Covid19, un laboratorio a Ipazia per test molecolari

A Ipazia, al centro di malattie autoimmuni, sarà realizzato uno dei tre laboratori del Piemonte, allestiti con fondi ottenuti dalla Regione attraverso donazioni (tra le altre, Intesa San Paolo e Assicurazioni Generali). Il laboratorio novarese (gli altri due saranno a Biella e Torino, quest’ultimo sarà gestito da Arpa e si occuperà di ricerca nel campo della virologia ambientale) «nell’immediato – spiega l’assessore regionale Matteo Marnati –  servirà a proseguire con attività di emergenza, cioè per processare  i tamponi in collaborazione con ospedale Maggiore e Asl; in futuro verrà utilizzato per attività di ricerca. Si tratta di un investimento a medio – lungo termine. Finita l’emergenza Novara infatti continuerà nella ricerca, in generale sui virus, non necessariamente sul Covid 19».

 

 

«Si tratta – aggiunge – di un nuovo patrimonio per tutti, novaresi e piemontesi, perché Università riguarda tutto il quadrante».

«Siamo determinati a continuare la ricerca sul coronavirus – dice il Rettore, professor Gian Carlo Avanzi – E siamo molto orgogliosi come Upo di poter contribuire alla diagnostica molecolare di questa malattia, in un momento in cui effettuare tamponi e fare diagnosi è ancora una priorità e che in futuro lo sarà nel momento in cui si manifesterà l’esigenza di individuare focolai nella popolazione. In futuro utilizzeremo le apparecchiature per altri scopi scientifici. Non sarà semplice riconvertirle perché si tratta di apparecchiature speciali utilizzabili nella diagnostica».

Referenti saranno il professor Santoro, direttore del centro delle malattie autoimmuni, e la professoressa Gariglio, docente Upo, con i collaboratori.

«Ci vorranno circa 3 settimane – conclude l’assessore – ed è un piccolo miracolo, perché i macchinari solitamente vengono consegnati in tempi riferibili a mesi: noi abbiamo bisogno di tempi stretti, c’è la volontà di Università e Regione di fare qualcosa di utile per la “fase 2”, quando i tamponi, con la riapertura di aziende e attività, saranno necessariamente in maggior numero».

«Speriamo di poter mettere a punto il tutto per la fine di giugno – dice Avanzi – è un auspicio non una certezza. Noi faremo di tutto».

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Covid19, un laboratorio a Ipazia per test molecolari

A Ipazia, al centro di malattie autoimmuni, sarà realizzato uno dei tre laboratori del Piemonte, allestiti con fondi ottenuti dalla Regione attraverso donazioni (tra le altre, Intesa San Paolo e Assicurazioni Generali). Il laboratorio novarese (gli altri due saranno a Biella e Torino, quest’ultimo sarà gestito da Arpa e si occuperà di ricerca nel campo della virologia ambientale) «nell’immediato – spiega l’assessore regionale Matteo Marnati –  servirà a proseguire con attività di emergenza, cioè per processare  i tamponi in collaborazione con ospedale Maggiore e Asl; in futuro verrà utilizzato per attività di ricerca. Si tratta di un investimento a medio – lungo termine. Finita l’emergenza Novara infatti continuerà nella ricerca, in generale sui virus, non necessariamente sul Covid 19».

 

 

«Si tratta – aggiunge – di un nuovo patrimonio per tutti, novaresi e piemontesi, perché Università riguarda tutto il quadrante».

«Siamo determinati a continuare la ricerca sul coronavirus – dice il Rettore, professor Gian Carlo Avanzi – E siamo molto orgogliosi come Upo di poter contribuire alla diagnostica molecolare di questa malattia, in un momento in cui effettuare tamponi e fare diagnosi è ancora una priorità e che in futuro lo sarà nel momento in cui si manifesterà l’esigenza di individuare focolai nella popolazione. In futuro utilizzeremo le apparecchiature per altri scopi scientifici. Non sarà semplice riconvertirle perché si tratta di apparecchiature speciali utilizzabili nella diagnostica».

Referenti saranno il professor Santoro, direttore del centro delle malattie autoimmuni, e la professoressa Gariglio, docente Upo, con i collaboratori.

«Ci vorranno circa 3 settimane – conclude l’assessore – ed è un piccolo miracolo, perché i macchinari solitamente vengono consegnati in tempi riferibili a mesi: noi abbiamo bisogno di tempi stretti, c’è la volontà di Università e Regione di fare qualcosa di utile per la “fase 2”, quando i tamponi, con la riapertura di aziende e attività, saranno necessariamente in maggior numero».

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