Covid hotel, il percorso a ostacoli della Regione

In Piemonte gli ospedali sono allo stremo, la Regione cerca disperatamente Covid hotel dove poter sistemare pazienti positivi con sintomi lievi, ma non arretra sulle proprie condizioni. Anzi le complica.

In un mese, infatti, i ricoveri Covid sono passati da 216 a 4.540 (104,2 ogni centomila abitanti secondo solo alla Valle D’Aosta, mentre la Lombardia è 63,8 e la media italiana è 45,8) e, se il trend continuerà a essere questo, in meno di un settimana non ci saranno più posti letto disponibili. Per questo motivo domenica scorsa la Regione ha pubblicato un bando per la creazione di “alberghi assistiti”, strutture alberghiere con supporto socio sanitario da riservare ai pazienti ultra 65enni, autosufficienti o parziamente autosufficienti, positivi al Covid 19 in forma asintomatica o con leggeri sintomi. Però, come aveva spiegato a La Voce il presidente di Federalberghi Novara e Vco Emilio Zanetta «un hotel da solo non può gestire questa situazione in quanto gli albergatori non possono assumere operatori sanitari. Inoltre la Regione pretende che tutti i rischi siano a carico nostro». L’unica soluzione che Zanetta prospettava era la formazione di una società tra una struttura ricettiva e una rsa. Ma nemmeno questo è possibile.

«Non solo la Regione non è tornata sui propri passi per agevolare l’operazione – continua Zanetta – ma ha chiarito che solo un’azienda strutturata nel settore dell’assistenza, dunque una rsa o una cooperativa, può presentare l’offerta, nonostante nell’avviso siano esplicitati anche gli albergatori che comunque, sempre secondo la Regione, sarebbero quelli che dovrebbero mettersi a disposizione tramite le aziende che presentano la domanda e non direttamente».

Dalle informazioni raccolte, però, risulta che a oggi nessuna struttura attualmente impegnata nel settore assistenziale abbia presentato la propria offerta.

 

 

Lo scorso 26 ottobre, invece, con scadenza il 1 novembre, anche Asl Novara aveva pubblicato un avviso per l’individuazione di alberghi o altre strutture ricettive per pazienti positivi, i cosiddetti Covid hotel. Nel testo viene chiesto di esplicitare se si è società cooperativa, consorzio, capogruppo di raggruppamento temporaneo di imprese già costituito o non ancora costituito. Dunque nessuna limitazione alle sole struttura di assistenza.

La poca chiarezza regna anche nei bandi per l’assunzione di personale. Il 5 ottobre, infatti, la Regione ha pubblicato un bando per l’assunzione di infermieri con contratto triennale, mentre il 7 ha reso noto un altro avviso per il reclutamento di «operatori disponibili a prestare assistenza nelle strutture che ospitano pazienti affetti da Covid-19» senza però specifiare la durata della prestazione ma solo facendo riferimento alle «strutture per anziani o negli “alberghi assistiti” in cui viene garantito un presidio socio-sanitario». Alberghi che, alle condizioni della Regione, non potranno mai essere attivati.


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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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In Piemonte gli ospedali sono allo stremo, la Regione cerca disperatamente Covid hotel dove poter sistemare pazienti positivi con sintomi lievi, ma non arretra sulle proprie condizioni. Anzi le complica. In un mese, infatti, i ricoveri Covid sono passati da 216 a 4.540 (104,2 ogni centomila abitanti secondo solo alla Valle D’Aosta, mentre la Lombardia è 63,8 e la media italiana è 45,8) e, se il trend continuerà a essere questo, in meno di un settimana non ci saranno più posti letto disponibili. Per questo motivo domenica scorsa la Regione ha pubblicato un bando per la creazione di “alberghi assistiti”, strutture alberghiere con supporto socio sanitario da riservare ai pazienti ultra 65enni, autosufficienti o parziamente autosufficienti, positivi al Covid 19 in forma asintomatica o con leggeri sintomi. Però, come aveva spiegato a La Voce il presidente di Federalberghi Novara e Vco Emilio Zanetta «un hotel da solo non può gestire questa situazione in quanto gli albergatori non possono assumere operatori sanitari. Inoltre la Regione pretende che tutti i rischi siano a carico nostro». L'unica soluzione che Zanetta prospettava era la formazione di una società tra una struttura ricettiva e una rsa. Ma nemmeno questo è possibile. «Non solo la Regione non è tornata sui propri passi per agevolare l'operazione - continua Zanetta - ma ha chiarito che solo un'azienda strutturata nel settore dell'assistenza, dunque una rsa o una cooperativa, può presentare l'offerta, nonostante nell'avviso siano esplicitati anche gli albergatori che comunque, sempre secondo la Regione, sarebbero quelli che dovrebbero mettersi a disposizione tramite le aziende che presentano la domanda e non direttamente». Dalle informazioni raccolte, però, risulta che a oggi nessuna struttura attualmente impegnata nel settore assistenziale abbia presentato la propria offerta.     Lo scorso 26 ottobre, invece, con scadenza il 1 novembre, anche Asl Novara aveva pubblicato un avviso per l’individuazione di alberghi o altre strutture ricettive per pazienti positivi, i cosiddetti Covid hotel. Nel testo viene chiesto di esplicitare se si è società cooperativa, consorzio, capogruppo di raggruppamento temporaneo di imprese già costituito o non ancora costituito. Dunque nessuna limitazione alle sole struttura di assistenza. La poca chiarezza regna anche nei bandi per l'assunzione di personale. Il 5 ottobre, infatti, la Regione ha pubblicato un bando per l'assunzione di infermieri con contratto triennale, mentre il 7 ha reso noto un altro avviso per il reclutamento di «operatori disponibili a prestare assistenza nelle strutture che ospitano pazienti affetti da Covid-19» senza però specifiare la durata della prestazione ma solo facendo riferimento alle «strutture per anziani o negli “alberghi assistiti” in cui viene garantito un presidio socio-sanitario». Alberghi che, alle condizioni della Regione, non potranno mai essere attivati.
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