Cureggio, «Dammi i soldi, non sai chi sono io», ma la vittima lo denuncia

R.T., 55 anni, ha rimediato una nuova condanna a 2 anni, 11 mesi e 17 giorni di reclusione per tre nuovi episodi di tentata estorsione, pressanti richieste di denaro risalenti allo scorso autunno

Una fama di «bullo» del paese la sua, visti i numerosi precedenti da attaccabrighe, spesso violento, testimoniata da condanne passare per estorsione, resistenza a pubblico ufficiale, stalking e lesioni. Ora R.T., 55 anni, residente a Cureggio, ha rimediato una nuova condanna a 2 anni, 11 mesi e 17 giorni di reclusione con giudizio abbreviato per tre nuovi episodi di tentata estorsione, pressanti richieste di denaro risalenti allo scorso autunno.

Il pm aveva chiesto 5 anni e 4 mesi; il suo difensore aveva insistito per l’assoluzione, sottolineando come il comportamento del suo assistito, forse insistente, non avesse oltrepassato i limiti. Attualmente si trova in carcere per aver violato precedenti provvedimenti dell’autorità giudiziaria, con sospensione della messa alla prova.

Il nuovo fascicolo a carico del cinquantenne è nato da un intervento dei carabinieri di Gattico-Veruno in una carrozzeria di Borgomanero, il 6 ottobre dello scorso anno. In quel periodo, secondo quanto ricostruito dai militari, l’imputato aveva minacciato il personale per avere somme di denaro o prestazioni lavorative gratuite, proprio facendo leva sulla sua «fama criminale».

Il titolare, per evitare problemi, una prima volta gli aveva dato 50 euro. Poi il cureggese si era ripresentato ancora pretendendo un cambio gomme alla moto. E aveva chiesto soldi, invitando il titolare ad andarli a prendere dal cassetto della ditta. Visto che la vittima non aveva denaro in quel momento, l’uomo aveva detto che si sarebbe ripresentato il giorno successivo.

Da quella denuncia, raccolte altre testimonianze, i carabinieri avevano verificato che analoghe richieste di denaro, con minacce, sarebbero avvenute anche in un bar e in una ditta alimentare di Cureggio, in cui si R.T. si era recato almeno tre volte in pochi giorni. Anche qui richieste di denaro, insistenti. Le vittime avevano sempre temporeggiato accampando scuse e giustificazioni e non ci avevano rimesso denaro.

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Cureggio, «Dammi i soldi, non sai chi sono io», ma la vittima lo denuncia

R.T., 55 anni, ha rimediato una nuova condanna a 2 anni, 11 mesi e 17 giorni di reclusione per tre nuovi episodi di tentata estorsione, pressanti richieste di denaro risalenti allo scorso autunno

Una fama di «bullo» del paese la sua, visti i numerosi precedenti da attaccabrighe, spesso violento, testimoniata da condanne passare per estorsione, resistenza a pubblico ufficiale, stalking e lesioni. Ora R.T., 55 anni, residente a Cureggio, ha rimediato una nuova condanna a 2 anni, 11 mesi e 17 giorni di reclusione con giudizio abbreviato per tre nuovi episodi di tentata estorsione, pressanti richieste di denaro risalenti allo scorso autunno.

Il pm aveva chiesto 5 anni e 4 mesi; il suo difensore aveva insistito per l’assoluzione, sottolineando come il comportamento del suo assistito, forse insistente, non avesse oltrepassato i limiti. Attualmente si trova in carcere per aver violato precedenti provvedimenti dell’autorità giudiziaria, con sospensione della messa alla prova.

Il nuovo fascicolo a carico del cinquantenne è nato da un intervento dei carabinieri di Gattico-Veruno in una carrozzeria di Borgomanero, il 6 ottobre dello scorso anno. In quel periodo, secondo quanto ricostruito dai militari, l’imputato aveva minacciato il personale per avere somme di denaro o prestazioni lavorative gratuite, proprio facendo leva sulla sua «fama criminale».

Il titolare, per evitare problemi, una prima volta gli aveva dato 50 euro. Poi il cureggese si era ripresentato ancora pretendendo un cambio gomme alla moto. E aveva chiesto soldi, invitando il titolare ad andarli a prendere dal cassetto della ditta. Visto che la vittima non aveva denaro in quel momento, l’uomo aveva detto che si sarebbe ripresentato il giorno successivo.

Da quella denuncia, raccolte altre testimonianze, i carabinieri avevano verificato che analoghe richieste di denaro, con minacce, sarebbero avvenute anche in un bar e in una ditta alimentare di Cureggio, in cui si R.T. si era recato almeno tre volte in pochi giorni. Anche qui richieste di denaro, insistenti. Le vittime avevano sempre temporeggiato accampando scuse e giustificazioni e non ci avevano rimesso denaro.

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