«Dopo la tragedia di Firenze non è più rinviabile una legge per l’accesso alla professione imprenditoriale nell’edilizia. Gli interventi introdotti fino a oggi (vedi SOA) non danno risposte concrete in un settore delicato e altamente esposto al rischio di infortuni. Probabilmente l’edilizia è rimasto l’unico settore in cui è possibile avviare un’azienda edile semplicemente attraverso l’iscrizione in Camera di Commercio». Così Cna lancia un appello allo scopo di introdurre una formazione obbligatoria per chi intende aprire un’impresa di costruzioni edili dopo il crollo nel cantiere a Firenze costato la vita a cinque operai.
«Da molti anni Cna chiede di regolamentare l’accesso alla professione di costruttore edile – ricorda Marco Pasquino, direttore Cna Piemonte Nord – tanto che avevamo presentato un disegno di legge rimasto nei cassetti dei Governi che si sono succeduti. Nel Ddl avevamo chiesto l’introduzione di un percorso di formazione, abbinato a specifico titolo di studio o comprovata esperienza in cantiere, e la capacità finanziaria, sull’esempio di quanto già richiesto in molti altri settori. La sicurezza è una priorità per tutti coloro che lavorano in cantiere, non facciamo distinzione tra titolari e collaboratori: siamo tutti coinvolti e come parti sociali ci dobbiamo tutti impegnare perché vi sia unità di intenti sul prioritario tema della sicurezza. Inoltre occorre applicare e rispettare in modo rigoroso i contratti collettivi di lavoro e contrastare le pratiche del massimo ribasso e del subappalto infinito».