Oltre 1500 lavoratori, in gran parte donne, hanno contratto il Covid contagiandosi sul posto di lavoro in Provincia di Novara nel corso del 2020. Due i casi con esito mortale. A conferma della recrudescenza della pandemia, la “seconda ondata” ha avuto un impatto più intenso anche in ambito lavorativo facendo registrare sul nostro territorio il 47% di casi nell’ultimo trimestre dell’anno (a livello piemontese il 57%) e il picco di 341 casi solo a novembre. Il personale sociosanitario, in particolare gli infermieri, è di gran lunga quello più colpito, ma si segnalano anche i casi nei settori dei servizi alle imprese (come la pulizia) e nella ristorazione.
I dati si desumono dal report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato il 22 gennaio, da cui risulta che, in Italia, l’anno si è chiuso con oltre 131mila denunce per contagio da Covid sul lavoro, quasi 27mila in più che a fine novembre, che è il mese con il maggior numero di casi segnalati all’Inail (quasi 36mila) superando il record di marzo (28mila). Quasi il 70% dei contagiati sono donne e il 48% delle denunce è nel Nord Ovest italiano (Lombardia 28,4%, Piemonte 14,4% con 18.864 casi). Il complesso di denunce per Covid rappresenta il 23,7% delle denunce di infortunio sul lavoro segnalate all’Inail nel 2020 e il 6,2% dei contagiati nazionali totali comunicati dall’Iss al 31 dicembre.
I casi mortali denunciati in tutta Italia sono stati 423 (di cui 37 in Piemonte) e hanno colpito maggiormente gli uomini (83%) con una intensità maggiore nel corso della “prima ondata” (solo in aprile il 44%) dei casi.
NOVARA QUARTA IN REGIONE
In Piemonte oltre metà delle denunce per contagio viene dalla Provincia di Torino (51,8% dell’intera regione) che, con Cuneo (14,7%) appare tra le più interessate. I 1.527 infortuni per contagio denunciati nel Novarese rappresentano l’8,1% regionale, dietro al 10% di Alessandria e, tuttavia, in termini relativi le province più colpite risultano il Vco e Biella.
Nel Novarese le denunce relative a novembre sono state 341, cioè oltre il 35% in più del mese precedente, ma Cuneo ha registrato il raddoppio dei casi mentre Asti, Biella e Vco hanno avuto incrementi sopra i due terzi.
Nella nostra Provincia, in linea con l’andamento nazionale, la maggior parte dei lavoratori contagiati appartiene alla fascia d’età fra 50 e 64 anni (42,9%, come a livello regionale) e il 74,1% sono donne (76,8% in Piemonte).
INFERMIERI SEMPRE I PIU’ COLPITI
I dati regionali indicano sempre il settore sanità e assistenza come quello più colpito e quella dei “tecnici della salute (37,6% delle denunce) la professione più interessata, nella quale il 77% dei contagiati sono infermieri e il 7,7% sono assistenti sanitari. Per numero di lavoratori contagiati seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (28,3%, per la quasi totalità operatori sociosanitari) e quindi i medici (8,5%). Al quarto posto (5,4% degli infortuni in Piemonte) le professioni qualificate nei servizi personali (per la gran parte operatori socioassistenziali) e quindi (4% delle denunce) il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, in cui il 72,1% sono ausiliari ospedalieri, il 15,3% ausiliari sanitari e portantini e l’8,2% inservienti in case di riposo.
Guardando ai settori di attività economica l’83% delle denunce codificate riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore sanità e assistenza sociale (63,4% delle denunce) e gli organismi preposti alla sanità, come le Asl, dell’amministrazione pubblica (19,6%). Il settore del noleggio e servizi alle imprese registra il 5,6% delle denunce codificate, in particolare le attività di ricerca e fornitura del personale con il 48,6% dei casi e di supporto alle imprese 37,1%. Tra i più colpiti gli addetti alle pulizie (2,8% delle denunce) e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Si segnala anche il settore dei servizi di alloggio e ristorazione con il 3,0% delle denunce: i più colpiti (81% dei casi) sono i lavoratori della ristorazione