Dopo un mese e mezzo dal sequestro del cantiere del nuovo tratto tangenziale di Novara, nella giornata di oggi, 18 aprile, sono ricominciati i lavori nelle aree che sono state dissequestrate dalla Procura della Repubblica di Milano. Lo fa sapere Anas con una nota diramata nella in serata: «Il provvedimento di dissequestro parziale è stato emesso in accoglimento dell’istanza presentata da Anas, qualificata nel procedimento penale quale persona offesa nonché custode giudiziario del cantiere».
Il cantiere per il prolungamento della tangenziale era stato messo sotto sequestro lo scorso 8 marzo: sette persone finite del registro degli indagati per traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture: tre manager di Novara Scarl, la società che si è aggiudicata l’appalto della tangenziale, tre dipendenti e il titolare dell’Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio che gestiva l’area dell’impianto milanese. L’indagine della direzione Antimafia di Milano con i carabinieri Forestali e il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano e Lodi, coordinata dalla Procura, ha messo in luce un sistema di smaltimento di rifiuti che ruotava intorno a un impianto di recupero nel capoluogo lombardo oggi sequestrato, dove venivano effettuate operazioni illegali di rifiuti terrosi e da demolizione.
L’illecito profitto derivante dal traffico di rifiuti è stato quantificato in circa 3,8 milioni di euro. La frode nelle pubbliche forniture e la truffa aggravata ai danni dello Stato, invece, secondo l’ipotesi investigativa hanno consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro.
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