Lo aveva denunciato raccontando di offese e minacce ma anche di appostamenti, pedinamenti e “controlli” sui suoi profili social. E tutto perché, così almeno aveva riferito, lo aveva lasciato e lui non si era rassegnato alla fine della loro relazione che, tra l’altro, era fortemente osteggiata dai genitori di lei.
Così lui, poco più che ventenne di nazionalità marocchina, è finito davanti al giudice chiamato dalla Procura a rispondere dell’accusa di stalking.
Per l’accusa la ragazza, anche lei giovanissima di origine nordafricana, aveva non solo modificato le proprie abitudini di vita ma addirittura era stata costretta ad abbandonare la scuola, luogo davanti al quale lui spesso si presentava. Non solo: aveva anche riferito che lui, per controllarla aveva cambiato le password del suo account di posta elettronica e di accesso a facebook per leggere quel che lei scriveva e riceveva.
Ma sul capo del ragazzo pendeva anche l’accusa di rapina perché un giorno mentre lui la stava accompagnando alla fermata del bus dopo la fine delle lezioni, lei aveva ricevuto un messaggio; lui le aveva chiesto di vedere il telefono, lei si era rifiutata, ne era nata una discussione al termine della quale lui glielo aveva strappato di mano.
Ma poi, nel corso del dibattimento, la ragazza, che si è costituita parte civile al processo, ha riferito che lui non l’aveva mai pedinata, che non c’erano stati appostamenti davanti alla scuola e di fronte ad alcune “conversazioni” sulle chat intercorse tra lei e l’imputato, aveva sostenuto che non era possibile che lei avesse scritto quelle frasi; ma un perito informatico, nominato dal tribunale, ha accertato la paternità dei messaggi e la non manipolazione.
Per l’accusa nessun dubbio sulla colpevolezza del ragazzo e ne aveva chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi; per la difesa «la ragazza non è attendibile, dice di averlo lasciato perché la tradiva e non perché la controllava e la minacciava. Vessazioni e controlli ci sono stati, ma da parte dei suoi genitori non certo da parte del fidanzato» e aveva concluso con la richiesta di assoluzione. E il giudice lo ha assolto.