Dieci milioni di euro per intervenire sulla rete e il trasporto dell’acqua con le autobotti. È quanto ha chiesto ieri, 21 aprile, la Regione Piemonte durante l’incontro al Grattacielo a Torino con il ministro dell’Ambiente, il biellese Gilberto Pichetto Fratin. Al tavolo si è anche parlato del Piano straordinario da quasi 500 milioni (di cui 300 coperti con il Pnrr) già avviato a cui si aggiunge il Piano per 5 nuovi invasi del valore di un miliardo di euro.
In particolare la Regione ha avanzato una serie di richieste al ministro perché se ne faccia portavoce nei confronti del governo a cominciare da una linea di finanziamento per progetti innovativi di gestione virtuosa dell’acqua. In Piemonte è in corso una sperimentazione, prima in Italia, da parte della società concessionaria dell’Autostrada A4 Torino-Milano, all’altezza del casello di Biandrate/Vicolungo, per il primo innovativo sistema di raccolta di acque piovane, ai fini di un loro successivo riutilizzo multiplo e sostenibile.
Altra iniziativa che sembra essere meritevole di approfondimento è quella della ricarica controllata delle falde in periodi non irrigui o con il riutilizzo delle acque reflue depurate. Tale pratica consentirebbe di accumulare grandi quantità di acqua da restituire all’ambiente in momenti di crisi idrica.
L’intervento del governo è richiesto anche per quanto riguarda le coperture assicurative. Nei mesi scorsi è emerso che alcune compagnie assicurative hanno smesso di assicurare attività agricole dai danni per la siccità. Accanto a misure di indennizzo diretto, la Regione Piemonte chiede al Governo di valutare un intervento di garanzia, a sostegno delle imprese e attività agricole che, a causa della siccità, subiscono la perdita o la riduzione del raccolto da affiancare al nuovo Fondo Mutualistico Nazionale Agri-CAT che concorrerà solo in parte ad attenuare l’impatto dei danni alle produzioni causati dalla siccità.
Si è poi affrontato il tema del deflusso minimo vitale, con un’ipotesi di revisione dei criteri di deroga, in caso di particolare criticità; della riattivazione delle infrastrutture che risultano al momento inutilizzate perché i consorzi che le avevano in gestione non sono più attivi.
«Il Piemonte è la realtà d’Italia che ha sofferto di più, è la situazione più grave del Paese – ha dichiarato Pichetto Fratin -. Questo impone una serie di considerazioni sia per quanto riguarda il servizio idrico sia per quel che concerne la stagione irrigua agricola, che è alle porte. L’Italia ha l’esigenza indifferibile di razionalizzare il numero dei gestori della risorsa idrica e di utilizzare tecnologie sempre più moderne, anche nel campo della ripartizione. Si tratta di impegnare investimenti ingenti che tanti piccoli gestori non sono in grado di affrontare. È il momento di rimboccarsi le maniche e programmare una serie di opere che negli anni sono state trascurate o non sono state realizzate. Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha competenze sulla captazione, sul sistema ambientale e sulle acque reflue. Al tavolo nazionale di regia sulla siccità convocato a Palazzo Chigi sono però presenti tutti i ministri competenti per materia. Insieme faremo le valutazioni necessarie per affrontare al meglio e nel più breve tempo possibile i problemi che mi sono stati oggi rappresentati».
«Nel 2021 il Piemonte ha approvato un nuovo Piano di tutela delle acque che non veniva aggiornato da 14 anni e in questo momento è già operativo un piano di interventi che vale 500 milioni – ha detto il governatore Alberto Cirio -. Sono interventi di medio e lungo periodo a cui si affianca la richiesta al Governo di risorse per fronteggiare l’emergenza, come già avvenuto l’anno scorso per i lavori sulla rete e le autobotti che portano l’acqua nei comuni in difficoltà. Ma sappiamo anche che è fondamentale studiare soluzioni innovative per raccogliere l’acqua e il Piemonte lo sta già facendo, ad esempio sull’autostrada Torino-Milano. Un piano di azioni integrate per fronteggiare una siccità che sta purtroppo diventando un problema strutturale e non più straordinario».
«È che è stato concordato con le Prefetture il testo di un’ordinanza tipo che i sindaci potranno assumere quando riterranno necessario il razionamento dell’acqua per usi non potabili, situazione che al momento potrebbe interessare 40 Comuni, soprattutto del Basso Novarese e del Vco – ha aggiunto l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati -. Per fronteggiare l’emergenza idrica servono sia interventi di massima urgenza, ma anche e soprattutto opere strutturate sul medio e lungo periodo per mettere in sicurezza e in efficienza un intero sistema. È da queste considerazioni che è stato predisposto dalla Regione Piemonte un piano da 500 milioni di euro per la riduzione delle perdite idriche. Sarebbe anche necessario intervenire sulla riqualificazione di decine di canali, tra i quali il Cavour e il Regina Elena, in modo da recuperare e destinare all’uso irriguo il 20-25% dell’acqua che va oggi dispersa nel tragitto».
L’Assessore all’Agricoltura Marco Protopapa ha sottolineato che «la Regione ha finanziato con 2,4 milioni di euro la progettazione, da parte di enti locali e consorzi irrigui, di interventi infrastrutturali per essere pronti con opere immediatamente cantierabili in caso di necessità».
Leggi anche