Covid, piano regionale da 41 milioni per le Rsa. De Pagave la più colpita a Novara

Covid, piano regionale da 41 milioni per le Rsa. De Pagave la più colpita a Novara. La Regione ha stanziato 41 milioni di euro per garantire la continuità delle oltre 1800 strutture sul territorio che sono state piegate dal Covid dal punto di vista finanziatio. Sono strutture che erogano prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale ad anziani, minori, disabili, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche.

A Novara la più colpita è il De Pagave, (ex Ipab, ora azienda pubblica dei servizi alla persona sotto la diretta sorveglianza della Regione) che, in quanto tale, deve sottostare a rigide regole di natura giuridca e finanziaria. La situazione, comunque non nuova, era uscita allo scoperto all’inizio del mese di dicembre (leggi qui) quando il sindaco Alessandro Canelli aveva dichiarato di aver chiesto aiuto al presidente Alberto Cirio.

 

 

E la scorsa settimana si è svolto l’incontro tra il sindaco, il governatore e l’assessore regionale alle Politiche sociali Chiara Caucino: «La crisi nelle Rsa – spiega Canelli – non è stata solo pandemica, ma anche economica: meno ospiti, meno entrate, disagio finanziario. Tutte però svolgono una funzione sociale importantissima ed era necessario un intervento pubblico anche sulle strutture private. Ho fatto presente che a Novara la situazione più grave è quella del De Pagave ma in tutto il Piemonte ci sono 26 strutture pubbliche simili con un totale 3000 posti letto. Il lavoro però non è terminato perchè è necessario continuare a monitorare la situazione e cercare soluzioni innovative per incentivare sempre più l’assistenza domiciliare».

Nel dettaglio, i 41 milioni saranno erogati a oltre 1800 strutture residenziali, che comprendono 40.000 lavoratori e 52.000 ospiti: 772 strutture per anziani (29.000 lavoratori e 40.000 ospiti), 418 strutture per disabili (6.000 lavoratori e 6.000 ospiti), 311 strutture per pazienti psichiatrici (oltre 2.000 lavoratori e quasi 3.000 ospiti), 227 strutture per minori (con circa 1.900 lavoratori e oltre 2.000 ospiti), 82 strutture per le dipendenze (con oltre 900 lavoratori e oltre 1.200 ospiti).

Sull’argomento è intervenuto anche l’assessore regionale Matteo Marnati: «C’è forte consapevolezza delle difficoltà economiche in cui versano tali strutture e in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo era doveroso intervenire anche per evitare pesanti conseguenze non solo assistenziali o sanitarie, ma anche sociali. Tra le risorse messe a disposizione, ci sono anche quelle che derivano dalla monetizzazione della fornitura di energia gratuita che spetta alla Regione dai concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica per un totale di 6,3 milioni di euro. La legge prevede che queste risorse sia destiante a servizi pubblici tra cui servizi sanitari, socio sanitari e assistenziali, scolastici, di protezione civile e comunali: quest’anno abbiamo scelto di darle alle Rsa quale contributo per il pagamento delle bollette di energia elettrica».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Covid, piano regionale da 41 milioni per le Rsa. De Pagave la più colpita a Novara

Covid, piano regionale da 41 milioni per le Rsa. De Pagave la più colpita a Novara. La Regione ha stanziato 41 milioni di euro per garantire la continuità delle oltre 1800 strutture sul territorio che sono state piegate dal Covid dal punto di vista finanziatio. Sono strutture che erogano prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale ad anziani, minori, disabili, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche.

A Novara la più colpita è il De Pagave, (ex Ipab, ora azienda pubblica dei servizi alla persona sotto la diretta sorveglianza della Regione) che, in quanto tale, deve sottostare a rigide regole di natura giuridca e finanziaria. La situazione, comunque non nuova, era uscita allo scoperto all’inizio del mese di dicembre (leggi qui) quando il sindaco Alessandro Canelli aveva dichiarato di aver chiesto aiuto al presidente Alberto Cirio.

 

 

E la scorsa settimana si è svolto l’incontro tra il sindaco, il governatore e l’assessore regionale alle Politiche sociali Chiara Caucino: «La crisi nelle Rsa – spiega Canelli – non è stata solo pandemica, ma anche economica: meno ospiti, meno entrate, disagio finanziario. Tutte però svolgono una funzione sociale importantissima ed era necessario un intervento pubblico anche sulle strutture private. Ho fatto presente che a Novara la situazione più grave è quella del De Pagave ma in tutto il Piemonte ci sono 26 strutture pubbliche simili con un totale 3000 posti letto. Il lavoro però non è terminato perchè è necessario continuare a monitorare la situazione e cercare soluzioni innovative per incentivare sempre più l’assistenza domiciliare».

Nel dettaglio, i 41 milioni saranno erogati a oltre 1800 strutture residenziali, che comprendono 40.000 lavoratori e 52.000 ospiti: 772 strutture per anziani (29.000 lavoratori e 40.000 ospiti), 418 strutture per disabili (6.000 lavoratori e 6.000 ospiti), 311 strutture per pazienti psichiatrici (oltre 2.000 lavoratori e quasi 3.000 ospiti), 227 strutture per minori (con circa 1.900 lavoratori e oltre 2.000 ospiti), 82 strutture per le dipendenze (con oltre 900 lavoratori e oltre 1.200 ospiti).

Sull’argomento è intervenuto anche l’assessore regionale Matteo Marnati: «C’è forte consapevolezza delle difficoltà economiche in cui versano tali strutture e in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo era doveroso intervenire anche per evitare pesanti conseguenze non solo assistenziali o sanitarie, ma anche sociali. Tra le risorse messe a disposizione, ci sono anche quelle che derivano dalla monetizzazione della fornitura di energia gratuita che spetta alla Regione dai concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica per un totale di 6,3 milioni di euro. La legge prevede che queste risorse sia destiante a servizi pubblici tra cui servizi sanitari, socio sanitari e assistenziali, scolastici, di protezione civile e comunali: quest’anno abbiamo scelto di darle alle Rsa quale contributo per il pagamento delle bollette di energia elettrica».

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