Dal governo 15 milioni per la sanità novarese. Ma solo se spesi bene

L'ha detto la premier Meloni in occasione della sottoscrizione dell'accordo di sviluppo e coesione con il governatore Cirio. Ma secondo i consiglieri regionali del Pd: «Nulla di nuovo. Solo un'operazione di comunicazione con i soldi dell'Europa

Dal governo sono in arrivo 15 milioni di euro per il comparto sanitario novarese da usare per l’assunzione di professionisti, per l’adeguamento d8 sale operatorie e l’acquisto di attrezzature. Una parte della “dote” che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha portato con sé venerdì al Teatro Alfieri di Asti in occasione della sottoscrizione dell’accordo di sviluppo e coesione tra la stessa premier e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

La cifra complessiva da destinare a tutto il territorio regionale è di 865 milioni di euro a cui vanno aggiunti 400 milioni del Programma Operativo Complementare (POC), in corso di approvazione, non solo per la sanità ma anche per sviluppo locale, montagne e sport, educazione, formazione, ricerca, digitalizzazione e finanziamento alle imprese.

Per quanto riguarda il comparto sanitario, in Piemonte sono in arrivo 175 milioni di euro per l’assunzione di 2 mila professionisti, come da accordo già siglato con i sindacati. In particolare, per l’ospedale Maggiore di Novara sono previsti l’adeguamento delle sale operatorie e l’acquisto di attrezzature (5 milioni 300 mila euro); la ristrutturazione della Centrale di sterilizzazione (2 milioni 500 mila euro); la sala emodinamica (1 milione di euro); la sostituzione TAC, l’acquisto di sala radiologica per ortopedia e di OCT ed ECMO (1 milione di euro).

Tre milioni e 700 mila euro per il nuovo hospice dell’ospedale di Galliate e altri 3 milioni per i lavori di adeguamento normativo e antincendio all’ospedale di Borgomanero.

Importanti risorse, che però verranno erogate sono solo se spese in modo adeguato, ha detto Meloni. Si tratta, infatti, di contributi che prevedono anche un meccanismo di definanziamento nel caso in cui non vengano utilizzati nel modo corretto o non vengano rispettati i tempi. Ma secondo la premier, questo non è un rischio che il Piemonte correrà, regione virtuosa nel proporre bandi e progetti.

Pd Piemonte: «Cirio e Meloni, nulla di nuovo. Solo un’operazione di comunicazione con i soldi dell’Europa»

Per il capogruppo del Partito Democratico in Regione, Raffaele Gallo, e il consigliere Domenico Rossi, che è anche segretario regionale, l’accordo di Asti tra la premier Meloni e il governatore Cirio è «Una grande operazione di comunicazione ma nulla di nuovo. Da sempre esistono gli accordi tra Regione e Governo per l’utilizzo dei Fondi europei per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Una buona messa in scena per la quale Cirio e Meloni non potevano scegliere una location migliore di un teatro. In concreto non c’è nulla di nuovo, così come non sono nuove le 2000 assunzioni che vengono ribadite da mesi in tutte le conferenze stampa, continuamente annunciate, ma non ancora attuate. Dovevano essere 2000 in 18 mesi, ma sono solo 170 dopo i primi sei mesi.

«La realtà è che sui grandi temi, per i quali il governo Meloni deve decidere con risorse proprie, il Piemonte rimane a bocca asciutta – sottolineano Gallo e Rossi – . Nessun intervento sul disavanzo di 350 milioni legato al Covid e meno risorse per la sanità nei prossimi tre anni. Si fa comunicazione con i soldi dell’Europa che la loro coalizione, Lega in testa, vorrebbe indebolire. Se vogliono davvero fare un patto sulla sanità devono fare due cose: il governo finanzi con almeno il 7,5% del PIL il sistema sanitario e Cirio proceda a un piano straordinario vero di assunzioni. Cirio potrebbe anche sbloccare almeno uno dei tanti ospedali annunciati in questi anni. Martedì chiederemo una discussione in aula e approfondimenti nelle commissioni competenti con un focus sul tema delle assunzioni che non si capisce come possano essere portate avanti con fondi che per natura sono straordinari».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Dal governo 15 milioni per la sanità novarese. Ma solo se spesi bene

L’ha detto la premier Meloni in occasione della sottoscrizione dell’accordo di sviluppo e coesione con il governatore Cirio. Ma secondo i consiglieri regionali del Pd: «Nulla di nuovo. Solo un’operazione di comunicazione con i soldi dell’Europa

Dal governo sono in arrivo 15 milioni di euro per il comparto sanitario novarese da usare per l'assunzione di professionisti, per l'adeguamento d8 sale operatorie e l'acquisto di attrezzature. Una parte della "dote" che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha portato con sé venerdì al Teatro Alfieri di Asti in occasione della sottoscrizione dell'accordo di sviluppo e coesione tra la stessa premier e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

La cifra complessiva da destinare a tutto il territorio regionale è di 865 milioni di euro a cui vanno aggiunti 400 milioni del Programma Operativo Complementare (POC), in corso di approvazione, non solo per la sanità ma anche per sviluppo locale, montagne e sport, educazione, formazione, ricerca, digitalizzazione e finanziamento alle imprese.

Per quanto riguarda il comparto sanitario, in Piemonte sono in arrivo 175 milioni di euro per l’assunzione di 2 mila professionisti, come da accordo già siglato con i sindacati. In particolare, per l'ospedale Maggiore di Novara sono previsti l'adeguamento delle sale operatorie e l'acquisto di attrezzature (5 milioni 300 mila euro); la ristrutturazione della Centrale di sterilizzazione (2 milioni 500 mila euro); la sala emodinamica (1 milione di euro); la sostituzione TAC, l'acquisto di sala radiologica per ortopedia e di OCT ed ECMO (1 milione di euro).

Tre milioni e 700 mila euro per il nuovo hospice dell'ospedale di Galliate e altri 3 milioni per i lavori di adeguamento normativo e antincendio all'ospedale di Borgomanero.

Importanti risorse, che però verranno erogate sono solo se spese in modo adeguato, ha detto Meloni. Si tratta, infatti, di contributi che prevedono anche un meccanismo di definanziamento nel caso in cui non vengano utilizzati nel modo corretto o non vengano rispettati i tempi. Ma secondo la premier, questo non è un rischio che il Piemonte correrà, regione virtuosa nel proporre bandi e progetti.

Pd Piemonte: «Cirio e Meloni, nulla di nuovo. Solo un'operazione di comunicazione con i soldi dell'Europa»

Per il capogruppo del Partito Democratico in Regione, Raffaele Gallo, e il consigliere Domenico Rossi, che è anche segretario regionale, l'accordo di Asti tra la premier Meloni e il governatore Cirio è «Una grande operazione di comunicazione ma nulla di nuovo. Da sempre esistono gli accordi tra Regione e Governo per l'utilizzo dei Fondi europei per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Una buona messa in scena per la quale Cirio e Meloni non potevano scegliere una location migliore di un teatro. In concreto non c’è nulla di nuovo, così come non sono nuove le 2000 assunzioni che vengono ribadite da mesi in tutte le conferenze stampa, continuamente annunciate, ma non ancora attuate. Dovevano essere 2000 in 18 mesi, ma sono solo 170 dopo i primi sei mesi.

«La realtà è che sui grandi temi, per i quali il governo Meloni deve decidere con risorse proprie, il Piemonte rimane a bocca asciutta – sottolineano Gallo e Rossi - . Nessun intervento sul disavanzo di 350 milioni legato al Covid e meno risorse per la sanità nei prossimi tre anni. Si fa comunicazione con i soldi dell'Europa che la loro coalizione, Lega in testa, vorrebbe indebolire. Se vogliono davvero fare un patto sulla sanità devono fare due cose: il governo finanzi con almeno il 7,5% del PIL il sistema sanitario e Cirio proceda a un piano straordinario vero di assunzioni. Cirio potrebbe anche sbloccare almeno uno dei tanti ospedali annunciati in questi anni. Martedì chiederemo una discussione in aula e approfondimenti nelle commissioni competenti con un focus sul tema delle assunzioni che non si capisce come possano essere portate avanti con fondi che per natura sono straordinari».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore