Da lunedì 14 Piemonte in “zona bianca”

Venerdì la conferma del ministro Speranza. Abolito il coprifuoco e niente più limiti per gli spostamtenti. Nei bar e ristoranti in sei per tavolo all'aperto, riaprono piscine coperte, centri benessere, parchi a tema, centri culturali. Resta l'obbligo del distanziamento e della mascherina all'aperto

Da lunedì 14 giugno il Piemonte sarà in zona bianca, assieme ad altre nuove cinque regioni fra cui la Lombardia. La conferma è venuta venerdì pomeriggio in conferenza stampa dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha preannunciato la prossima firma dell’ordinanza.

Il passaggio dalla zona gialla è previsto quando la Regione resta per tre settimane con una incidenza (nuovi casi settimanali su 100mila abitanti) al di sotto di 50 e il conteggio sulle settimane è effettuato dal Cts sui dai del giovedì, per portarli alla riunione del venerdì, dove è redatto il monitoraggio sulla base del quale il ministro decide i nuovi provvedimenti.

Il Piemonte è sceso sotto il valore limite dell’incidenza proprio giovedì 27 maggio (49) per poi scendere sempre fino a 23 (dato di giovedì 10 giugno).

Entrare in zona bianca significa sostanzialmente eliminare molte restrizioni per orari ed ingressi, senza però eliminare le regole di base, cioè distanziamento e mascherina anche all’aperto, che restano in vigore in tutta Italia indipendentemente dal colore della Regione.

Nelle regioni bianche, invece, anzitutto non è più in vigore alcun coprifuoco notturno e sono liberi gli spostamenti verso altre località, anch’esse in zona bianca. Si può andare anche in regioni in zona gialla senza specificare il motivo, ma in questo caso occorre rispettare il coprifuoco e i limiti di numero di persone (amici o parenti) negli spostamenti verso abitazioni private in Regioni gialle.

In zona bianca cadono i limiti per la ristorazione all’aperto (mantendo il distanziamento fra i tavoli nei dehors di bar e ristoranti) mentre al chiuso vige il massimo di sei persone per tavolo, eccetto per nuclei della stessa famiglia più numerosi.

In zona bianca riaprono le piscine coperte, i centri benessere, le sale gioco, i parchi a tema e i centri culturali e sociali e sono possibili fiere, convegni e congressi.

Infine sono possibili le feste a seguito di celebrazioni ed anche le feste private, ma in entrambi i casi i partecipanti dovranno essere in possesso del “certificato verde” o “green pass” (certificato che ottiene chi è vaccinato, o guarito da Covid da meno di sei mesi o a seguiti di tampone fatto nelle ultime 48 ore).

Restano invece chiuse le discoteche.

Giovedì 10 giugno in Piemonte nessun decesso, 137 casi positivi per un tasso di positività a 0,9% (inferiore alla media nazionele, 1%) e persone attualmente positive scese a 3.020, cioè 2.853 in meno dei positivi di due settimane fa. Negli ospedali 416 pazienti ricoverati per Covid, di cui 49 in terapia intensiva.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Da lunedì 14 Piemonte in “zona bianca”

Venerdì la conferma del ministro Speranza. Abolito il coprifuoco e niente più limiti per gli spostamtenti. Nei bar e ristoranti in sei per tavolo all’aperto, riaprono piscine coperte, centri benessere, parchi a tema, centri culturali. Resta l’obbligo del distanziamento e della mascherina all’aperto

Da lunedì 14 giugno il Piemonte sarà in zona bianca, assieme ad altre nuove cinque regioni fra cui la Lombardia. La conferma è venuta venerdì pomeriggio in conferenza stampa dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha preannunciato la prossima firma dell’ordinanza.

Il passaggio dalla zona gialla è previsto quando la Regione resta per tre settimane con una incidenza (nuovi casi settimanali su 100mila abitanti) al di sotto di 50 e il conteggio sulle settimane è effettuato dal Cts sui dai del giovedì, per portarli alla riunione del venerdì, dove è redatto il monitoraggio sulla base del quale il ministro decide i nuovi provvedimenti.

Il Piemonte è sceso sotto il valore limite dell’incidenza proprio giovedì 27 maggio (49) per poi scendere sempre fino a 23 (dato di giovedì 10 giugno).

Entrare in zona bianca significa sostanzialmente eliminare molte restrizioni per orari ed ingressi, senza però eliminare le regole di base, cioè distanziamento e mascherina anche all’aperto, che restano in vigore in tutta Italia indipendentemente dal colore della Regione.

Nelle regioni bianche, invece, anzitutto non è più in vigore alcun coprifuoco notturno e sono liberi gli spostamenti verso altre località, anch’esse in zona bianca. Si può andare anche in regioni in zona gialla senza specificare il motivo, ma in questo caso occorre rispettare il coprifuoco e i limiti di numero di persone (amici o parenti) negli spostamenti verso abitazioni private in Regioni gialle.

In zona bianca cadono i limiti per la ristorazione all’aperto (mantendo il distanziamento fra i tavoli nei dehors di bar e ristoranti) mentre al chiuso vige il massimo di sei persone per tavolo, eccetto per nuclei della stessa famiglia più numerosi.

In zona bianca riaprono le piscine coperte, i centri benessere, le sale gioco, i parchi a tema e i centri culturali e sociali e sono possibili fiere, convegni e congressi.

Infine sono possibili le feste a seguito di celebrazioni ed anche le feste private, ma in entrambi i casi i partecipanti dovranno essere in possesso del “certificato verde” o “green pass” (certificato che ottiene chi è vaccinato, o guarito da Covid da meno di sei mesi o a seguiti di tampone fatto nelle ultime 48 ore).

Restano invece chiuse le discoteche.

Giovedì 10 giugno in Piemonte nessun decesso, 137 casi positivi per un tasso di positività a 0,9% (inferiore alla media nazionele, 1%) e persone attualmente positive scese a 3.020, cioè 2.853 in meno dei positivi di due settimane fa. Negli ospedali 416 pazienti ricoverati per Covid, di cui 49 in terapia intensiva.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.