la rete delle Rsa «in modo da renderle più sicure, visto che oltre tutto dovremo convivere per parecchio tempo ancora con questo problema».

Una proposta, quella che emerge dal documento unitario di Cgil, Cisl e Uil, che è stata inviata al presidente della Provincia, coordinatore della cabina di regia provinciale, per sottoporla al vaglio dell’unità di crisi regionale, al direttore Generale dell’Asl di Novara, al commissario ad acta e al Prefetto.

E sul problema della carenza di operatori, in particolare personale Oss e infermieri, «non è più differibile che l’Asl di Novara, attraverso un provvedimento straordinario, assuma nuovo personale per poter intervenire direttamente in tutte quelle realtà di case di riposo che si trovano in maggiore difficoltà».

 

 

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Covid e Rsa, la proposta dei sindacati: «creare strutture differenziate»

Analizzate le criticità emerse, fotografata la situazione delle case di riposo del territorio quel che resta sul tavolo è “come affrontare” la gestione di queste strutture nel presente e nel futuro.  Due, secondo i sindacati, che all’esito delle riunioni della Cabina di regia hanno elaborato un documento unitario, le criticità emerse dal tavolo e rimaste «senza una riposta chiara e precisa»: il modello da adottare per la gestione e la cura degli ospiti Covid  e come, nell’immediato, dare risposta al problema della carenza di organici in quelle strutture che, a causa del contagio, hanno avuto una riduzione del personale in servizio.     E la proposta che emerge dal documento unitario è quella non già di separare, all’interno di una medesima struttura, reparti Covid da reparti non Covid, che comporterebbe problemi non solo dal punto di vista strutturale ma anche di personale «che non è sufficiente, tanto più ora che molti, dopo aver contratto il virus, sono a casa in infortunio», ma di dividere le Rsa in tre “categorie”: «strutture per ospiti positivi al Covid (dove necessita la presenza di personale medico e paramedico specializzato e attrezzature adeguate), strutture per  anziani in quarantena (che dopo lo screening per certificare la negatività abbiano necessità di entrare in casa di riposo) e una terza tipologia per quegli ospiti che non hanno contratto il virus o si siano negativizzati». Insomma, per i sindacati, occorre “ridisegnare” la rete delle Rsa «in modo da renderle più sicure, visto che oltre tutto dovremo convivere per parecchio tempo ancora con questo problema». Una proposta, quella che emerge dal documento unitario di Cgil, Cisl e Uil, che è stata inviata al presidente della Provincia, coordinatore della cabina di regia provinciale, per sottoporla al vaglio dell’unità di crisi regionale, al direttore Generale dell’Asl di Novara, al commissario ad acta e al Prefetto. E sul problema della carenza di operatori, in particolare personale Oss e infermieri, «non è più differibile che l’Asl di Novara, attraverso un provvedimento straordinario, assuma nuovo personale per poter intervenire direttamente in tutte quelle realtà di case di riposo che si trovano in maggiore difficoltà».    

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