Da lunedì il Piemonte torna in zona arancione. L’ipotesi, già ampiamente ventilata nella mattinata dal presidente della Regione Alberto Cirio, è stata confermata dalla Cabina di regia nazionale. Una scelta dettata dal rischio di contagio, ritenuto alto, più che dall’indice Rt, che attualmente si attesta a 1,02. Con il cambio di colore scattano dunque una serie di restrizioni, valide da lunedì 1° marzo. La neoministra per gli Affari Regionali ha infatti deciso che le variazioni, comunicate alla vigilia del fine settimana, d’ora in poi entreranno sempre in vigore di lunedì «per dare l’opportunità alle persone di organizzarsi».
Cosa cambia
Con il rientro in zona arancione: bar e ristoranti aperti solo per asporto, musei chiusi, divieto di uscire dal proprio comune di residenza (se non per motivi di salute, lavoro, necessità), per i comuni con meno di 5 mila abitanti è ammesso lo spostamento nel raggio di 30 chilometri, ma non nei capoluoghi. Visite ad amici e parenti solo nel territorio comunale, con un massimo di due persone per volta.
I dati aggiornati a oggi
L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1526 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 237 dopo test antigenico), pari al 5.9% dei 25.724tamponi eseguiti. 5 i decessi. I ricoverati in terapia intensiva sono 163(+1 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.938(+29rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 13.009.
All’ospedale Maggiore sono 44 i ricoverati covid: 4 in terapia intensiva 6 in subintensiva, 11 a Galliate e 23 nei reparti di Novara. Sono decedute due donne (del 1937 e del 1940) e un uomo del 1936, 6 dimessi e 5 trasferiti.
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