«Voglio 10 euro: devo andare alle giostre». Erano iniziate così, già in età adolescenziale, le richieste di denaro del giovane ai genitori. In caso di diniego, urla e insulti. Faceva di tutto per ottenerlo. Col passare del tempo al gioco si sono unite droghe e alcol. E le richieste di denaro sono aumentate sempre di più. Esasperati, i genitori sono stati costretti a rivolgersi alle forze dell’ordine. E D.Z., 23enne novarese allontanato da casa nel maggio del 2023, attualmente sottoposto alla misura dei divieto di avvicinamento ai famigliari, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 1.000 euro di multa per maltrattamenti ed estorsione, col riconosciuto la lieve entità delle pretese estorsive.
Già da minorenne aveva subito un processo per aver minacciato la madre con un coltello. Poi, scontati i lavori utili, la situazione sembrava essere migliorata. E invece no. In tempi recenti, hanno detto in tribunale i genitori, «arrivava a chiedere anche 500 euro al mese. Lavorava, ma spesso a metà mese aveva già speso tutto lo stipendio». Beveva e fumava. Papà e mamma gli davano soldi per tenerlo buono. Ma quando non potevano, lui andava su tutte le furie e minacciava di distruggere casa, di rigare la macchina: «Ti taglio la testa», solo uno dei messaggi mandati al padre.
Ora il giovane lavora come magazziniere ed è in cura al Sert. I genitori l’hanno perdonato e sarebbero anche disposti a riaverlo in casa.
Purtroppo qualche giorno fa, poco dopo la condanna, si è presentato nuovamente a casa della coppia, cercando un contatto. Questo il motivo per cui i carabinieri l’hanno arrestato per violazione del provvedimento dell’autorità giudiziaria. Processato per direttissima, ha rimediato altri 4 mesi di reclusione.