«La danza e lo sport sono vita, noi oggi vogliamo celebrare la vita, ma così facendo ce la state togliendo. Ci interessa davvero un’esistenza di privazioni?». Sit in pacifico questa mattina, sabato 31 ottobre, in piazza Gramsci a Novara: protagonisti il mondo della danza e quello dello sport, due fra le categorie più colpite da questa situazione di emergenza. «Fateci riaprire in sicurezza, anche il sabato e la domenica, quando la mobilita cittadina è fortemente ridotta, – ha detto Tiziana Napoli, fra le ideatrici di questa protesta pacifica – potremo potenziare le attivitià con alcune classi a distanza. Utilizzate i fondi destinati per aiutarci per farci controllare, pagate le persone che vengano a controllarci, per vedere che stiamo facendo bene. Fateci essere utile ai bambini, ai ragazzi, agli anziani, ai portatori di handicap, forniteci un bonus sport, per aumentare il benessere. Come facciamo a stare meglio e a innalzare il sistema immunitario? Facendo sport e stando bene. Noi vogliamo lavorare trovando un modo insieme che sia il migliore per fare tutto in sicurezza. Vogliamo il benessere dei nostri ragazzi. Sì, noi siamo untori, portatori sani di un virus che non ti dà più scampo: si chiama vita. Noi siamo portatori sani di vita».
E “Portatori sani di vita” è proprio lo striscione che è stato realizzato per la mattina e disposto a terra, in piazza Gramsci. A fianco dello striscione una palla da basket, pattini a rotelle, scarpette di danza, la palla di volley, divise, in questo momento tutto inutilizzato. Oltre un centinaio i presenti, in silenzio, con mascherina, distanziati, ma tutti con un desiderio: poter praticare o offrire la propria attività di danza e sportiva. «Chiedendo la riapertura oggi, non torneremo domani alle nostre vite, lo sappiamo – ha continuato Tiziana – ma è anche vero che se negli anni passati i nostri connazionali fossero stati a casa, noi oggi non avremmo una costituzione e un articolo 18 che ci permette di manifestare il nostro pensiero».
Presente alla manifestazione anche l’amministrazione comunale e la Provincia. «Riteniamo doveroso essere vicine alle categorie più colpite. Oggi possiamo discutere del senso di alcuni provvedimenti, dobbiamo cercare di trovare soluzioni possibili, necessariamente dal Governo. Tenere lo sport fermo è una decisione non condivisibile, lo sport è salute del corpo e della mente. Oggi avete dimostrato che l’espressione del pensiero non va fermata, che si può esprimere un parere in modo pacifico, grazie» ha detto l’assessore allo Sport Marina Chiarelli. Solidarietà anche del primo cittadino Alessandro Canelli, che ha presenziato anche alla manifestazione silenziosa dei ristoratori alcuni giorni fa: «Non prometto che faremo chissà cosa, ma vi ascolteremo e dialogheremo con voi. Questo Dpcm ha voluto chiudere quelle che sono ritenute probabilmente delle attività non essenziali, ma per noi non è così. Senza queste attività cade veramente tanto, relazione fra persone, capacità di costruire educazione per i ragazzi, una comunità più sana dal punto di vista fisico e psicologico». A sottolineare lo sforzo delle numerose società il consigliere provinciale Ivan De Grandis: «Abbiamo lavorato tanto per creare protocolli, per consentire alle società di svolgere il proprio lavoro, lo sport insegna le regole e oggi siete voi stessi un esempio».
Alcuni rappresentanti hanno letto pensieri, riflessioni, hanno sottolineato la situazione attuale: molte società si sono indebitate questa estate, pur di fare attività anche solo per un mese e con un terzo degli iscritti, «ci siamo indebitati di nuovo ora con la riapertura e in pieno periodo di iscrizioni le entrate sono pari a zero. Non vogliamo negare l’emergenza sanitaria, ma siamo qui a riflettere insieme sulle conseguenze disastrose».
Il finale ha scatenato tanti applausi e anche strappato un sorriso: la richiesta di aiuto è stata rivolta anche a… San Gaudenzio.