Covid19, la Regione riorganizza la rete ospedaliera

Aumento dei posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva, individuazione degli ospedali Covid sul territorio, ristrutturazione dei pronto soccorso e consolidamento della separazione dei percorsi, rotazione e distribuzione delle attrezzature e delle strumentazioni, aumento dei mezzi di soccorso da dedicare ai trasferimenti tra ospedali ed incremento del personale in aggiunta all’attuale dotazione organica del servizio sanitario regionale: sono questi i principali punti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera elaborato dal gruppo di lavoro guidato dal  Giovanni Monchiero, illustrato ieri con un’informativa in Commissione regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Oggi il Piano sarà presentato in giunta e sottoposto al Ministero della Salute per l’approvazione; il Piano recepisce, infatti, le indicazioni del “Decreto Rilancio” che prevede misure urgenti in materia di salute connesse all’emergenza covid 19.

Il finanziamento statale per la Regione Piemonte è pari a 111.222.717 euro. 51,7 milioni sono previsti per gli interventi in terapia intensiva, oltre 33 milioni per la terapia semi-intensiva, 24,7 milioni per gli interventi di emergenza-urgenza (DEA), 900.000 euro per l’acquisto dei mezzi per l’emergenza territoriale.

Presìdi temporaneamente dedicati al covid 19

Nella fase di elaborazione del Piano alcune Aree Omogenee hanno già individuato i futuri “Covid Hospital”. L’area di Torino ha scelto gli ospedali “Amedeo di Savoia” e  “San Lorenzo” di Carmagnola; l’Area “Piemonte Sud-Ovest” l’ospedale Civile di Saluzzo. Le altre aree hanno ritenuto non necessario individuare sin da ora eventuali “Covid Hospital” riservandosi la scelta al momento della effettiva necessità.

Gli ospedali covi non potranno comunque garantire, in condizioni epidemiche importanti, un numero di posti letto sufficiente ad assistere tutti i pazienti con patologie covid correlate. E, in ogni caso, gli ospedali sede di Dea di I e II livello saranno chiamati a seguire i casi di maggiore complessità.

Il Piano prevede di consolidare e di rendere strutturale la separazione dei percorsi all’interno dei presidi ospedalieri, nonché la ristrutturazione degli spazi destinati al “Pronto Soccorso” con individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti Covid-19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi.

 

 

Strutture private

Le Strutture private potranno essere coinvolte a vari livelli in base alla situazione epidemiologica e alla necessità del momento.

Strutture aggiuntive temporanee

Sono limitrofe alle strutture ospedaliere e sono attivate per dare risposta ad eventuali ulteriori picchi di domanda di ricovero, in caso di incremento della curva epidemica. Nel mese di aprile è stata attivata la Struttura sanitaria temporanea OGR a Torino, interamente dedicata alla gestione esclusiva dei pazienti affetti da covid 19, che viene mantenuta operativa almeno fino al dicembre 2020.

Terapia intensiva e sub intensiva

Posti letto in terapia intensiva: con un incremento di 299, passano a 610, ai quali si aggiungono 16 posti letto di DH di norma dedicati a terapia antalgica, per un totale di 626 pl complessivi. Posti in terapia semi-intensiva: si prevede di arrivare a 305 posti dai 125 pre-Covid. Circa metà di questi posti letto (153) potranno essere convertiti in posti letto di terapia intensiva.

In base al Piano, il programmato aumento di 299 posti letto di terapia intensiva determina il conseguente aumento del fabbisogno del personale a pieno regime: (indicativamente 299 medici anestesisti, 897 collaboratori professionali sanitari – infermieri e 299 operatori socio sanitari) che condurrebbe a un costo annuo lordo complessivo di 79.335.824,68 euro che, per il semestre luglio -dicembre 2020, ammonta a 39.667.912,34 a fronte del finanziamento statale di 13.919.431,62.

Tenendo conto del fatto che i letti aggiuntivi entreranno in funzione dal mese di settembre-ottobre 2020, il fondo di 13.919.431,62 viene assegnato e ripartito alle Aziende Sanitarie per i 299 letti aggiuntivi programmati, in proporzione ai letti effettivamente attivati, nella misura di 46.553,28 euro per ogni posto letto aggiuntivo.

Sul tema si è espresso il vice presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi: «L’aumento dei posti letto in terapia intensiva e subintensiva è una buona notizia. Tuttavia tale potenziamento rischia di restare sulla carta se al potenziamento territoriale e ospedaliero non seguirà un piano di assunzioni. Dal 2010 al 2017, a causa del piano di rientro e del blocco del turn over abbiamo perso circa 4.000 operatori sanitari, passando da 59.000 a 55.000 circa unità assunte dal sistema sanitario regionale. Nel 2018, appena dopo l’uscita dal piano di rientro, la giunta Chiamparino lanciò un piano straordinario di assunzioni che prevedeva 1.400 nuovi ingressi in tre anni. Occorre continuare su quella strada e lavorare a un nuovo piano che preveda almeno altrettante assunzioni, a partire dalla stabilizzazione, anche parziale, dei circa 2.000 operatori assunti a tempo determinato per l’emergenza covid. Servirà certamente un incremento del Fondo Sanitario Nazionale, ma anche la Regione deve fare la sua parte con le borse di studio per gli specializzandi in medicina, sulle quali dalla giunta Cirio per ora sono solo arrivate bocciature».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Covid19, la Regione riorganizza la rete ospedaliera

Aumento dei posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva, individuazione degli ospedali Covid sul territorio, ristrutturazione dei pronto soccorso e consolidamento della separazione dei percorsi, rotazione e distribuzione delle attrezzature e delle strumentazioni, aumento dei mezzi di soccorso da dedicare ai trasferimenti tra ospedali ed incremento del personale in aggiunta all’attuale dotazione organica del servizio sanitario regionale: sono questi i principali punti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera elaborato dal gruppo di lavoro guidato dal  Giovanni Monchiero, illustrato ieri con un’informativa in Commissione regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Oggi il Piano sarà presentato in giunta e sottoposto al Ministero della Salute per l’approvazione; il Piano recepisce, infatti, le indicazioni del “Decreto Rilancio” che prevede misure urgenti in materia di salute connesse all’emergenza covid 19.

Il finanziamento statale per la Regione Piemonte è pari a 111.222.717 euro. 51,7 milioni sono previsti per gli interventi in terapia intensiva, oltre 33 milioni per la terapia semi-intensiva, 24,7 milioni per gli interventi di emergenza-urgenza (DEA), 900.000 euro per l’acquisto dei mezzi per l’emergenza territoriale.

Presìdi temporaneamente dedicati al covid 19

Nella fase di elaborazione del Piano alcune Aree Omogenee hanno già individuato i futuri “Covid Hospital”. L’area di Torino ha scelto gli ospedali “Amedeo di Savoia” e  “San Lorenzo” di Carmagnola; l’Area “Piemonte Sud-Ovest” l’ospedale Civile di Saluzzo. Le altre aree hanno ritenuto non necessario individuare sin da ora eventuali “Covid Hospital” riservandosi la scelta al momento della effettiva necessità.

Gli ospedali covi non potranno comunque garantire, in condizioni epidemiche importanti, un numero di posti letto sufficiente ad assistere tutti i pazienti con patologie covid correlate. E, in ogni caso, gli ospedali sede di Dea di I e II livello saranno chiamati a seguire i casi di maggiore complessità.

Il Piano prevede di consolidare e di rendere strutturale la separazione dei percorsi all’interno dei presidi ospedalieri, nonché la ristrutturazione degli spazi destinati al “Pronto Soccorso” con individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti Covid-19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi.

 

 

Strutture private

Le Strutture private potranno essere coinvolte a vari livelli in base alla situazione epidemiologica e alla necessità del momento.

Strutture aggiuntive temporanee

Sono limitrofe alle strutture ospedaliere e sono attivate per dare risposta ad eventuali ulteriori picchi di domanda di ricovero, in caso di incremento della curva epidemica. Nel mese di aprile è stata attivata la Struttura sanitaria temporanea OGR a Torino, interamente dedicata alla gestione esclusiva dei pazienti affetti da covid 19, che viene mantenuta operativa almeno fino al dicembre 2020.

Terapia intensiva e sub intensiva

Posti letto in terapia intensiva: con un incremento di 299, passano a 610, ai quali si aggiungono 16 posti letto di DH di norma dedicati a terapia antalgica, per un totale di 626 pl complessivi. Posti in terapia semi-intensiva: si prevede di arrivare a 305 posti dai 125 pre-Covid. Circa metà di questi posti letto (153) potranno essere convertiti in posti letto di terapia intensiva.

In base al Piano, il programmato aumento di 299 posti letto di terapia intensiva determina il conseguente aumento del fabbisogno del personale a pieno regime: (indicativamente 299 medici anestesisti, 897 collaboratori professionali sanitari – infermieri e 299 operatori socio sanitari) che condurrebbe a un costo annuo lordo complessivo di 79.335.824,68 euro che, per il semestre luglio -dicembre 2020, ammonta a 39.667.912,34 a fronte del finanziamento statale di 13.919.431,62.

Tenendo conto del fatto che i letti aggiuntivi entreranno in funzione dal mese di settembre-ottobre 2020, il fondo di 13.919.431,62 viene assegnato e ripartito alle Aziende Sanitarie per i 299 letti aggiuntivi programmati, in proporzione ai letti effettivamente attivati, nella misura di 46.553,28 euro per ogni posto letto aggiuntivo.

Sul tema si è espresso il vice presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi: «L’aumento dei posti letto in terapia intensiva e subintensiva è una buona notizia. Tuttavia tale potenziamento rischia di restare sulla carta se al potenziamento territoriale e ospedaliero non seguirà un piano di assunzioni. Dal 2010 al 2017, a causa del piano di rientro e del blocco del turn over abbiamo perso circa 4.000 operatori sanitari, passando da 59.000 a 55.000 circa unità assunte dal sistema sanitario regionale. Nel 2018, appena dopo l’uscita dal piano di rientro, la giunta Chiamparino lanciò un piano straordinario di assunzioni che prevedeva 1.400 nuovi ingressi in tre anni. Occorre continuare su quella strada e lavorare a un nuovo piano che preveda almeno altrettante assunzioni, a partire dalla stabilizzazione, anche parziale, dei circa 2.000 operatori assunti a tempo determinato per l’emergenza covid. Servirà certamente un incremento del Fondo Sanitario Nazionale, ma anche la Regione deve fare la sua parte con le borse di studio per gli specializzandi in medicina, sulle quali dalla giunta Cirio per ora sono solo arrivate bocciature».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata